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l'intervista

Cottarelli: “Dal Mes all'oro di Bankitalia: solo bandierine della destra”

Luca Roberto

L'economista ed ex senatore: "Questi emendamenti della maggioranza servono solo a dire: io ci ho provato. Un bene che ci sia Giorgetti. Il governo cambi atteggiamento verso le banche"

“Tutti gli emendamenti che vengono presentati alla legge di Bilancio devono avere delle coperture. E siccome le coperture è difficile trovarle, questi emendamenti essenzialmente si presentano solo per dire: ‘io ci ho provato’. Ecco perché quello che stanno tirando fuori in queste ore le forze di maggioranza sono bandierine ideologiche”. Lo dice, l’economista Carlo Cottarelli, guardando agli oltre 6 mila emendamenti presentati dal centrodestra alla manovra. E che rappresentano tutto l’armamentario dei tic storici della destra: dall’abbassamento delle tasse sugli affitti brevi, finanziato vendendo quote del Mes (lo chiede la Lega),  al trasferimento delle risorse auree della Banca d’Italia direttamente allo stato (pallino di Fratelli d’Italia). Fino agli indennizzi per i detentori di concessioni balneari che non vedono rinnovata la loro licenza (terreno di Forza Italia). Ma gli esempi sono molteplici. “A sostegno del fatto che sono semplici bandierine, interventi senza alcuna possibilità di essere approvati, c’è che molti parlamentari presentano esattamente le stesse coperture per centinaia di emendamenti molto diversi tra loro. E’ ovvio che tra questi al massimo ne passa uno”, spiega l’economista dell’Università Cattolica di Milano ed ex senatore eletto nelle liste del Pd.

Alcuni di questi emendamenti, però, sono particolarmente creativi. “Come quello che chiede di usare le quote del Mes per finanziare una certa misura, una proposta che non passerebbe il vaglio della Ragioneria dello stato perché c’è un impedimento legale: le quote del Mes sono un’attività finanziaria. Ma la riduzione di un’attività finanziaria non è una copertura, perché non cambia la situazione dei conti. Sarebbe come dire: io utilizzo come copertura la riduzione dei depositi del governo presso la Banca centrale. Chi ha presentato quegli emendamenti lo sa benissimo che è uno strumento che non può funzionare. Se non lo sanno, è ancora peggio”.


Altra bandiera piantata dalla destra, su cui il giudizio di Cottarelli è ancor più severo, è la richiesta di trasferire le riserve auree della Banca d’Italia allo stato. “Si sa che non può avvenire, soprattutto nel contesto della Banca centrale europea in cui non si può intaccare il patrimonio delle banche centrali nazionali. Se poi si vuole cambiare la proprietà di quelle riserve per, chissà, un domani poterle vendere, se davvero lo si facesse sarebbe come segnalare di essere proprio in una situazione disperata”. Del resto, sono proposte in antitesi a una legge di Bilancio che fa registrare una gestione oculata dei conti pubblici. “La Lega ha due anime: da una parte chi, come il ministro Giorgetti ma anche altri esponenti come Garavaglia, ha sempre riconosciuto i rischi di un paese ad alto indebitamento. Dall’altro lato  c’è chi dice ‘lo spread ce lo mangiamo a colazione’”, nota Cottarelli. “Io penso che sia una cosa buona che ci sia Giorgetti ministro dell’Economia, che ci siano vantaggi per l’Italia. Abbiamo visto la discesa dello spread, questo fa risparmiare soldi ai contribuenti italiani. Poi è chiaro che la manovra è il punto di partenza per avere stabilità. Ma per fortuna non è l’unico strumento per provare a crescere. In generale Meloni ha dato prova di muoversi in maniera molto abile sia rispetto agli Stati Uniti che all’Europa. Bisogna dare atto al governo di aver agito in maniera diversa rispetto a quanto si temeva”.

 

Ma a proposito di stabilità, come giudica l’insistenza delle forze di maggioranza, soprattutto la Lega, nell’individuare coperture in ulteriori tassazioni ai danni delle banche? “Non credo sia una buona mossa”, risponde in conclusione Cottarelli. “Potrei anche capire, anche se credo che eventuali coperture vadano trovate sul lato delle spese, se qualcuno dicesse: mettiamo una sovrattassa sulle imprese che hanno un profitto particolarmente alto, una specie di Ires progressiva. Io non la farei ma almeno sarebbe una soluzione che non discrimina per settori. Qui invece c’è il pregiudizio che le banche per qualche motivo vadano punite, forse perché si crede che sia un settore che non produce. Ma è una stupidaggine. Uno può anche credere che a livello mondiale il sistema bancario sia sottotassato. Ma non è che l’Italia si può muovere da sola: renderebbe le banche italiane svantaggiate.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.