Palla al centro?

Meglio Conte di Schlein per il Mastella conteso a Napoli

La gara per la Campania, e le mosse per la guida del centrosinistra

Marianna Rizzini

L'ex premier a Cinque Stelle ruba la scena ai possibili federatori al centro del centrosinistra e alla segretaria dem Elly Schlein, tanto che qualcuno pensa che potrebbe correre lui, invece di lei, come candidato premier. “Non mi spaventa”, dice Mastella: “Si può essere premier, come Giovanni Spadolini, anche con il 3 per cento

 Tutti pazzi per Clemente Mastella, d’un tratto. E per Giuseppe Conte, anche. A destra e a sinistra, dopo tanto parlare contro il sindaco di Benevento, c’è ora chi, in Campania, vorrebbe portarlo nel proprio campo e chi spera di trattenerlo come talismano della fortuna, nel senso dei consensi che possono fare la differenza il 23 novembre. E tutti, fuori dalla regione, osservano le mosse del redivivo Giuseppe Conte, ex premier a Cinque Stelle che ruba la scena ai possibili federatori al centro del centrosinistra e alla segretaria dem Elly Schlein, tanto che qualcuno pensa che potrebbe correre lui, invece di lei, come candidato premier. Meglio Conte di Schlein, dunque? “Non mi spaventa”, dice Mastella: “Si può essere premier, come Giovanni Spadolini, anche con il 3 per cento. E deve correre alla testa della coalizione chi, al momento del voto, ha più possibilità di vincere contro Giorgia Meloni, avversaria tosta”. Su Conte insomma Mastella non avrebbe preclusioni, pur essendo stato il più odiato dai Cinque Stelle ai tempi di Beppe Grillo. “Sono generoso. E ripeto, deve correre chi ha maggiori chance. Che sia Giuseppe Conte, che sia Gaetano Manfredi. Ecco, Silvia Salis un po’ meno. Non puoi passare dal lancio del martello alla leadership nazionale, ci vuole un po’ di tempo per fare esperienza”. E Schlein? “Beh, tranne che non recuperi terreno”, dice Mastella, “Schlein ha guardato a sinistra, pensando al campo largo, ma se poi non hai la stoffa per coprirlo tutto, che fai? Poca stoffa, pantaloni a zompafosso.  Iniziasse a guardare al centro”. Guardano al centro i civici di centrosinistra, tra cui proprio la sindaca di Genova Salis e il sindaco di Napoli Manfredi, convocati due giorni fa nella capitale dall’assessore ai Grandi Eventi del Comune di Roma Alessandro Onorato. E guardano al centro anche l’ex vertice dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e l’ex premier Matteo Renzi. Troppo affollamento? “Macché, in Italia al centro ci sono solo io”, dice Mastella: “Poi, per carità, ogni sforzo in questa direzione è giusto, purché non ci sia avarizia. Lo dico senza avere ambizioni  di carriera, vista anche la mia età. Ma ti pare che fai una riunione come quella e non inviti Mastella, sindaco di centrosinistra di un grande comune campano? Se vanno avanti così, non risolveranno mai il problema: mettere insieme tutti quelli che sono di centro. Lo dico con affetto e stima verso Goffredo Bettini, che quell’evento ha animato: non è che qualcosa esiste perché lo si decide a tavolino”. Lo dice anche Ruffini. “Concordo. E si ricordi che, nel 2006, il centrosinistra ha vinto con me, democristiano puro, e da lì in poi ha arrancato, alleandosi con chiunque. Il centro non lo puoi fare in modo elitario”. Nemesi vuole che oggi Mastella sia conteso, dopo essere stato scansato. “Può far piacere dal punto di vista personale. Ma non ho fatto questa scelta per essere corteggiato. Sto qui per rappresentare un’idea politica che a sinistra non c’è. Se non hai il centro perdi. Bisognava riconsiderare l’idea della Margherita, è stato un errore storico averla spezzata”. Mastella  avverte i naviganti campani: “Bisogna fare attenzione. Se Vincenzo De Luca si alza e ogni giorno spara contro Roberto Fico non si va lontano, anche perché Fico l’ha scelto il suo partito, il Pd. Non io. Io l’ho accettato; tra l’altro Fico è uno dei pochi democristiani nei Cinque Stelle: mite, pacato. De Luca ora avrebbe il dovere morale, come persona saggia, di guidare questo processo, secondo la lezione di Ciriaco De Mita e Aldo Moro”. E se gli scontenti per la scelta di Fico ricorressero al voto disgiunto? “Sarebbe da cretini. Lo dico presentandomi da solo, senza arche di Noè e senza aver candidato consiglieri uscenti”. 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.