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Zaia si smarca da Salvini: "La Corte dei conti sul Ponte? Il tema va affrontato da un punto di vista tecnico-legale"
"Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima. Deciderà il governo se impugnare o meno il provvedimento". Il presidente del Veneto smorza i toni del suo leader. Poi glissa su Vannacci. Il Doge a Roma per il Consiglio federale della Lega
"La decisione della Corte dei conti sul Ponte? Il tema va affrontato da un punto di vista tecnico e legale". Il presidente del Veneto Luca Zaia si smarca da Matteo Salvini (e da Giorgia Meloni) che ha parlato invece di "scelta politica", di invasione di campo da parte dei giudici. Ieri il vicepremier leghista aveva difeso l'opera che vuole collegare Calabria e Sicilia anche durante il question time alla Camera: "Andremo avanti".
"È fondamentale dire che si vada avanti", ha detto davanti alla Camera a Roma, in attesa di entrare al Consiglio federale del Carroccio, in programma oggi. Vertice che con tutte le probabilità non vedrà la partecipazione di Salvini, occupato in un vertice d'urgenza a Palazzo Chigi proprio riguardo al Ponte. Prima ancora c'è stata una riunione al Mit.
Si tratta di un'invasione di campo come sostiene la premier Giorgia Meloni? "Io non conosco il provvedimento, mi sembra di capire che se si arriva a una impugnativa di questo genere tra gli interlocutori non ci sia stato dialogo", ha detto Zaia.
Riguardo le prossime elezioni in Veneto, il presidente ha detto che sta "andando tutto bene". Ma bene in generale o bene perché manca un generale? (Vannacci) "Bene perché abbiamo una legacy di quindici anni di amministrazione che si conclude con le olimpiadi, noi partiamo da questo, dai territori", dice.
Infine il governatore ha rilanciato ancora una volta il modello tedesco Cdu-Csu: "Ho portato come elemento di discussione, meglio ancora di riflessione, l'idea che in un paese che si sta dotando di un federalismo, il federalismo dovrà entrare in maniera endemica anche nei partiti e ho sempre detto che un modello che secondo me funziona è bavarese. Poi ci si può ragionare ma sarà inevitabile fare questo, alla fine". Con buona pace di Salvini, che solo pochi giorni aveva definito "chiacchiere senza fondamento" ogni ragionamento interno alla Lega su questo tema.