Ansa
Referendum, perché sì
Il centrista Onorato: “La riforma della giustizia non è un tabù. Dirò sì se Meloni non politicizza il voto”
"Separazione delle carriere? In passato la sinistra era favorevole, non vorrei che oggi fosse una legittima reazione al costante tentativo di delegittimare la magistratura, che rimane un fondamentale elemento di garanzia della nostra democrazia” dice l’assessore al Turismo, allo Sport e ai Grandi eventi del comune di Roma
“Concettualmente sono favorevole a rafforzare ogni forma di garanzia per gli imputati. Che se non hanno potere economico, organizzazioni criminali alle proprie spalle o strane collusioni, sono troppo soli davanti alla forza dello stato. La divisioni delle carriere non deve essere un tabù e l’estrazione dei componenti del Csm con determinati requisiti renderebbe meno forte il ruolo delle correnti dei magistrati. Aria nuova”. Insomma, assessore Alessandro Onorato, ci dica: voterà sì alla riforma costituzionale? “Dipende. Voterei sì. Però, se la Meloni e Nordio continuano a utilizzare il referendum per fini politici, senza occuparsi del merito, voterò contro. Mi dispiace che in Italia non si riesca mai ad affrontare un referendum o una riforma discutendone il contenuto. La responsabilità è della politica. Non stupiamoci se poi i cittadini si allontanano e il partito più grande continua a essere quello dell’astensione”. Lo dice, parlando col Foglio, l’assessore al Turismo, allo Sport e ai Grandi eventi del comune di Roma. Ma soprattutto volto nuovo del centrismo italiano con il suo “Progetto civico Italia”.
Anche molti esponenti del Pd, a partire da Goffredo Bettini, ma anche figure autorevoli come il già presidente della Consulta Augusto Barbera, sostengono la separazione delle carriere. Perché a sinistra è ancora considerato un tabù? “In passato la sinistra era favorevole, non vorrei che oggi fosse una legittima reazione al costante tentativo di delegittimare la magistratura, che rimane un fondamentale elemento di garanzia della nostra democrazia”, argomenta Onorato. “Mi pare che anche Bettini che sul piano dei principi è assolutamente favorevole alla separazione, abbia espresso dei dubbi sul suo voto qualora tale materia diventasse l’occasione per la Meloni di sfondare su tutta la linea”. C’è ancora difficoltà a sinistra a muovere critiche al potere giudiziario? “Innanzitutto bisogna mettere la giustizia italiana nelle condizioni di esercitare fino in fondo il proprio mandato. Fin quando avremo tribunali con l’80 per cento in meno dei cancellieri necessari, i processi saranno inevitabilmente degli interminabili calvari. Allo stesso tempo sono altrettanto evidenti alcune storture nel Csm, con decisioni talvolta prese dietro condizionamento più o meno indiretto della politica”, spiega Onorato. Ma quindi, anche in virtù di una scarsa fiducia degli italiani nei magistrati, il referendum rischia di essere un autogol per Elly Schlein? “Capisco la posizione della segretaria del principale partito d’opposizione e di tutti gli altri partiti della nostra coalizione: in questa riforma la maggioranza non ha dimostrato alcuna apertura al dialogo, tanto che per quattro volte è stata ratificata in Parlamento senza che venisse cambiata una virgola”, risponde l’assessore della giunta Gualtieri.
Fatto sta che anche nell’area centrista in costruzione non sembra esserci uniformità di orientamento sul da farsi. “Non amo i posizionamenti geometrici, contano quelli politici e ribadisco che noi facciamo parte della coalizione di centrosinistra”, aggiunge ancora Onorato. “Quello che vogliamo costruire noi amministratori locali è un movimento che parli e dia risposte concrete ai bisogni dei cittadini. E sulla giustizia ci chiedono tempi certi per i processi, equità, imparzialità della magistratura dalla politica e che i processi civili siano una garanzia per le tante imprese o i cittadini che ormai arrivano a rinunciare a far valere i propri diritti. Tra costi e tempistiche infinite, molti preferiscono non affidarsi alla giustizia”. A proposito di convergenze con le opposizioni, “Progetto civico Italia”, che ha lanciato a Roma alla presenza di sindaci, amministratori ma anche leader del campo largo, parteciperebbe a eventuali primarie di coalizione? “Assolutamente sì, è giusto contribuire con le nostre idee per dare una nuova visione del paese. Vogliamo parlare dei problemi reali delle persone. Dalla sicurezza alla valorizzazione dei giovani, che oggi purtroppo non credono più in un futuro nel nostro paese”, dice allora Onorato.
“Vogliamo aiutare le famiglie: oggi mettere al mondo un figlio diventa un primo motivo di povertà. Vogliamo parlare a quel ceto medio che è troppo povero per essere supportato e troppo ricco per farcela da solo. Ma anche alle milioni di partite Iva e di piccole e medie imprese schiacciate tra una folle burocrazia e il turbocapitalismo delle multinazionali straniere che neanche pagano le tasse nel nostro paese”.
Chiudiamo con una domanda che guarda ai guasti del campo largo. Che effetto le fa vedere che a sinistra c'è ancora chi non prende posizione in maniera netta contro certe derive, come quella che ha portato l'ex deputato del Pd Emanuele Fiano a non poter parlare in un ateneo pubblico? Sui temi dell'intolleranza la sinistra dovrebbe avere più coraggio? “E’ stata una vicenda raccapricciante", conclude risolutamente Onorato. "L’antisemitismo è un male che nel 2025 bisogna affrontare in maniera ancora più netta. Mi sembra che l’estrema sinistra e la destra abbiano incredibili punti di contatto tipici di un’intolleranza che in Italia ancora si respira, ma anche in tanti altri paesi”.
Fratelli coltellini