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In Lombardia
Il Consiglio regionale l'ha sfiduciata, ma Picchi resta in giunta. Fontana: "Non ci sono elementi per la revoca"
La sfiducia alla sottosegretaria a Sport e Giovani della giunta lombarda in quota Fratelli d'Italia è stata approvata settimana scorsa, con 19 franchi tiratori nel centrodestra. Ma il presidente blocca tutto. Tuona il Pd: "Fontana è sotto ricatto di FdI. Calpestata la volontà dell'Aula"
Il presidente leghista Attilio Fontana ha preso la sua decisione: Federica Picchi continuerà a svolgere il suo lavoro. Ad annunciarlo è Mauro Piazza, sottosegretario lombardo con delega ai rapporti con il Consiglio regionale, durante la seduta d'Aula di oggi. "Non sussistono elementi per procedere alla revoca del sottosegretario Federica Picchi. Si conferma il mandato nei confronti del sottosegretario perché si ritiene che non vi siano lesioni dell'integrità istituzionale e delle politiche regionali in materia di salute pubblica come si evince dallo svolgimento e dal successo delle politiche di vaccinazione".
Mercoledì scorso - come raccontato dal Foglio - la mozione di sfiducia a scrutinio segreto presentata dal Pd per le posizioni no vax della sottosegretaria era stata approvata con la complicità di almeno 19 franchi tiratori nella maggioranza di centrodestra, facendo scoppiare una polemica fatta di accuse incrociate.
Nonostante le dichiarazioni in questi giorni delle opposizioni che chiedevano a gran voce di rispettare il voto espresso dal consiglio, Picchi resterà al suo posto. Per il primo firmatario della mozione, nonchè capogruppo Pd in consiglio regionale Pier Francesco Majorino, si tratta di un fatto molto grave: "Fontana è sotto ricatto di Arianna Meloni e dei Fratelli d'Italia. L'Aula si era espressa in modo molto chiaro, così si calpestra il volere della maggioranza dei consiglieri".
Un peso decisivo nella scelta finale potrebbe essere arrivato dalle dichiarazioni fatte ieri dal presidente del Senato, Ignazio La Russa. Secondo retroscena giornalistici, sarebbe stato lui l’architetto dell’operazione atta a regolare alcuni conti interni. Picchi, reclutata nel partito dal responsabile organizzativo nazionale Giovanni Donzelli, aveva deciso di rimuovere Roberta Capotosti, vicina a La Russa, dall’incarico di capo della sua segreteria. Uno sgarbo che non è passato inosservato alla seconda carica dello Stato e che si inseriva nel più ampio scontro tra le nuove leve, determinate a non dover consultare il presidente del senato per ogni decisione sul territorio lombardo, che avrebbe così autorizzato Federico Romani, presidente del Consiglio regionale, esponente di FdI in quota La Russa e amico personale di suo figlio, ad accettare il voto segreto richiesto da Majorino, che ha detto di non aver visto barricate in difesa di Picchi. Così sono emersi i 19 franchi tiratori, nonostante le dichiarazioni di lealtà arrivate dalla maggioranza subito dopo la votazione.
"Si tratta di un tentativo di cercare di vedere all'interno di Fratelli d'Italia magagne che magari possono esistere in altri ambiti, in altri partiti o anche da noi, e mettermi in una condizione di dover spiegare che non sono né con questo né con quello" - ha spiegato La Russa. "Io sono, ahimè, uno dei tre fondatori, anzi il più anziano fondatore di Fratelli d'Italia e il mio unico desiderio da quando Fratelli d'Italia è nata è evitare dissapori all'interno del partito". Netto invece sulla sottosegretaria: "Personalmente ho grande stima della signora Picchi e non vedo perché debba essere messa in croce".