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la riunione
La Corte dei conti boccia il Ponte, l'ira di Meloni. Salvini: "Andiamo avanti" e rilancia sulla manovra
La premier: "Invasione dei giudici". Intanto Il leader della Lega vede Giorgetti e prepara gli emendamenti, dalla pace fiscale alle banche e al Piano casa "I tagli alle infrastrutture? Fake news". Oggi il Consiglio federale (Vannacci ci sarà, in collegamento)
Matteo Salvini difende il suo Ponte dalla Corte dei conti (mentre Giorgia Meloni attacca: “Invasione sulle scelte del governo”) e prepara gli emendamenti, dalle banche alla pace fiscale. I tagli alle infrastrutture? Tutte fake news, colpa dei soliti giornalisti. E poi c’è il Piano casa. Dopo Viktor Orbán (e le consuete polemiche), il leader della Lega torna in modalità manovra.
A ora di pranzo Salvini convoca i suoi economisti, il gran consiglio del Carroccio. Ci sono gli irriducibili Borghi&Bagnai, c’è Armando Siri e il sottosegretario Federico Freni. Soprattutto c’è Giancarlo Giorgetti, che ci mette la faccia e rassicura il suo segretario. “Aumentate il contributo delle banche? Non sono né il Papa, né Trump. Deciderà il Parlamento. Gli affitti brevi? In manovra ci sono cose più importanti, ma anche su questo deciderà il Parlamento”, risponde a margine il ministro dell’Economia (che più tardi sul punto sarà punzecchiato dal ministro della Pa, il forzista Paolo Zangrillo).
Si sono riuniti al ministero dei Trasporti, nella casa di Salvini, per fare la sintesi in vista della discussione sulla Legge di bilancio, in programma nelle prossime ore al Senato. “Nessun taglio alle opere”, fa sapere il Carroccio. Giorgetti parla “fake news”. Dal partito di via Bellerio si ribadisce quindi che non era vero nulla, che nessuno aveva capito, nemmeno l’altro vicepremier, il forzista Antonio Tajani, che qualche giorno fa ha invitato Salvini “a occuparsi della Metro C di Roma”. Con una nota, spiega ancora la Lega, nella legge di Bilancio “si è finalmente attuata una operazione salva conti che collega le disponibilità finanziarie all’effettiva maturità delle opere, permettendo così di non bloccare inutilmente fondi pubblici”. Cioè? Il ministro Giorgetti la spiega così: “Abbiamo chiarito che si tratta di rimodulazioni temporali, non c’è nessun taglio”. I soldi insomma ci sono. “Per le metropolitane ma non solo. C’è un’ampia letteratura che avete contribuito ad alimentare in questi giorni – risponde ancora ai giornalisti il titolare dell’Economia – ma fa parte di una normale dialettica tra Mef e ministeri”. Sarà. Per la Lega comunque da oggi parte la battaglia in Parlamento. Salvini non parla in prima persona, lo farà più tardi alla Camera durante il question time. Quello in cui il ministro dei Trasporti dice: avanti tutta sulla Tav e soprattutto sul Ponte di Messina, che in queste ore è stato bocciato dalla Corte dei Conti, tanto che l’interrogante Angelo Bonelli è pronto “a denunciare Salvini alla Corte di Giustizia europea”.
Ma intanto le priorità per finanziaria sono chiare: lavorare ancora per aumentare il contributo delle banche e poi allargare la platea dei beneficiari della pace fiscale, un cavallo di battaglia. “Questi sono gli obiettivi e mi sembra siano abbastanza. Stiamo lavorando agli emendamenti”, conferma al Foglio l’ex sottosegretario Armando Siri, oggi coordinatore dei Dipartimenti del partito. “In più dobbiamo alzare il tetto a 100 mila euro per la Flat tax e sistemare ancora alcuni aspetti per completare una rottamazione delle cartelle che sia il più ampia ed efficace possibile”. E il Piano casa? Nel comunicato la Lega non ne fa menzione. Ma Siri assicura che su questo tema ci saranno altri emendamenti. Del resto sono giorni che Salvini va in giro a dire che non ci sono soldi e che di questo passo il Piano casa può farlo solo “con i lego”. Per l’anno prossimo, la manovra non prevede stanziamenti in questo senso, arriveranno circa 660 milioni solo nel 2027. Ma servirebbero miliardi e subito. Salvini li vorrebbe dalle banche. Non sarà facile considerando la posizione e le barricate di Forza Italia. Mentre Giorgetti spiega invece che per il 2026 “ci sono risorse sia sul fondo per il Clima che per quello di Sviluppo di coesione”.
Ne riparleranno probabilmente oggi, a Montecitorio, dove alle 10 è convocato il Consiglio federale del Carroccio: all’ordine del giorno ci sono i regolamenti per i prossimi congressi regionali.Ma è difficile che non ci sia un passaggio sulla manovra. A differenza dell’ultimo vertice a Milano, questa volta, almeno in collegamento, ci sarà anche il generale Roberto Vannacci, impegnato in Veneto per la campagna elettorale.