(foto Ansa)
strane convergenze
A Cgil e Legacoop piace (in parte) il Dl Sicurezza sul lavoro. Imbarazzo Pd
Sull'intervento del governo ci sono state aperture del sindacato di Landini (e dell'associazione di cooperative molto forte in Emilia-Romagna e Toscana). La senatrice Camusso: "Un giudizio? Voglio vedere prima il testo definitivo. Per ora sembra un lungo elenco di promesse"
Persino la Cgil ha riconosciuto che l’intervento del governo per rafforzare la sicurezza sul lavoro “va in una direzione utile”. Finanche un riferimento della sinistra appenninica (e non solo) come Legacoop dice che “il cosiddetto ‘Decreto lavoro sicurezza’ contiene sicuramente alcuni interventi positivi”. E allora nel Pd da qualche ora ci s’è rifugiati in una specie di imbarazzato silenzio. Come a dire: se è lo stesso sindacato guidato da Landini a concedere all’avversario politico che ci sono spunti positivi, se è un soggetto con cui si interloquisce in maniera naturale da decenni a rinvenire novità apprezzabili, come facciamo semplicemente a dire di no? Del resto, il decreto licenziato martedì dal Consiglio dei ministri, e rivendicato dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, è il seguito di una serie di interlocuzioni avute dal governo con i sindacati, che la scorsa primavera, dopo un primo giro di consultazioni sulla materia “lavoro e sicurezza”, si erano detti soddisfatti. E una tappa ulteriore di un iter cominciato a ridosso del primo maggio scorso, quando fu la premier Giorgia Meloni a intestarsi un intervento ad hoc del governo a garanzia della sicurezza sul lavoro.
Ma andiamo con ordine. Nel decreto legge “sono state recepite alcune delle osservazioni da noi a lungo sollevate”, ha detto ieri la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David. Accompagnando l’apertura a una serie di rilievi perché “nel complesso, resta un provvedimento che non incide in alcun modo sul modello di impresa responsabile di stragi continue, basato su precarietà, subappalti a cascata, mancato rispetto dei Ccnl, compressione di costi e di diritti”. Ciò detto non sono da poco le cose che al sindacato rosso piacciono: tra gli interventi definiti “positivi” da Re David vi sono “i contributi in agricoltura e a sostegno del lavoro agricolo di qualità, l’introduzione del badge di cantiere in edilizia e in altri ambiti ad alto rischio”. Ma anche “l’assunzione dei medici Inail ora a tempo determinato, l’ampliamento dell’organico degli ispettori dell’Inl e del nucleo carabinieri per la tutela del lavoro”. Anche se i numeri vengono ritenuti ancora ridotti. E’ per questo che rappresenta un inedito la constatazione, da parte della Cgil, che “alcuni provvedimenti vanno in una direzione utile”. Anche se, per non dare troppo credito all’esecutivo, Re David aggiunge pure che “non c’è il salto di qualità necessario per rimettere le lavoratrici e i lavoratori al centro”.
Alcune misure del decreto, poi, sono state particolarmente apprezzate dalle Cgil locali. “Nel nuovo Decreto sicurezza sul lavoro viene finalmente accolta una nostra battaglia storica: il badge obbligatorio nei cantieri. Uno strumento che, se ben applicato, può aiutare a contrastare l’illegalità”, è stato il commento di Natale di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio, e quello di Diego Piccoli, Segretario generale Fillea Cgil Roma e Lazio. Come detto però un’importante apertura c’è stata anche da Legacoop: “Sono certamente apprezzabili il rafforzamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, l’impegno per potenziare la formazione in materia di sicurezza, il sostegno ai dispositivi di protezione innovativi, così come l’estensione delle tutele assicurative Inail agli studenti dei percorsi scuola-lavoro anche negli infortuni in itinere”, ha osservato il presidente Simone Gamberini. “Positiva anche la previsione di borse di studio per i superstiti di lavoratori deceduti per infortunio o malattia professionale, una misura certo non in grado di lenire le perdite, ma che risarcisce, almeno in parte, chi ha subito un infortunio o i suoi congiunti”, ha aggiunto Gamberini. Chiedendo che il confronto con le parti sociali non si fermi.
Si capisce allora l’imbarazzo del Pd, così fermo nella difesa delle battaglie della Cgil, e che adesso non sa bene che posizione prendere. “Il decreto? A ora sono solo bozze. Preferisco leggere il testo definitivo”, ci dice sottraendosi dalla querelle l’ex segretaria Cgil e ora senatrice del Pd Susanna Camusso. E quando le facciamo notare che nel testo dovrebbe esserci circa un miliardo per mitigare gli infortuni sul lavoro, è ancora Camusso ad aggiungere: “Per adesso sembra un lungo elenco di promesse. Vedremo”. Chissà se pure il Pd arriverà a dire che anche questo governo ha fatto cose buone.