(foto Ansa)

l'intervista

La trincea di Guerini: "Vergognoso usare il tema corruzione per non aiutare l'Ucraina. Schlein vada a Kyiv"

Carmelo Caruso

L'ex ministro della Difesa e presidente del Copasir: "La Lega? Una vergogna attaccare Zelensky. Il Pd voti gli aiuti. La visita della segretaria in Ucraina? Avrebbe un significato politico e simbolico"

Senza ambiguità, con l’Ucraina e contro gli ignavi. Parla Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, presidente del Copasir, e dice al Foglio: “Usare l’argomento della corruzione ucraina per affievolire gli aiuti nel momento del massimo bisogno sarebbe vergognoso. L’Italia non può fare passi indietro in questo impegno e il governo  ha il dovere di dire con chiarezza, viste le dichiarazioni di questi giorni, che non lo farà”. Il Pd cosa farà? “La sua parte. Il sostegno al popolo ucraino è un punto fermo, non negoziabile, il mio partito ha sempre tenuto la barra dritta, votando tutti i decreti e sostenendo tutti i pacchetti di aiuti fin qui adottati”. Il Pd ci sarà. Gli chiediamo se abbia voglia di suggerire a Elly Schlein di andare a Kyiv e Guerini risponde che una visita della segretaria avrebbe un significato “politico e simbolico”.

 

Vuole dire che una visita di  Schlein a Kyiv avrebbe un impatto fortissimo sugli sciacalli, anche a sinistra, sulle quinte colonne russe sparse in Italia, ma Guerini aggiusta la domanda. Non intende passare per uno che offre consigli, un altro ancora, poi con voce ferma spiega: “A me basta che la segretaria, sull’Ucraina, tenga il partito dove è stato fino a ora: a sostegno di Kyiv nella resistenza all’aggressione. Certo, non mi sfugge il significato simbolico e politico della segretaria della prima forza d’opposizione in visita in Ucraina…”. Parliamo di Sergio Mattarella, delle sue parole, magnifiche, in Germania, al Bundestag, sugli amanti della Bomba, sui Dottor Stranamore, e Guerini, prima di completare la domanda, propone di imparare a memoria i discorsi del presidente, quelli pronunciati nelle varie sedi europee, quei discorsi “contro le politiche di aggressione, per il diritto di dignità e libertà dei popoli, e contro gli autocrati che vorrebbero imporre la forza senza regole come paradigma del nuovo ordine, o disordine, internazionale”. Si trattiene dal fare il nome di Salvini, che ha usato la corruzione ucraina come argomento per mettere in discussione il sostegno a Zelensky, anzi, lo vorrebbe quasi omettere, e usa il termine “blando”, precisando: “Non punto il dito contro nessuno, ma che in certe forze politiche il sostegno all’Ucraina sia piuttosto blando mi pare evidente ma in Parlamento e nella società italiana, fuori dalla bolla dei social, c’è per fortuna un fronte che tiene, che è al fianco della resistenza ucraina e che non esita nel riconoscere in Putin il nefasto protagonista di una ingiustificabile guerra di aggressione”. E’ consapevole che il tema della corruzione possa essere manipolato e non lo evade. Guerini dice che “la corruzione, male antico in Ucraina, è emersa perché c’è stata l’indagine della Nabu, che è possibile perché l’Ucraina, con tutte le sue difficoltà, è una democrazia. Chiaramente è doveroso, anche da parte dei paesi donatori, pretendere chiarezza e pulizia. Ma usarlo per affievolire gli aiuti nel momento del massimo bisogno sarebbe vergognoso. Sarà un inverno difficile per la popolazione civile nelle città ucraine, è il momento di rafforzare ogni sforzo per aiutarli. L’Italia non può fare passi indietro in questo impegno”. Gli domandiamo allora se il Pd possa sostituire la Lega, votare Meloni, ma l’ex ministro, e presidente del Copasir, spiega che non vuole sostituire nessuno perché il Pd sta già con l’Ucraina. Non è vero forse che vi astenete? Non è forse vero che votate sempre divisi? Guerini replica con “guardi che il Pd ha sempre votato tutti i decreti e sostenuto tutti i pacchetti di aiuti fin qui adottati. Tra l’altro i primi cinque li ho firmati io quando ero ministro. Kyiv non deve rimanere sola. La guerra si è aggravata nelle ultime settimane e c’è bisogno di rafforzare gli aiuti alle Forze armate ucraine che stanno combattendo contro l’invasore russo. C’è bisogno di proteggere ancora di più la popolazione civile nelle città ucraine bombardate indiscriminatamente dai russi”. E’ ovviamente preoccupato dalle parole della Lega ma ancora di più teme che allontanarsi dall’Ucraina equivalga ad allontanarsi dai paesi avanzati. Dice ancora Guerini: “Se si incrinasse il nostro sostegno sarebbe un atteggiamento vile, che isolerebbe l’Italia dal gruppo più impegnato al fianco di Kyiv. Ne sarei francamente amaramente sorpreso”. Si pensa in queste ore che Guido Crosetto sia isolato e c’è chi si domanda per quanto tempo, ancora, Crosetto potrà sopportare la steppa social, i tweet della Lega. Guerini è del parere che il Pd abbia il dovere di chiedere al governo chi sta con chi, perché “non stiamo parlando di una cosa secondaria, ma della principale questione di sicurezza europea. Credo sia legittimo chiedere chiarezza al governo. Il ministro Crosetto approverà a breve il nuovo pacchetto di aiuti militari. Bene. Il Pd, come sempre ha fatto, sosterrà gli aiuti all’Ucraina con convinzione. Anzi, io penso che dobbiamo pretendere ancora più impegno e determinazione, anche con l’utilizzo del meccanismo Purl”.

 

In Italia si è fatta largo la disinformazione e per Guerini la colpa è anche della politica, una “politica che ha paura di pagare prezzi elettorali e sfugge a discorsi di verità, scomodi ma necessari”. Ci allontaniamo sempre allo stesso modo, come un rituale. Caro Guerini, lei non è stanco di stare con l’Ucraina? E lui, da oltre quattro anni ripete: “La disinformazione ha purtroppo trovato un terreno accogliente nel nostro paese. Basta guardare tutte le ricerche europee che comparano lo stato d’animo delle opinioni pubbliche nazionali rispetto alla guerra in Ucraina. No, non mi stanco di ripetere che bisogna continuare a spiegare, motivare, capire. Non possiamo permetterci di essere stanchi della solidarietà verso un popolo aggredito con la durezza che vediamo”. La sinistra con chi sta: con gli ignavi o con l’Ucraina? E Guerini saluta dalla trincea: “Non può che stare con Kyiv. E questo è un discrimine decisivo anche per costruire l’alternativa alla destra. Su questo non ci possono essere ambiguità”. Ucraini e no.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio