Meloni e garofani

Meloni e Garofani: scontro FdI-Colle. Le ombre sui “giochi di Palazzo”

Carmelo Caruso

Bignami contro il consigliere di Mattarella, Francesco Saverio Garofani, ex deputato dem, che siede nel Consiglio di Difesa. Il Colle furioso: nessuna “trama”. La premier attacca anche Prodi. È l’effetto referendum

Regalate più garofani.  Il giardino di Meloni ha le  spine. Si comincia a temere davvero l’esito del referendum sulla giustizia. Sboccia il caso Francesco Saverio Garofani, ex deputato del Pd, consigliere di Mattarella, che siede nel Consiglio di difesa. La Verità lo sente parlare a tavola di “provvidenziale scossone” per fermare Meloni. Il capogruppo di FdI, Bignami chiede la smentita di Garofani, il Quirinale registra “stupore per le dichiarazioni del partito di maggioranza relativa”. Sberle. Interviene Fazzolari.  Dalle parti del Quirinale dicono che Garofani non si deve scusare di nulla e si attende la telefonata di Meloni (fino a quando si scrive si attende) che è inimmaginabile pensare Mattarella “tramare” contro il governo.  E’ un vaso, ma di fraintendimenti.

  

L’intesa M-M, Meloni, Mattarella + Crosetto (se oggi si votasse per il Quirinale, il Pd voterebbe Crosetto) viene mandata alle ortiche. Bignami interpreta i sentimenti del suo partito e chiede a Garofani di smentire una frase che gli attribuisce La Verità, un disegno  per arginare la prossima vittoria di Meloni (la vera notizia è che a sinistra viene già data per scontata).  Bignami, alla Camera,  dice al Foglio che “io non mi sarei mai permesso, e non ho coinvolto, il presidente della Repubblica. Figuriamoci. Ci aspettavamo e continuiamo ad aspettarci la smentita di Garofani”. Parla a titolo personale. Si carica tutto il peso. Ma non basta.  Elly Schlein trasla: è un attacco a Mattarella. In questo paese c’è una spia, una sirena. Quando interviene Fazzolari (sempre con un’agenzia Ansa) significa che la casa brucia e che serve portare i secchi. Arriva la nota di Fazzolari per dire che non ci sono “dubbi sulla lealtà di Mattarella” ma copre Bignami perché “una smentita avrebbe risolto”. La differenza fra destra e sinistra è  una: a sinistra chi sbaglia viene lasciato al suo destino, a destra, romanticamente, trovano una ragione in più per difenderlo. Quello che il Quirinale non può dire ma che si pensa è che si usa un articolo per intimorire il presidente, per fargli capire che sui decreti del governo dovrebbe firmar tacendo. Si fa notare la coincidenza: l’articolo della Verità viene pubblicato dopo il Consiglio Supremo di Difesa, netto e a difesa dell’Ucraina. La domanda al Colle è: a chi giova? Aleggiano pensieri bui. Cosa ne penseranno a Mosca leggendo oggi le cronache italiane? Sorrideranno?   Si sfogliano petali. C’è chi dice che la destra  soffra la speciale intesa  Crosetto e Mattarella, ma l’obiezione è che  Meloni sull’Ucraina è sempre stata chiara.  Perché? Tanto più dopo quella serata da grande Occidente, quel comunicato del Consiglio Supremo di Difesa, di lunedì,  a favore dell’Ucraina firmato da Meloni e Mattarella. Incombe  la campagna elettorale veneta, Salvini che dice di Alberto Stefani, “è così bravo che può fare tutto, anche il premier. E’ la nostra risposta a Silvia Salis”. La Lega è riluttante ad aiutare l’Ucraina, lo dice Salvini in chiaro. Cosa accadrà dopo domenica, dopo il voto in Veneto? Quante preferenze prenderà Zaia? Per azzopparlo mancava solo che gli bucassero le ruote dell’auto e Salvini gli ha costruito la trappola perfetta: lo ha fatto candidare capolista ma senza la sua lista, ha detto ai veneti che lo vuole a Roma ma quattro giorni prima del voto in Veneto. Meloni, Salvini, Tajani desiderano  “stravincere” e lo ripetono   al comizio finale di Padova. Usano questa parola “stravincere” sia Salvini sia Tajani. Perché  lo scontro FdI-Colle? E’ la riforma sulla giustizia il  pozzo avvelenato, l’eventuale sconfitta, ed esiste  la sottile, e non detta, paura che la sinistra possa inventarsi qualcosa per il dopo Mattarella. Lo dice Meloni: “Con il premierato basti inciuci e giochi di palazzo”. Attacca anche Prodi. Il fiore del momento è il garofano.  

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio