
Il racconto
Meloni e la manovra "delirio". Bozze, testi mai letti, liti Salvini-Tajani sulle banche. La premier: "Non facciamoci del male"
Tajani scopre tasse sugli affitti brevi, Salvini minaccia ancora le banche. Giorgetti si limita a dire: "Non commento bozze". Domani Meloni al Senato per parlare di Ucraina. Sul video di Trump, la premier fa sapere: "Nessuna trattativa bilaterale. Negozia la Ue"
Clamoroso a Chigi. Tajani e Salvini hanno approvato una legge di Bilancio, ma non sanno quale. Meloni e Giorgetti sono come Houdini. Le norme appaiono, le norme scompaiono. E’ la prestidigitazione di governo. Tony Tajani scopre che si aumenta la tassa sugli affitti brevi, sulla prima casa, ma dice al mondo intero: “Mai letta questa norma”. Salvini, Salvinacci, continua a minacciare le banche perché “se si lamentano non sono cinque, ma sono sei, sette miliardi”. Scoppia il battibecco fra Tajani e Salvinacci. Tajani fa il vocione: “Non c’è un solo partito che decide per tre”, Salvini gli risponde alla Lenin. Niente. Si è salisizzato, sogna l’esproprio proletario, come Ilaria. E’ cominciata. E’ la “bozzofila”. Nessuno ha il testo definitivo della manovra ma se ne spacciano come gli antiquari spacciano prime edizioni, e sono tutte fasulle, provvisorie. Meloni che domani parlerà di Ucraina al Senato ha un Trump per capello (il suo video patacca sulla trattativa bilaterale con l’America l’ha inguaiata) e fa sapere a Tajani e Salvinacci: “Basta, non facciamoci del male da soli”. La manovra è mobile come l’aria del Rigoletto.
Ci attendono grandi giornate. Una manovra definita “fluida”, una manovra da “ceto medio”, una manovra, ecco… una manovra scritta con l’inchiostro simpatico. Di fatto nel testo sono state inserite norme per poi dire a Tajani e Salvini: “Se fate i bravi, ve ne tolgo una e ve ne aggiungo un’altra favorevole”. Le leggi di Bilancio funzionano così. I siti distribuiscono molliche di manovra e Lega e Forza Italia si azzuffano come polli nella stia. Giorgetti, al Mef, si chiude nel suo Sacro monte, la sua stanza, e fa sapere che lui “non commenta le bozze”.
Nel Cdm di venerdì, quando si sono presentati in conferenza stampa, sorridenti, Tajani e Salvini hanno approvato sulla fiducia. Tajani si definiva “soddisfatto” ma scopre ora che delle normette non gli vanno a genio. E’ gara a chi trova l’articolo malmostoso. Guido Crosetto, il Winston Churchill della Difesa, non dice nulla, e ne avrebbe da dire, ma c’è una pecetta dove si aumenta l’uscita di tre mesi per i militari (che vanno in pensione a 60 anni). Giorgetti gli ha promesso che la spesa per la Difesa, a novembre, crescerà di 0.15 per cento (grazie ai prestiti del Safe). E’ l’assalto alla bozzofila.
La ragioniera di stato, il cigno, Daria Perrotta è più inseguita dell’Angelica dell’Ariosto. Federico Freni, il Carlos Kleiber del Mef, è introvabile. Litigano, sulle pensioni. Litigano perché non sopportano che le opposizioni dicano: “Siete peggio della Fornero”. La senatrice Annamaria Furlan di Italia viva si accorge che in bozza scompaiono “Quota 103” e “opzione donna”. Ma non si tratta di bozze? Raccontano di Meloni infastidita, ah sapeste quanto. A Chigi prepara, insieme al suo Paolo Quadrozzi (è il bibliofilo dei Chigi, l’uomo dei discorsi) il testo che leggerà domani ma non c’è pace (neppure fiscale).
Raffaele Nevi, il portavoce di FI, il Leonardo del “Salvini paraculetto”, informa che “nessuno aveva parlato di tassare la prima casa usata per affitti brevi. Ora noi guardiamo i dettagli”. Voi chi? “Un pool, Barelli, Gasparri, io Tajani, tutti”. Il ministro Valditara, che è collega di Giorgetti, leghista, da giorni battaglia meglio del generale Vannacci (si collega oggi al Federale della Lega in dad, da remoto). Fino a ieri andava tutto bene, poi … Il ministro Zangrillo era felice come se avesse vinto lo scudetto quando ascoltato Meloni e Giorgetti in conferenza stampa dichiarare: “C’è poi un fondo per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. La priorità per il governo è il rinnovo del contratto degli enti locali”. Nelle bozze si scopre che i rinnovi non ci sono. Deve stare tranquillo Zangrillo o si è sbozzata qualcosa? I tabagisti si accorgono che il costo delle sigarette aumenta di 15 centesimi, e mai questa volta si può dire “è solo fumo”, una “bozza”.
La verità è che si sono stretti la mano sulla fiducia e scoprono che ci sono tagli. Scoprono che Giorgetti e Perrotta hanno preso i “residui”, i soldi non spesi dai ministeri e dirottati con un colpo di matita. Ha colpa chi taglia o chi ha e non spende? Nella lista dei ministeri che nelle leggi pluriennali si sono visti erogare di più ma speso metà, in cima c’è Salvini. Siamo al quarto giorno di bozzofila e Meloni fa sapere attraverso i suoi messaggeri che comincia ad avere noia nel vedere Tony Tajani e Salvinacci litigare “per finta”, ascoltare Salvini che minaccia i banchieri patrioti che lei, dopo estrema fatica da Volpe (c'è la mano di Italo Volpe, capo di gabinetto di Maurizio Leo) ha convinto a contribuire con 5 miliarducci. Come si dice in questi casi, e come dice Giorgetti, “il Parlamento è sovrano”. Sulla polemica del Pd (il video di Trump e una fantomatica trattativa bilaterale Meloni-Trump) Radio Chigi 24 ci trasmette questo dispaccio: “Nessuna trattativa bilaterale. Negozia la Ue, Stop”. Torniamo sulla manovra. Ricapitoalndo. Salvini la paragona alla manovra “Robin Hood”, Tajani dà a Salvini del “populista” sulle banche. Da come abbiamo capito né Tajani né Salvini conoscono il testo definitivo della manovra. E poi dicono che i giornalisti commentano quello che non sanno …