le reazioni

L'arresto di Almasri in Libia scatena la bufera politica contro il governo in Italia

Il generale libico accusato di torture, già fermato in Italia a gennaio scorso e poi scarcerato e rimpatriato, è ora in prigione a Tripoli. L’opposizione italiana attacca. Conte parla di “umiliazione nazionale”, Schlein e Renzi chiedono scuse e chiarimenti, mentre dall'esecutivo si affaccia solo Tajani, per dire: “Non me ne sto occupando”

L’arresto oggi in Libia del generale Osama Njeem Almasri – accusato di torture e responsabilità nella morte di detenuti – ha provocato immediate reazioni politiche in Italia, con l'opposizione che mette di nuovo sotto accusa il governo guidato da Giorgia Meloni. Nel gennaio scorso, infatti, Almasri era stato arrestato in Italia su mandato della Corte penale internazionale, ma poi era stato scarcerato e rimpatriato in Libia con un volo di stato italiano. Al momento, non risultano dichiarazioni ufficiali dell'esecutivo con una posizione unitaria: il ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe risposto “Non me ne sto occupando” ai cronisti che gli chiedevano un commento.

  

Le forze politiche di opposizione hanno reagito in modo molto duro alla notizia dell'arresto. Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha parlato di "umiliazione per il governo Meloni", accusando l’esecutivo di avere "calpestato il diritto internazionale e la Corte penale internazionale. Alla fine Almasri, un torturatore con accuse anche per stupri su bambini, è stato arrestato in Libia", dice Conte. "Invece la nostra premier e i nostri ministri lo hanno fatto rientrare a casa con voli di Stato, con la nostra bandiera, calpestando il diritto internazionale e la Corte penale internazionale, il cui Statuto a tutela dei diritti è stato firmato a Roma. Non è questa l'Italia". 

Al'attacco anche Elly Schlein. "Evidentemente – dice la segretaria del Partito democratico – per la procura in Libia il diritto internazionale non vale 'solo fino a un certo punto', come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani". 

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha affermato che "il governo Meloni è il governo dell’ingiustizia" ed ha accusato l’esecutivo di aver "liberato Almasri e pagato un volo di stato con tutti gli onori, scrivendo una pagina vergognosa nella storia delle Istituzioni del nostro Paese". 

Nicola Fratoianni, segretario di Alleanza Verdi e Sinistra, ha scritto su X: "Quello che Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno impedito a gennaio, violando la legge, ora accade in Libia. Un po’ di vergogna da Palazzo Chigi, no eh?". 

  

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia, sostenendo: "Cos’altro deve accadere se non l’arresto in Libia di Almasri… perché Nordio si dimetta?".

In aula alla Camera, Cafiero de Raho dei 5 stelle ha chiesto al governo di "riferire con urgenza". Una richiesta cui si sono associate anche le altre opposizioni.

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