
(foto EPA)
riformisti scontenti
La "mela" di Schlein: “Meloni ha menato per prima”. Pd e M5s divisi sull'Ucraina
La segretaria del Pd si radicalizza e si difende: “La premier ci paragona alle Br. Non potevo tacere”. L'imbarazzo di Guerini, Franceschini e Delrio. I dem superati da Conte anche nella solidarietà a Ranucci. E intanto nel campo largo si presenteranno mozioni distinte su Kyiv
Ha mangiato la “mela” di Meloni. In due minuti passa da “ingenua” a “estremista”, da Biancaneve a Mara Cagol. Il Pd accusa adesso Elly Schlein di averlo trascinato, ad Amsterdam, al Congresso Pse, alla sinistra di Avanguardia operaia. E’ sotto pressione e perde la pazienza con Meloni (dice Schlein: “Ha menato lei per prima”) la gara con Giuseppe Conte. Il M5s organizza oggi, a piazza Sant’Apostoli, un evento in difesa di Sigfrido Ranucci, e il Pd si “aggrega”, “partecipa”. Meloni parla domani al Senato, in vista del Consiglio europeo, ma a sinistra ci saranno almeno tre mozioni diverse. Il collegamento di Schlein, tra l’attentato a Ranucci e la destra, imbarazza Guerini, Franceschini, Delrio. Un “azzardo”.
L’intervento di Elly Schlein, che ha scatenato l’ira di Meloni, tanto da definirlo “delirio”, viene classificato nel Pd come “scivolone”, “sbandata”, “errore”. Per i riformisti del partito, che il 24 ottobre, a Milano, si riuniscono, non è altro “che un formidabile spot. La prova che esiste un Pd diverso”. Si parla dell’imbarazzo di Guerini, di Graziano Delrio, il Bernanos del Pd, degli europarlamentari non tanto e solo per l’accostamento “imprudente”, quanto per la sede. Il Pd è il più grande partito del Pse. In due minuti, Schlein accosta l’attentato a Ranucci con la destra di governo. Una regola non scritta fra parlamentari del Pd è non attaccare, in una sede internazionale, il proprio paese. Schlein arriva ad Amsterdam provata. Ha bisogno di lanciare un segnale interno e deve far partire la campagna referendaria sulla separazione delle carriere, che sarà “la madre di tutte le battaglie”. Dice ora Schlein al suo staff: “Meloni ci ha paragonato a Hamas e alle Brigate Rosse e io non potevo tacere. E’ da settimane che ci attacca. Ci attacca su una ferita dolorosa. A sinistra abbiamo fatto i conti con il terrorismo, abbiamo avuto morti, abbiamo pagato un conto altissimo. Non posso permetterle di sporcare una comunità”. Le esce male. Viene trattata dal Pse come una comparsa e deve recuperare spazio, parlare come in un talk. Intervengono prima di lei, Iratxe Garcìa Pérez (vicepresidente del Pse), Magdalena Andersson (leader del Partito socialista svedese). La sorpresa è un’altra. Parla il leader dell’opposizione israeliana Yair Golan e chiede ai socialisti: “Non isolateci”. La platea lo applaude. Schlein è spaesata. Cita le parole di Meloni, che a Firenze ha denunciato parte della sinistra italiana come “peggio di Hamas”, ma si trattiene. Non usa la parola Hamas ma “terroristi” perché teme l’effetto che il nome Hamas può produrre in sala. Schlein non sa più dove si trova: se a un congresso di Pro Pal o a un evento di riformisti dem. Le scappa l’accostamento. Da Biancaneve si trasforma, per la destra, in regina di cattiveria. Il resto lo fa la cronaca. Ranucci esclude mandanti politici, il Pd, che per primo esprime solidarietà al giornalista, viene superato da Conte. Si organizza in tutta fretta una piazza a sostegno di Ranucci, ma la monopolizzano il M5s e il Fatto. Il Pd a quel punto recita la parte di chi si unisce, ma da gregario. Oggi a Sant’Apostoli è attesa anche Schlein che in pratica passa da segretaria che ha difeso per primo Ranucci a leader che segue Conte su Ranucci. Dopo un anno e mezzo dalla nomina del nuovo ad Rai, Giampaolo Rossi, la scelta del Pd di praticare l’Aventino, sabotare la Vigilanza Rai, il Pd vive la condizione dell’assurdo. Conte difende Ranucci e critica la Rai di destra, con un consigliere di sua nomina nel cda Rai, mentre il Pd, che è fuori dalla Rai, senza nessun consigliere, viene raccontato come partito di pericolosi eversivi. Al Tg1 è stata appena nominata come capo del politico, ad interim, Marina Nalesso, ex portavoce del ministro Sangiuliano. Nalesso potrebbe presto coordinare i servizi del Tg1 sulle regionali campane, elezioni dove finirà per correre (smentite a parte) anche Sangiuliano. A cosa è servito l’Aventino del Pd, dopo un anno e mezzo? Quanto ha denunciato Schlein ad Amsterdam, in malo modo, avrebbe potuto denunciarlo, e meglio, un qualsiasi parlamentare Pd in commissione di Vigilanza. Forza Italia, invano, prova a indicare presidente Rai, Simona Agnes che è più imparziale dell’attuale (facente funzioni) Antonio Marano, leghista, un altro che (a dirla tutta) avrebbe tutto l’interesse di apparire presidente di tutti, anche del Pd. Meloni, domani, sfiderà sull’Ucraina le opposizioni e ancora una volta il Pd e il M5s saranno divisi. E’ prevista una riunione dei gruppi dem per capire come rispondere a Meloni. Il M5s presenterà una sua risoluzione, Avs ne avrà una terza ancora. Italia Viva e Azione, una quarta e forse una quinta. Va così: il “radicale” Conte si sta truccando da centrista (partecipa con Goffredo Bettini alle riunioni di Onorato-Silvia Salis e Gaetano Manfredi) mentre Schlein sta precipitando nella foresta rossa.