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legge di bilancio

Salvini chiede ancora aiuto a Giorgetti, "non mi massacrare". il ministro: “Sugli affitti brevi non ero distratto”

Carmelo Caruso

Il vicepremier leghista bussa ancora alla porta del titolare dell'Economia e compagno di partito ma Giorgetti  risponde con un prontuario per i suoi colleghi ministri. La sponda del Colle sulla manovra

Salvini fa spuma e Giorgetti fa il bigino. La manovra tocca vette accademiche.  Salvini, Salvinibank, ripete a Giorgetti che con i suoi definanziamenti lo massacra e che alle banche bisogna chiedere ancora di più per finanziare il Piano Casa. Pirandello avvertiva Giacomino e Salvini avverte Giancarlino. E che cavolo, pensa Salvini: Giancarlino, siamo amici, no? Sgancia. Non funziona. Il ministro in quel di Bassano del Grappa, per la campagna di Alberto Stefani (lo hanno intercettato gli inviati superspeciali di Quarta Repubblica) informa che a lui “interessa solo che i conti, tornino, ma se ci sono idee migliori, per trovare le risorse, ben vengano” e che “sugli affitti brevi la norma non è entrata per distrazione”.

 

Insomma, Giorgetti, in Cdm, la pennica non l’ha fatta e precisa: “Io non sono mai distratto perché quando curo i soldi di tutti ho il dovere di essere sempre concentrato”. Ma Giancarlino si occupa anche dell’istruzione dei colleghi. Da quanto fa sapere Giorgetti, i ministri a cui ha tagliato tanti miliardini (eccetto Lollobrigida che ne guadagna ancora, ma lui è Lollo settebellezze) non sanno formulare le proposte, tecnicamente. Dice Giancarlino: “Ho chiesto agli uffici di fornire anche gli strumenti tecnici per fare correttamente le proposte, una sorta di bigino per ministri”. E’ felice perché sulla manovra ha la sponda di Meloni ma anche del Quirinale (il 22 ottobre l’ha ricevuta  da Palazzo Chigi e l’ha trasmessa al Senato in tempi record). Solo che Salvini è nella fase bum, bum. Non gli frega un bigino che Giorgetti abbia siglato un patto da cavaliere con lui, con le banche e Tajani. L’accordo, dopo che le banche hanno sganciato cinque miliardini, era: “Adesso abbassiamo i toni”. Solo che Salvini sta lottando contro Tony Tajani, spericolato. Salvinibank è convinto che la sua linea sia vincente e che Tajani stia andando nel pallone. A proposito, Salvini ci fa sapere che nelle prossime settimane si trasferisce, letteralmente, in Veneto, a fare campagna elettorale per Stefani, il Dogino. Salvini, che oggi incontra Orbán, in Veneto deve superare Meloni. Un po’ di soldini, un po’ di attenzioni. Salvini ha solo bisogno di coccole. Pensaci, Giancarlino! 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio