(foto Ansa)

editoriali

I pasticci (bipartisan) su Almasri

Redazione

Il no al segreto di stato del governo e le “lezioni libiche” della sinistra

La vicenda del generale libico Osama Njeem Almasri, arrestato, espulso dall’Italia e infine finito in carcere due giorni fa a Tripoli, è intricata. Per quel che riguarda il governo italiano, invece, è abbastanza evidente quale sia l’errore che ha commesso, quando non ha posto il segreto di stato sulla vicenda, infilandosi invece in un contenzioso con la Corte penale internazionale. Non è facile capire perché non sia stata presa la decisione di apporre il segreto, visto che c’erano tutte le condizioni per farlo. I rapporti con la Libia sono complessi ma determinanti per l’interesse nazionale italiano, da quello dell’approvvigionamento energetico a quello del controllo dell’immigrazione. Probabilmente una delle ragioni è stata la volontà di non suscitare una polemica con le opposizioni, che però c’è stata lo stesso, aggravata peraltro dal contenzioso con L’Aia. Il segreto avrebbe evitato di dover dare spiegazioni contorte e contraddittorie, come è poi inevitabilmente accaduto. Ci sono casi in cui la difesa dell’interesse nazionale richiede di adottare misure impopolari e l’apposizione del segreto di stato è sempre impopolare, ma è comunque meglio di infilarsi in un percorso disseminato di trappole.

 

C’è solo da sperare che almeno il governo si sia reso conto dell’errore commesso e smetta di affastellare altre interpretazioni postume poco credibili. Ma se Palazzo Chigi ha pasticciato, le opposizioni in queste ore stanno dando interpretazioni altrettanto grottesche. Sottolineare il paradosso di una Libia che si ritrova a dare lezioni di giustizia all’Italia arrestando un criminale, come fa il centrosinistra, è semplicemente risibile. Nessuno può illudersi che il premier libico Abdulhamid Dabaiba o il suo entourage abbiano davvero a cuore l’idea di tenere in carcere Almasri, con il rischio peraltro che costui possa svelare chissà quanti e quali segreti sulle autorità di Tripoli. Un paese retto su logiche criminali come quello libico non può certo “dare lezioni” all’Italia, come ha azzardato l’europarlamentare pd Alessandro Zan. Il futuro di Almasri è tutto da decifrare e non è scontato che sia in una cella libica.

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