
Ansa
via bellerio
Vannacci "diserta" il federale della Lega. Salvini frena i suoi team. E si butta sulla banche
Il generale non si collega al vertice: "Non si poteva. E comunque ero impegnato a Strasburgo". I militanti vannacciani (e anti Lega) lo pressano. Intanto il leader del Carroccio rilancia sugli extraprofitti e cerca di ricompattare le varie anime del partito
Il generale diserta e Matteo Salvini accende fumogeni. Dissimula e rilancia sulle banche, si muove tra il vecchio e il nuovo. Frena i team Vannacci ma si dimentica la Toscana. Era il giorno del Consiglio federale della Lega, quello dell’analisi del flop elettorale, del processo a Vannacci. Ma la prima notizia è che il vicesegretario non s’è presentato, nemmeno in collegamento. Come mai? “Ero in plenaria a Strasburgo fino a 5 minuti fa”, risponde al Foglio. L’europarlamentare al contrario respinge accuse e addebiti. Attacca. E a quei dirigenti che hanno sollevato il caso delle quote non versate al partito, dice velenoso: “Io sono abituato a rispondere direttamente alle persone. Quando qualcuno di questi dirigenti che parlano ai giornali me lo chiederà, allora risponderò”.
Sono quasi le 17 e il vertice del Carroccio, il chiarimento atteso dopo giorni di tensioni e malumori, è finito da poco, dopo circa tre ore. Si teneva a Milano, nella sede storica del partito come non succedeva un po’. “Si trattava di una riunione in presenza e non era prevista la possibilità di intervenire da remoto. Per questo non c’ero”, taglia corto Vannacci. “Come ha chiaramente detto anche Matteo Salvini non c’era nessuna resa dei conti. Sono illazioni dei giornalisti. E comunque – specifica – sarei stato impegnato in aula”. In realtà al vertice di via Bellerio, e lo ha fatto sapere la stessa Lega, più di uno si è collegato: dal Veneto il capolista Luca Zaia e il successore Alberto Stefani per esempio, salutati da un applauso. Oppure il ministro Giancarlo Giorgetti, alle prese con la Legge di bilancio. Il menù era vario, ma il nodo principale resta Vannacci, i suoi team e quella deriva troppo ideologica che non piace al fronte del nord, dai militanti ai governatori, fino ai capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo che non hanno mancato in questi giorni di far emergere il disappunto. Matteo Salvini ha cercato di ricompattare le truppe in vista delle prossime sfide, sottolineando l’importanza del lavoro sui territori. Se l’operazione è riuscita lo si capirà più avanti. Intanto la nota finale pubblicata dalla Lega passa in rassegna i temi affrontati. Ce n’è un po’ per tutti. E il segretario alla fine si dice “molto soddisfatto”. Sulle banche e sugli extraprofitti il Carroccio tornerà a spingere durante il dibattito sulla manovra, alla Camera e in Senato, è questo il mandato che arriva dal Federale. Si chiederanno detassazioni e nuove assunzioni per le Forze dell’ordine e più investimenti sulla sicurezza. Altro cavallo battaglia resta l’immigrazione, tema che il Carroccio intende affrontare con una grande manifestazione il prossi mo 14 febbraio a Milano e una proposta di legge che prevede: stretta sui ricongiungimenti familiari, un permesso di soggiorno a punti ed espulsioni, e poi maggiori controlli sui centri islamici. Quanto ai team Vannacci, la nota non li nomina direttamente ma viene spiegato: “Il consiglio federale ha ribadito che sono benvenute tutte le realtà e le associazioni che possono affiancare la Lega, a patto che non siano una realtà politica alternativa”. In altri termini non potranno chiedere candidature. Un messaggio per il generale, sempre più stretto nella morsa tra Lega e Mondo al contrario. Il tempo delle scelte si avvicina. E infatti, dice Stefania Bardelli, che guida i vannacciani di Varese: “Ci teniamo a ribadire che il Team Vidoletti, associazione culturale, non vuole essere ‘benvenuto’ ad affiancare alcun partito. Andiamo avanti liberi, civici, coerenti e indipendenti, continuando ad esprimere le nostre idee e le nostre posizioni”. Ma è soprattutto al suo generale che la bersagliera si rivolge: “Se a Vannacci questo non sta bene, ce lo dica chiaramente. In caso contrario noi non molliamo”.
E’ l’onda lunga del flop toscano, di cui almeno in pubblico Salvini – anche ieri – non ha troppa voglia di parlare. Ha ammesso che ci sono stati degli errori “di squadra”, ma non è stata colpa di un singolo. Vannacci invece la mette così: “Io non perdo mai. O vinco o imparo”. E questa volta? “Lo vedremo nel corso delle prossime analisi. Mi risulta che ieri si sia parlato di Campania e Puglia, delle prossime sfide”. Soprattutto il Veneto, dove il capolista Zaia ha promesso di “diventare un problema” e continua a parlare del modello tedesco Cdu-Csu anche per il Carroccio. Per il leader Salvini sono solo “chiacchiere”. Ma dalle parti del Doge non la pensano così.

La mossa dell'Elevato