(foto Ansa)

Manovra alla sbarra

Parla Zangrillo. Il ministro azzurro annuncia fuoco amico sugli affitti brevi

Marianna Rizzini

Sulla legge di Bilancio Forza Italia si trova di fronte a decisioni che impattano su due storiche battaglie del fondatore. “Questa è una manovra che presenta una serie di punti sui quali il mio partito ha combattuto molto”, dice il ministro della Pubblica amministrazione

La manovra, l’Europa, le tensioni nella maggioranza e Forza Italia che si trova di fronte a decisioni che impattano su due storiche battaglie del fondatore Silvio Berlusconi: la casa e le banche. Chiediamo lumi al ministro azzurro per la Pa Paolo Zangrillo: un governo di centrodestra che smantella i cavalli di battaglia del Cav.? “Questa è una manovra che presenta una serie di punti sui quali il mio partito ha combattuto molto”, dice Zangrillo. “Parlo per esempio del tema fiscale, su cui abbiamo portato a casa una riduzione dell’Irpef dal 35 al 33 per cento per i redditi fino a 50 mila euro. Ma certo non ci piace la norma sugli affitti brevi. Forza Italia ha considerato la casa come un punto di riferimento per la famiglia; è un tema che fa parte del nostro Dna e vogliamo impegnarci per modificare la norma in Parlamento: ci stiamo infatti rivolgendo a una popolazione di persone che spesso arrotonda le entrate di famiglia con questo tipo di attività”.

 

Dice Zangrillo che “la presenza della norma stessa è stata una sorpresa: non se n’era parlato nelle interlocuzioni preliminari o in Cdm. Appena ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo espresso la nostra assoluta contrarietà”. Sulle banche Zangrillo cita il segretario di FI Antonio Tajani: “Non siamo né nemici né amici delle banche. Le banche devono fare il loro mestiere: fare credito e accompagnare il sistema-impresa nel supportare lo sviluppo del paese. Il tema degli extraprofitti è un non-tema, non esiste in economia una definizione di extraprofitto. Che poi ci sia la possibilità di dialogare con le banche e di verificare l’opportunità di chiedere loro un aiuto per sostenere la manovra, questo è possibile”. In questi giorni stiamo assistendo a uno scollamento della Uil rispetto alla voce della Cgil.

 

Questo può facilitare la contrattazione per la PA? “Abbiamo affrontato il tema dei rinnovi dei contratti pubblici”, dice Zangrillo, “con un obiettivo molto chiaro: recuperare i ritardi accumulati nel settore pubblico in termini di rinnovi salariali per cercare di dare continuità agli stessi, e nelle manovre del 2023 e del 2024 sono stati stanziati 20 miliardi. Io sono arrivato a fine 2022 e mi sono occupato nel ’23 della chiusura dei contratti della tornata ’19-’21, recuperando i ritardi accumulati dai governi precedenti. Abbiamo fatto un lavoro molto importante nella tornata di rinnovi ’22-’24, ma in quel frangente abbiamo riscontrato una posizione di contrarietà nella Cgil e nella Uil, che indicavano necessità di ulteriori risorse. Mi è parsa una posizione non negoziale ma politica, suggerita dal leader della Cgil Maurizio Landini – che peraltro non ha mancato, nell’ultimo anno e mezzo, di incitare alla rivolta sociale. La Uil però, già prima dell’estate, ha assunto una posizione più dialogante nei tavoli che mancano per la tornata ’22-’24: enti locali e istruzione. Sono ottimista: credo ci siano le condizioni per chiudere a breve, e garantire così la continuità nei rinnovi contrattuali, anche se la Cgil continua a mantenere una posizione di chiusura, specie al di fuori del tavolo negoziale”.

 

Meloni parla dell’Italia come di un solido paese europeo, ma non sembra disponibile ad allentare il sistema di veto nelle procedure di voto tra i 27 paesi della Ue, a differenza di Tajani (che ieri ha detto: “Penso si debba fare qualche passo avanti”). Le tensioni nella maggioranza, anche tra Lega e FdI e Lega e FI in materia di politica estera ed economica, possono trasformarsi in strappi? “Penso sia fisiologico”, dice Zangrillo, “che ci siano sfumature diverse all’interno della stessa coalizione: tre sono i partiti che la compongono. La posizione che esprime FI sulla Ue, attraverso Tajani, tiene conto dell’esperienza in seno alle istituzioni europee negli anni in cui spesso ci si è trovati a dover assumere decisioni importanti, bloccati però dal sistema dell’unanimità. Meloni ha espresso una posizione legittima, d’altronde in Europa i partiti che fanno parte della nostra coalizione si distribuiscono in diversi gruppi, ma non credo questo possa rappresentare un pericolo per la tenuta del centrodestra”.

 

E le divergenze con la Lega? “Stiamo affrontando una manovra molto complessa, con margini ridotti, dovendo bilanciare l’esigenza di rispettare i parametri europei e quella di dare risposte alle priorità dei cittadini, in un paese dal debito pubblico ancora altissimo e che deve ora garantire anche il rispetto degli impegni europei in tema di sicurezza e difesa. Ma il vero valore di questo governo è la stabilità, quella che ci ha consentito di offrire un’immagine di un paese stabile e con i conti in ordine, messaggio importante per gli investitori stranieri. E a nessuno, nella maggioranza, sfugge questo dato”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.