Berlusconi show

Tajani a Napoli parlerà del referendum e dell'amore di Berlusconi per la città

Ginevra Leganza

Forza Italia chiude la campagna elettorale in Campania parlando del Cav e di giustizia. Il reggente di Forza Italia ricorderà il giorno in cui l’allora presidente del Consiglio fu raggiunto, durante il vertice del G7, dalla procura di Milano

Poiché a Napoli tutto è azzurro, è qui che gli “azzurri” chiuderanno la partita. Da quanto risulta al Foglio, Antonio Tajani – sul palco venerdì 21 novembre con Fulvio Martusciello – parlerà ai campani di Regione ma ancor più di referendum. Lo farà a Partenope, appunto, dove l’agguato è il ricordo malinconico, la tenerezza del Cav. 

Una serata sentimentale per Silvio Berlusconi, dunque. Il “napoletano nato a Milano” che proprio a Napoli fu raggiunto dal mandato di comparizione trentuno anni fa. Venerdì prossimo Tajani incrocerà le imminenti elezioni regionali con il referendum – previsto per il 29 marzo – e con l’amore del Cavaliere per la città. Folle attrazione che neppure il mandato del novembre 1994 potè compromettere. Il reggente di Forza Italia ricorderà il giorno in cui l’allora presidente del Consiglio fu raggiunto, durante il vertice del G7, dalla procura di Milano e dallo scoop travolgente che l’anticipò. Alla “contendibilità della Campania” innesterà quindi la separazione delle carriere tra giudici e pm. Ossia la battaglia che Forza Italia rivendica come propria tra stendardi col sorriso del Cav. e flash mob sotto Palazzo Madama. 

Nelle stesse ore di venerdì – lo ricordiamo – anche Giorgia Meloni tornerà in Campania. L’aria che tira in maggioranza, del resto, è più che altro obamiana, nel senso di “Yes, we can”. I sondaggi suggeriscono la rimonta di Edmondo Cirielli benché i sondaggisti suggeriscano che i sondaggi mentono: ci sono elettori di Fico, spiegano, che “si scornano” di dire che votano Fico. Intanto, però, si prepara il final cut. La serata di chiusura che nel caso di Forza Italia punterà tutto su di lui. 

D’altra parte, già il 13 novembre, con gli altri leader di maggioranza sul palco, la folla lo aveva chiamato: “Silvio, Silvio…!”. A Tajani era bastato evocare la passione di Berlusconi per il Vesuvio, e il Palapartenope s’era alzato in piedi. E qual migliore espediente, allora, del referendum sulla giustizia? Antonio Tajani lo dice da mesi: “La riforma era un progetto di Silvio Berlusconi, un cardine del nostro programma”. E ancora: “La famiglia Berlusconi ha vissuto sulla propria pelle cosa significa…ed è naturale che senta questa battaglia come propria”. Così, all’incrocio tra rivalsa e malinconia, s’affaccia l’azzurro napoletano. Fa capolino la città del G7 e del Vulcano-Berlusconi. Della cena al chiaro di luna coi Clinton e del mandato di comparizione. E non ultimo di Mariano Apicella che di Silvio ha cantato le parole: “Tenevo a voglia pazza e te vedè / tenevo a voglia pazza e te vasà”. 

Tutto bellissimo. Se non fosse per un piccolo intoppo. La presidente del Consiglio Meloni, infatti, vorrebbe per così dire svecchiare il tema, modernizzarlo, evitare l’icona di Berlusconi nel solco di Maradona e Totò nonché l’effetto vendetta postuma. Non a caso, impedisce deleghe agli alleati nella gestione della campagna perché il rischio – pensano a Chigi – è il risveglio di guerriglie superate ma mai sopite. Il rischio è il romanzo d’appendice di berlusconiani e anti berlusconisti il cui incipit, forse, sarà proprio a Napoli venerdì 21 novembre. 

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