lo scontro
Bagarre alla Camera. Valditara contro le opposizioni: "Avete sfruttato i femminicidi, vergognatevi"
Nel suo intervento a Montecitorio durante l'esame degli emendamenti al ddl sul consenso informato il ministro dell'Istruzione alza i toni: "E' stato detto che impediremmo di informare i nostri giovani sui rischi delle malattie sessualmente trasmesse. E' falso". Pd e 5 stelle insorgono
"Avete detto delle falsità, avete preso in giro gli italiani. Sono indignato, vergonatevi!". A Montecitorio il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara alza i toni. "E' stato detto che con questo provvedimento impediremmo l'educazione sessuale nelle scuole, che impediremmo di informare i giovani sui rischi delle malattie sessualmente trasmesse e che negheremmo l'educazione affettiva nelle scuole. E' falso".
"Chi ha detto che lo neghiamo ha raccontato una colossale balla", ha strillato Valditara verso le opposizioni. "Per la prima volta il governo ha previsto come obiettivi di apprendimento l'educare alle relazioni corrette, in particolare al rispetto verso la donna, l'educazione all'empatia relazionale e affettiva e al contrasto della violenza di genere, qualsiasi violenza di genere".
Dura la reazioni delle opposizioni: i depuati di Pd, M5s e Avs hanno cominciato a gridare contro gli scranni del governo, costringendo la vicepresidente dell'Aula Anna Ascani a minacciare la chiusura anticipata della seduta parlamentare. "Valditara ha creato una frattura profonda tra il governo e il Parlamento", ha detto Toni Ricciardi, vicecapogruppo Pd alla Camera. Mentre la deputata del M5S Vittoria Baldino è netta: "Dobbiamo vergognarci? Sì di Valditara".
Al che è stato proprio il ministro a riabbassare i toni. Durante il suo internvento in replica ha detto: "Sono il primo a ritenere che il dibattito debba essere svelenito da polemiche, toni accesi, toni forti e voglio subito chiarire che le mie affermazioni non avevano carattere personale, erano però affermazioni politiche e probabilmente avreste detto anche voi le stesse parole a parti rovesciate".