L'intervista

La sindaca di Firenze Funaro: “Bene Meloni che aumenta le tasse sugli affitti brevi”

Gianluca De Rosa

La prima cittadina plaude al governo sull'incremento della cedolare secca: "Purtroppo l'esecutivo non ci ascolta sulla legge nazionale che servirebbe a regolare il fenomeno in modo omogeneo in tutta Italia"

“Finalmente il governo inizia a prendere misure sugli affitti brevi. Sono  favorevole all’aumento della cedolare secca. E’ un primo piccolo segnale”,  dice al Foglio, non senza un pizzico di ironia, la sindaca di Firenze Sara Funaro. L’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi dal 21 al 26 cento fa litigare il governo. Matteo Salvini e Antonio Tajani per una volta sono d’accordo: la misura va fermata. Ma Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti trovano un’inattesa sponda. Quella dei primi cittadini Pd delle città del turismo italiano. Funaro in ogni caso non vuole morire meloniana e subito ci tiene a chiarire: “Fino a oggi come sindaci abbiamo chiesto di avere una normativa nazionale per andare a regolamentare gli affitti brevi, ma su questo stiamo ancora aspettando risposte dal governo che anzi ha impugnato la legge regionale toscana che va in questa direzione e che a Firenze ci ha consentito di fermare la crescita di questo tipo di locazioni”. Fatta questa dovuta premessa la sindaca di Firenze ammette: “Devo riconoscere però che l’aumento della tassazione su queste attività va nella direzione da noi auspicata. Spero proprio che rimanga nella versione finale della Legge di bilancio. Tutte le misure che permettono di andare a regolamentare e creare  equità nel mondo di chi fa l’accoglienza turistica per me sono benvenute”. 


Eppure questa scelta fiscale non è esente da critiche. C’è il rischio di colpire i piccoli proprietari: anche chi utilizza la casa per arrotondare il proprio reddito. “Comprendo queste critiche”, dice Funaro. “La situazione degli affitti brevi però è fuori controllo. Noi siamo stati il primo comune italiano a iniziare a fare una battaglia sull’abitare nella nostra città. A Firenze abbiamo 16 mila affitti brevi e 8 mila case popolari, esattamente  il doppio. E questo tra l'altro con la maggioranza concentrata nel centro storico. E’ chiaro che ci sia qualcosa che non va. Inoltre – aggiunge Funaro – qui a Firenze abbiamo tantissimi operatori che gestiscono molto più di una struttura, svolgendo a tutti gli effetti un’attività economica per cui è giusto che paghino come le altre attività”. Ma anche per i piccoli gestori la sindaca è convinta che l’aumento della tassazione sia corretta. “Pure in questo caso – dice – oggi la tassazione è iniqua e  spiego perché: chi affitta con locazioni lunghe, come contratti 4 + 4 o transitori a 18 mesi, paga la stessa cifra di chi fa locazioni turistiche brevi. Una scelta che cambia la fisionomia dell’offerta nel mercato degli affitti perché i ricavi dalle locazioni turistiche sono nettamente superiori. Aumentare la cedolare per gli affitti brevi rispetta dunque un principio di equità”.

Funaro è comunque convinta che tutto questo non basti. “Noi in Toscana abbiamo la fortuna di avere già una legge complessiva sugli affitti brevi, ma è necessario che ci sia una normativa unica nazionale che dia in tutta Italia ai sindaci il potere di regolamentare la situazione sui loro territori. Non può esserci, come è oggi, una situazione a macchia di leopardo. Noi in Toscana già  possiamo considerare gli affitti brevi vere attività economiche, con la potestà dunque di dare autorizzazioni o meno in base ad alcuni parametri – e toglierle quando questi stessi parametri vengono violati, se ad esempio per le pulizie si usano lavoratori in nero –, creare delle aree dove mettere dei tetti massimi,   come abbiamo fatto noi a Firenze nel centro storico che era già in overbooking. Tanti miei colleghi nel resto d’Italia non possono farlo”. A proposito di nero, aumentare la tassazione sugli affitti brevi non rischia di favorirlo? “Noi i controlli li stiamo già facendo  a tappeto a prescindere, e anche sulla tassa di soggiorno. Avere delle attività registrate e catalogate consente di farlo ancora meglio, anche attraverso l’incrocio delle banche dati monitorate dalla nostra polizia locale”.

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