
(foto Ansa)
il colloquio
L'ex ministro Visco: “Questa manovra è la nemesi della destra. Ora sono loro i tassatori. Ma bene i conti in ordine”
Il già titolare delle Finanze e del Tesoro: "Alzano l'Irap, la mia tassa che Berlusconi contestava. L'unica cosa rilevante che hanno fatto è non sfondare il bilancio pubblico"
Parla di “nemesi della destra”. Dice che coloro che “promettevano di abbassare le tasse, in realtà le hanno aumentate, senza dirlo”. E quindi, commentando la manovra, Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze e del Tesoro, ribattezzato dal centrodestra berlusconiano “Dracula” per le sue ricette in materia fiscale, fa notare come per ironia della sorte questa maggioranza abbia usato un aumento dell’Irap per tassare le banche. Irap introdotta proprio da Visco e che Berlusconi chiamava “Imposta rapina”. “Evidentemente chi dei berlusconiani la contestava lo faceva solo perché l’avevo fatta io”. Un appunto positivo a questo governo Visco si sente di farlo: “La destra non sfascia i conti, un inedito”.
Ma andiamo con ordine. Visco, già titolare delle Finanze e del Tesoro, ministro sia nel secondo governo Prodi che in quelli Ciampi e Amato, con una nomea di “tassatore”, commentando la legge di Bilancio vuole partire da un assunto: “Con questo governo la pressione fiscale è cresciuta di un punto percentuale”, dice al Foglio. “Dicevano di voler abbassare le tasse ma con il fiscal drag le hanno alzate ai lavoratori dipendenti. Mentre non hanno toccato gli autonomi, che sono il grosso dell’evasione”. In manovra, le tasse vengono alzate soprattutto verso le banche, da cui si spera di ottenere 11 miliardi nei prossimi tre anni. “Ma anche qui, bisognerà capire come funzionerà il meccanismo, perché se è su base volontaria non raccogli nulla”, ragiona l’ex ministro. “In linea di principio non credo sia incostituzionale prevedere una discriminazione nella tassazione di alcune categorie. Anche quando introducemmo l’Irap, ricordo che alcune categorie pagavano di meno, alcune di più. Quel che non mi piace è la tassazione corporativa, perché se tu pensi che il problema siano gli extraprofitti allora perché non colpisci anche quelli delle società farmaceutiche e delle imprese in generale?”. Anche l’aumento delle imposte sugli affitti brevi risponde a esigenze di cassa. Ma, come rileva ancora Visco, “quel che manca a questo governo è la capacità di elaborare un piano di sviluppo, di crescita, che si accompagni a una certa tassazione. Qualcosa che contrasti il fatto che siamo oltre il declino, con un reddito pro capite di 30 punti inferiore a 25 anni fa. E non è una consolazione che ora problemi di debito pubblico ce l’abbiano anche in Francia e Germania. Per questo dico che in questa legge di Bilancio alla fine c’è poco, quasi nulla. Anzi, forse solo una cosa da segnalare positivamente”. Prego, ci dica. “L’unica cosa rilevante che ha fatto questo governo in questi anni è che per la prima volta nella storia del Dopoguerra ha portato la destra italiana, moderata, radicale ed estremista, a non sfondare il bilancio pubblico. E’ un fatto inedito perché di solito uno dei compiti della sinistra, una volta arrivata al governo, era aggiustare gli sfasci nel bilancio lasciati dagli altri, per esempio dal berlusconismo ma anche dalla Democrazia cristiana”. Anche sulle pensioni, del resto, dopo anni di battaglia contro la riforma Fornero, nella maggioranza sono tornati a un approccio quasi austero, cancellando pure misure di bandiera come Quota 103. Tanto che la stessa Fornero ha salutato l’ingresso della Meloni nel novero dei governi dediti all’austerity. “Questo succede quando uno nega la realtà. E però poi governando a quella realtà ti devi attenere. Sarà che almeno il ministro Giorgetti queste cose le avrà capite”, aggiunge ancora l’ex ministro.
In un’inversione di ruoli, alla quarta legge di Bilancio, si può dire che è la destra che oggi s’è fatta Dracula e la sinistra che invece non sembra essere disposta a fare battaglie tenendo conto dei vincoli di bilancio? “Diciamo che a sinistra i leader evitano accuratamente di dire che farebbero una politica di rigore, ma credo che soprattutto il Pd non avrebbe problemi a proseguire in questo solco. I Cinque stelle, invece, potrebbero avere qualche richiamo della foresta. Ma questa cosa dovrebbe oramai essere acquisita sul piano politico”. Ce lo dica, prova soddisfazione a vedere che a destra applicano una ricetta a base di tasse dopo averla a lungo criticata? “Io ero l’uomo delle tasse solo perché avevo quegli incarichi e conoscevo il mestiere. Nel mio periodo le tasse le ho ridotte di cinque punti percentuali di pil, solo che quattro e mezzo li ho recuperati dall’evasione. Questa era la filosofia della mia azione”, conclude Visco. “Più che una soddisfazione personale, è una sorta di nemesi della destra”.

La mossa dell'Elevato