FOTO ANSA

il caso

A Torino la proposta di cittadinanza onoraria a Francesca Albanese spacca Pd e M5s

Redazione

Alla conferenza dei capigruppo odierna del consiglio comunale di Torino non sono mancate tensioni. La proposta di Valentina Sganga (M5s) incontra la contrarietà dei consiglieri di Pd e +Europa: "Proposta che divide invece di unire"

La proposta di cittadinanza onoraria alla relatrice speciale alla Nazioni Unite sui Territori Palestinesi occupati, Francesca Albanese, divide il Consiglio comunale di Torino. Il 15 settembre scorso la consigliera comunale del M5s Valentina Sganga ha depositato una mozione per conferire la cittadinanza onoraria ad Albanese. Sin da subito questa decisione ha innescato polemiche con Forza Italia che ha attaccato: "Siamo contrari, alimenta il terrorismo." Oggi un passo in avanti. La conferenza dei capigruppo infatti ha discusso sul "se" e sul "quando" calendarizzare la mozione. E le divisioni si sono palesate. Moderati e Demos hanno fatto sapere che non parteciperanno alla discussione dell'atto. Anche il consigliere Pd Angelo Catanzaro, ha comunicato che si asterrà al momento del voto in aula, così come anche il consigliere di Radicali +Europa Silvio Viale. Per i due consiglieri si tratta di una proposta "che divide invece di unire, come dovrebbe fare il conferimento della cittadinanza onoraria." 

Resta dunque da capire quando la mozione verrà discussa. La capigruppo di questo pomeriggio non ha sciolto questo nodo che sarà affrontato in una nuova riunione venerdì.  Intanto, conscio di un problema che sta per arrivare, Claudio Cerrato, capogruppo Pd in consiglio, fa sapere che per lui si tratta di "un atto simbolico importante" ma che bisognerebbe prima riflettere sull'opportunità politica di presentarla "per non rischiare di avere il risultato opposto a quello desiderato se non sarà approvata." Di tutt'altra opinione la proponente della mozione, la pentastellata Sganga: "la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese è molto più di un atto simbolico: è una presa di posizione contro il silenzio, la paura e l'ambiguità che per anni hanno circondato la questione palestinese. So che sarà difficile raggiungere la maggioranza su questo atto - continua la consigliera - e mi sono chiesta se fosse opportuno andare avanti ma ho deciso di sì perché è importante metterci la faccia. Anche se non ottenesse la maggioranza, resterà il suo significato più profondo, dire da che parte stiamo."

Di più su questi argomenti: