"La madre di tutte le riforme"
Colpo di scena: a gennaio potrebbe ripartire alla Camera la discussione sul premierato
La richiesta di calendarizzare il disegno di legge di revisione costituzionale, approvato già in prima lettura al Senato e arenato da più di un anno a Montecitorio, è arrivata oggi durante la riunione della conferenza dei capigruppo. Il Pd: "Meloni prova a forzare la mano"
Nel corso della conferenza di capigruppo di oggi alla Camera dei deputati il governo ha avanzato la richiesta di inserire all'interno della calendarizzazione trimestrale dei lavori anche la riforma costituzionale che, se approvata definitivamente, introdurrebbe in Italia il premierato, cambiando la forma di governo del nostro paese. Con l'inserimento del ddl costituzionale nella programmazione dei lavori dei prossimi tre mesi, in caso di conlusione dell'iter in Commissione affari costituzionali, il testo potrebbe arrivare in Aula. La richiesta del governo sarebbe stata quella di far arrivare il provvedimento nell'emiciclo entro gennaio. A segnalarlo tra gli altri la capogruppo del Pd a Montecitorio Chiara Braga: "Meloni - ha detto la deputata alle agenzie di stampa - alza la voce, il governo ha richiesto e riafferma la bandiera del premierato per una donna sola al comando, il patto di potere che li unisce traballa e si costruisce su prove di forza. Ci opporremo a una riforma che scardina i capisaldi della democrazia parlamentare e mette sotto attacco il ruolo del presidente della Repubblica e che fa parte di un disegno che contrastiamo da tempo". Dopo il dibattito cominciato ieri sul cambio della legge elettorale, ecco dunque un nuovo elemento destinato ad alimentare lo scontro politico tra maggioranza e opposizione.
La "madre di tutte le riforme" (copyright di Giorgia Meloni) è stata approvata in Consiglio dei ministri due anni fa. Poi, a giugno 2024, il Senato la ha approvata in prima lettura ed il testo è arrivato alla Camera dove però, almeno fino ad ora, è rimasto arenato. Come ogni riforma costituzionale, il premierato deve essere approvato due volta da ciascuna camera. Dunque un'eventuale approvazione alla Camera riaprirebbe l'iter della riforma che sembrava ormai ferma.