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Dalla Lombardia a Puglia e Sicilia. La mappa dei Fratelli coltelli

Ruggiero Montenegro 

Guardando i recenti sviluppi, da nord a sud, l’unità di Fratelli d'Italia rischia di essere sempre più complicata da preservare. Ma oggi c’è anche Arianna. Sottotraccia i movimenti in vista delle politiche sono già iniziati

Fratelli(ni) coltelli, su e giù per l’Italia. Non c’è solo la Lombardia, il caso Picchi. Certe tensioni, gli scontri di potere tra nuova e vecchia guardia vanno avanti da un po’, dal Trentino fino a Puglia, Sicilia e Toscana. “Siamo cresciuti molto, è fisiologico”, provano a minimizzare dal partito. Ma gli episodi cominciano a diventare parecchi, tra sottosegretari impallinati, candidature saltate e ricatti. A Milano, come abbiamo raccontato sul Foglio, si è avuto forse un antipasto di quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Da una parte Arianna Meloni – che fa le prove generali da capo partito – e Giovanni Donzelli. Dall’altra Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, i veterani. E poi c’è il ministro Francesco Lollobrigida, con il suo peso specifico. Al Pirellone ne ha fatto le spese Federica Picchi, la sottosegretaria ormai sfiduciata, mentre Donzelli dissimulava: “Un fatto grave, un problema di lealtà tra alleati”. Da quelle parti è già cominciata la partita per il dopo Fontana (a proposito: ieri Alessandro Sorte, di FI, ha lanciato il nome di Roberto Formigoni). C’è di mezzo la Lega, che la Lombardia non vuole mollarla. Così il responsabile organizzazione di FdI ha provato a spostare il focus per preservare l’immagine di un partito granitico e stretto attorno alle sorelle Meloni.

 

E però solo pochi giorni prima a Bari si è consumato un altro strappo. Fabrizio Tatarella, nipote di Pino e presidente dell’omonima Fondazione, l’ha definita una “triste vicenda di bullismo politico”, un “grave danno d’immagine”. Frutto di dissidi che vanno avanti da tempo. Raffaella Casamassima, consigliera a Bari, aveva già inaugurato il suo comitato elettorale – c’erano anche gli eurodeputati pugliesi Francesco Ventola e Michele Picaro, con il senatore Ignazio Zullo. Doveva essere candidata per la regione, ma all’ultimo è stata esclusa. Questione di “disomogeneità” nelle liste. Casamassima è vicina all’area che fa capo a Raffaele Fitto. Avrebbe, raccontano dal territorio, penalizzato un candidato legato a Marcello Gemmato (sottosegretario alla Salute e coordinatore FdI in Puglia), i cui rapporti con Fitto non sono esattamente idilliaci. C’è chi se la prende pure con il senatore Filippo Melchiorre. Casamassima si è rivolta direttamente a Giorgia Meloni: “Vengo estromessa perché non gradita al ‘club’ dei detentori del potere? Dov’è il merito?”. S’è perso, forse, nella lotta tra Fratelli.

 

Qualcosa di simile a quello che nei mesi scorsi ha portato il romano Luca Sbardella (che gode della stima di La Russa) a diventare commissario in Sicilia, per provare a riportare l’unità in un partito che sull’isola rischiava di esplodere, tra inchieste e liti intestine. Le stesse che hanno portato alle dimissioni da FdI del deputato Manlio Messina (“mi hanno emarginato”), da sempre vicino alla premier. Non è finita benissimo, tanto che in Via della Scrofa è montata una certa preoccupazione davanti all’attivismo degli ultimi giorni da parte di Messina. Ha parlato a Report per rispondere agli addebiti mossi contro di lui da Sbardella e Luca Cannata, altro deputato di FdI. La vicenda è destinata a proseguire, anche perché Messina dice di potersi candidare contro Schifani nel 2027 – sempre che la legislatura non finisca prima. Passiamo alla Toscana: ad agosto i Fratelli hanno colpito pure nella terra di Donzelli, di nuovo durante la campagna elettorale. A rimetterci è stato Tommaso Cocci (consigliere comunale a Prato), ricattato e minacciato, fino a rinunciare alla candidatura in regione: una storia finita in tribunale coinvolgendo esponenti locali di FdI.

 

Qualche mese prima, siamo ad aprile, altre beghe si registrano in Trentino: alcuni consiglieri votano in dissenso dalla linea nazionale sul terzo mandato per Maurizio Fugatti (legge bocciata ieri dalla Consulta), prima di lasciare il partito, troppo romano centrico. Dal Trentino arrivano anche i deputati Andrea De Bertoldi (intanto espulso da FdI) e Alessia Ambrosi a cui, con una sospensione temporanea, è stato impedito di partecipare al congresso provinciale del febbraio 2024. Un mese dopo, al congresso romano, FdI rischia la conta – e l’implosione – tra fedelissimi di Lollobrigida e gabbiani di Fabio Rampelli. Alla fine si trova la quadra su Marco Perissa. Ma oggi c’è anche Arianna. E a guardare i recenti sviluppi, da nord a sud, l’unità del partito rischia di essere sempre più complicata da preservare. Sottotraccia i movimenti in vista delle politiche sono già iniziati.