Ansa
"meno ospedali, più territorio"
Sanità: il governo vuole potenziare l'assistenza domiciliare, si valuta uno stop delle visite intramoenia
Il ministro della Salute Schillaci in un'intervista alla stampa: "La libera professione è un diritto, ma non può negare la prestazione pubblica". Sulle Rsa "serve creare criteri più equi di accesso, la dignità degli anziani non può dipendere dal conto in banca"
"Stiamo potenziando l'assistenza domiciliare integrata, che deve diventare davvero capillare. La sostenibilità non è solo questione di quanti soldi mettiamo, ma di come li spendiamo. Se continuiamo ad avere un serbatoio pieno di buchi, non basta aprire i rubinetti delle risorse", ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci in un'intervista alla Stampa. In Italia ci sono 4,6 milioni di over 80 e 23.500 centenari, in aumento del 130 per cento rispetto al 2009 e questi dati, secondo il ministro, significano che "il nostro Servizio Sanitario Nazionale qualcosa di buono lo sta facendo. L’Italia – prosegue – è la seconda nazione al mondo per longevità". Ma, dice Schillaci, "la sfida vera non è solo vivere più a lungo, è vivere meglio. Questo è l'obiettivo che ci siamo dati al G7 Salute di Ancona: invecchiamento attivo. Per centrarlo serve un cambio di paradigma: meno ospedali, più territorio".
Riguardo all'esercizio della libera professione negli ospedali il ministro precisa: "La libera professione è un diritto, ma non può negare la prestazione pubblica. Il problema nasce quando ci sono più prestazioni a pagamento che in Ssn, quando l'attesa pubblica è di sei mesi e l'intramoenia di due settimane. Se lo sbilanciamento nega il diritto alle cure, è verosimile ipotizzare una sospensione temporanea. Il patto è chiaro: prima il pubblico, poi il privato convenzionato". La strada – prosegue Schillaci – è quella dell’organizzazione seria delle agende, del coordinamento fra pubblico e privato per garantire il più possibile il diritto alla salute di ogni cittadino, soprattutto se fragile o indigente".
Molti anziani non autosufficienti però non possono accedere alle Residenze sanitarie assistenziali per via del costo, delle liste di attesa e della giungla dei rimborsi. Secondo Schillaci, "serve creare criteri più equi di accesso, rafforzare le Rsa pubbliche e migliorare il sistema di accreditamento di quelle private, con controlli rigorosi. La dignità degli anziani non può dipendere dal codice postale o dal conto in banca". Alle persone che ritengono che le Asl debbano coprire il 100 per cento delle rette Rsa il ministro risponde che "non è così. Il pieno rimborso sanitario è previsto solo per i non autosufficienti più gravi, dove è impossibile scindere la componente sanitaria da quella sociale". L'obiettivo però resta quello di non lasciare soli i caregiver familiari, "architrave invisibile del nostro welfare, per questo stiamo potenziando l'assistenza territoriale".
Per raggiungere lo scopo, però, serve più personale socio-sanitario, e nella manovra sono stati inseriti i fondi per l'assunzione di seimila infermieri: "È questa la vera emergenza. Nell'immediato attingiamo anche dall'estero con protocolli bilaterali. Ma il tema è rendere attrattiva la professione: formazione specialistica universitaria, super-OSS, aumenti contrattuali. Il capitale umano non si crea per legge ma va coltivato". E, parlando di legge di Bilancio, Schillaci dice che "questa manovra prevede il più grande aumento mai registrato, 136,5 miliardi per il 2025, oltre 10 miliardi in più rispetto al 2022".