(foto Ansa)

Il colloquio

Mulè (FI): “Sì al Mes per la Difesa. La Lega non tradisca sulle armi a Kyiv”

Luca Roberto

"Se il Meccanismo europeo di stabilità risolve il suo problema di governance può essere una soluzione", dice il vicepresidente della Camera. Che redarguisce il collega di maggioranza Bignami per l'attacco al Quirinale: "La forza della presidenza della Repubblica risiede negli atti e nei comportamenti che sono sempre stati ineccepibili nei confronti del governo"

 “Se il Mes risolve il suo problema di governance può essere senz’altro lo strumento adatto per reperire nuove risorse nel campo della difesa, da destinare anche al sostegno all’Ucraina”. Da esponente di Forza Italia, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè apre alla possibilità che l’Italia possa finalmente, dopo anni di rinvii, ratificare l’accordo sul Meccanismo europeo di stabilità. Uno scenario da sempre avversato da Lega e Fratelli d’Italia. E che però d’un tratto ha ripreso consistenza, dopo che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha messo sul tavolo la possibilità che possano essere quei fondi e quel meccanismo a sostenere le spese nel campo della difesa. “Il problema del Mes è sempre stato nell’hardware, non nel software”, spiega Mulè al Foglio. “Cioè, non si sono mai costruite le condizioni perché rispondesse a un organo politico. Adesso come adesso, a chi riferisce il presidente del Mes? Per questo credo che se venisse superato questo ostacolo, potrebbe esserci sia la ratifica del vecchio trattato, e poi un’eventuale utilizzo a sostegno delle spese difensive”, aggiunge l’ex sottosegretario alla Difesa.

Le posizioni nella maggioranza di governo però, come detto, sono molto divergenti. Anche perché i ragionamenti sull’utilizzo del Fondo salva stati s’intrecciano a una rinnovata contrarietà della Lega all’invio di nuove armi a Kyiv. “Noi abbiamo votato sempre tutti gli aiuti possibili e immaginabili per l’Ucraina, e quello che il Consiglio supremo di difesa ha stabilito ieri riguarda gli aiuti già decisi. Per il futuro la Lega chiede chiarezza”, ha fatto sapere ieri il vicepremier Matteo Salvini. In parte rilanciando la presa di posizione del senatore leghista Claudio Borghi, che ha annunciato la sua contrarietà all’ulteriore riarmo dell’Ucraina: “A livello normativo l’invio di armi a Kiev è coperto fino a fino anno. Da gennaio servirà un nuovo voto del Parlamento per proseguire eventualmente l’appoggio militare” e decidere “in che modo. Come per tutte le cose faremo un confronto di maggioranza. La mia posizione resta quella dello scorso anno quando dissi che quell’autorizzazione sarebbe stata l’ultima. Non ho alcuna intenzione di votarne un’altra”, ha detto Borghi. Insomma, il Carroccio destabilizza ancora la maggioranza? “Quello della Lega mi sembra tutto un teatrino degno più della sinistra che del centrodestra, visto che da sempre abbiamo nel nostro dna la difesa di un popolo aggredito come il popolo ucraino. Credo che la Lega dei popoli non possa voltarsi dall’altro lato: tradirebbe in radice ciò che Salvini e i suoi hanno sempre propugnato”, dice allora a tal proposito Mulè. Secondo cui “al di là delle posizioni di partito, si pone un problema di coscienza: non si può lasciare un popolo a un destino segnato. Soprattutto quando ci si pone a difesa della libertà dei popoli che quella libertà se la vedono coartata da un autocrate come Vladimir Putin”.

Quello delle armi, a ogni modo, non è l’unico tema che agita la maggioranza. Ieri il capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami ha chiesto che dal Quirinale smentissero un articolo della Verità che raccontava un “piano” del Colle per ostacolare il governo. Tanto che lo stesso Quirinale è dovuto intervenire con una nota in cui si registrava “stupore per la dichiarazione del capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa che sembra dar credito a un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo”. Mulè, che con Bignami ha bisticciato presiedendo l’Aula di Montecitorio, come la legge? “Con una scrollata, sul cellulare e di spalle, per togliersi di dosso le tante inconsistenze che si dicono sul Quirinale”, conclude allora il forzista. “La forza della presidenza della Repubblica risiede negli atti e nei comportamenti che sono sempre stati ineccepibili nei confronti del governo”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.