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Le interviste

“Ora un tavolo sulle regole, non solo con i tassisti”. L'appello degli Ncc

Gianluca De Rosa

Dopo la sentenza della Corte costituzionale, che dà ragione su molti aspetti agli autisti, "serve una nuova legge organica sul trasporto pubblico non di linea che tenga conto delle istanze di ogni categoria". Dicono Giammarino, Martella e Proietti, rispettivamente presidenti di Federnoleggio, Fion e Anc

“Ormai è palese che ciò che è stato scritto dal ministero dei Trasporti va contro le norme costituzionali. Adesso è il momento di sederci tutti intorno a un tavolo e concertare insieme a tutte le parti interessate, e una volta per tutte, una nuova legge organica sul trasporto pubblico non di linea che tenga conto delle istanze di ogni categoria, non solo di quelle dei tassisti. Al ministero e al ministro Salvini chiediamo finalmente imparzialità nello scrivere le regole, non possono continuare ad ascoltare solo una campana: quella dei taxi”, dicono al Foglio Leonardo Giammarino, Davide Martella e Roberto Proietti, rispettivamente presidenti di Federnoleggio, Fion e Anc, tre delle principali sigle che rappresentano gli Ncc. “Se Salvini non vuole farlo – aggiungono –, chiediamo direttamente al resto del governo di intervenire”. La notizia è nota. Martedì la Corte costituzionale, su ricorso della regione Calabria, ha emesso una sentenza che boccia molte delle regole capestro nei confronti degli autisti.

 

Una vittoria degli Ncc su tre aspetti cruciali: i venti minuti di attesa tra una corsa e l’altra (salvo che l’auto non rientri in rimessa), il divieto per le compagnie di noleggio di sottoscrivere contratti di durata con alberghi e strutture ricettive e la piattaforma unica del ministero per la compilazione del foglio elettronico (una regola che, dice la Consulta, vìola la libertà d’iniziativa economica per eventuali operatori privati che vogliono usare questo servizio e la neutralità tecnologica: il foglio si può fare anche su altro formato). “D’altronde – dice il presidente di Fion Martella – nelle varie riunioni che abbiamo fatto al ministero abbiamo sempre evidenziato come quel decreto fosse incostituzionale e invadesse un campo che non rientra nelle competenze statali: in base al titolo V della Costituzione la gestione delle regole di dettaglio sul trasporto pubblico non di linea spetta alle regioni. Inoltre era già evidente come quei decreti si scontrassero persino con la norma primaria che distribuisce le competenze sul nostro settore su tre livelli: statale, regionale e comunale”.

 

“Ma al ministero – aggiunge il suo collega Giammarino – hanno preferito andare avanti senza ascoltare le categorie e imponendo il decreto. In questo modo hanno creato per via normativa una sproporzione di obblighi enormi tra noi e l’altro settore del tpl non di linea, i taxi, sui quali non è stato posto alcun tipo di nuovo obbligo, generando di fatto una situazione di grave concorrenza sleale”. Ma non è solo la Consulta a confermare le ragioni degli autisti, anche se questa sentenza secondo loro è molto importante. I rappresentanti degli Ncc rivendicano diverse vittorie: “Su nove ricorsi presentati al Tar – dice ancora Giammarino – ne abbiamo vinti nove, ma il ministero, non contento, ha deciso lo stesso di fare ricorso al Consiglio di stato. Questa sentenza della Corte costituzionale però ci rassicura: di fatto ripete quello che dicono i Tar, rendendo molto complicato per il Consiglio di stato ribaltare il giudizio”. L’obiettivo di fondo degli Ncc, quello di una nuova legge organica sul tpl non di linea, almeno sulla carta, è condiviso anche da Salvini. La legge quadro attualmente in vigore – quella che distingue i taxi come servizio di piazza e gli Ncc come servizio su prenotazione – è del 1992, vecchia di 33 anni, quando non c’era internet, i servizi di prenotazione online e la possibilità di utilizzare la tecnologia anche per la compilazione di tutti gli obblighi burocratici. “E’ una norma vecchia e rattoppata”, dice il presidente di Anc Proietti.

 

Ma è possibile trovare un punto di incontro tra le richieste dei tassisti e quelle degli Ncc? “Noi – risponde Giammarino – faremo delle proposte, che non andranno bene ai tassisti, loro ne faranno altre che non andranno bene a noi, però alla fine dovremmo trovare per forza un punto d’incontro, anche perché ora, con il guazzabuglio normativo che si è creato, si sono incuneati una lunga serie di servizi alternativi al taxi e al noleggio che nessuna norma gestisce e che, come l’abusivismo, finisce col danneggiare tutti”. Tra i punti che più scaldano gli Ncc c’è quello del registro elettronico. “Sono segnati all’interno meno del 50 per cento di taxi e Ncc, anche perché il sistema non funziona”, dice Martella, presidente della Fion, che poi fa un esempio concreto: “Se cambiamo l’autista di una macchina, anche se i dati dell’auto erano già stati inseriti, il sistema non lo riconosce e uno è costretto ad aprire un ticket, il registro deve sentire il comune di riferimento e solo dopo si può iniziare a lavorare”.