La telefonata

Panetta chiama Giorgetti e spiega che le critiche di Bankitalia non erano critiche

Carmelo Caruso

Gli studiosi di Bankitalia criticano la manovra, il Mef si dice stupito e il governatore telefona al ministro. La stoccata del titolare del Mef: "In molti avrebbero piacere a guadagnare quanto i dipendenti di Bankitalia"

Panetta non è Panetta. “Non è il mio pensiero, non è il pensiero di Bankitalia”. Il governatore Fabio Panetta telefona a Giorgetti. Gli studiosi di Bankitalia, in audizione, bocciano la manovra, definiscono la riduzione dell’aliquota Irpef un aiuto ai ceti ricchi. Il giorno dopo Panetta chiama il ministro. I giornali titolano con i giudizi dell’istituto, “una manovra che aiuta i ricchi”, e al Mef replicano “stupiti”, che “forse per Bankitalia è ricco chi percepisce 2.000 euro al mese”. Lo sconto fiscale della manovra riguarda la fascia di reddito a partire da 45 mila euro. Sono fasce che, a detta di  Bankitalia, in passato, erano state trascurate. Il governo decide di aiutarle ma  Bankitalia nota che “la riduzione dell’aliquota dell'Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile”. Panetta alza il telefono, spiega a Giorgetti che le ricostruzioni  non corrispondono al pensiero di Bankitalia e che “l’istituto non critica la manovra; manovra che va apprezzata su base pluriennale”. A Giorgetti gli hanno sentito dire: “Questa gente indicata come ricca avrebbe tanto piacere a lavorare, e guadagnare, come i funzionari di Bankitalia”. 

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio