(foto Ansa)

Una Cisl contro la rivolta

Fumarola, segretaria generale del sindacato di Via Po, spiega qual è l’alternativa al modello Landini: “Saremo sempre contrari agli scioperi preventivi. Vicini al governo? Nessuno metta in dubbio la nostra autonomia”

Abbiamo incontrato Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, sabato scorso, alla festa del Foglio. Con Fumarola abbiamo parlato di legge di Bilancio, di rapporti nella Triplice e di cosa vuol dire fare sindacalismo senza ideologia. Questo è il dialogo con Luca Roberto.



Luca Roberto: Parto da un dato di attualità visto che ieri avete avuto questo incontro con il governo. Quali sono state, se ci sono state, le aperture che avete ricevuto sulla legge di bilancio e soprattutto come risponde alla definizione che ha dato qualcun altro di ‘incontro dannoso’. Parlo di Maurizio Landini.
Daniela Fumarola: Noi abbiamo giudicato l’incontro positivo. Io credo che qualunque tipo di incontro non sia mai dannoso, soprattutto quando poi si realizza in una sede istituzionale. L’abbiamo giudicato positivo perché, tra i punti che il ministro Giorgetti ha trattato, ha sicuramente toccato alcune nostre proposte. Questo paese, lo abbiamo anche ribadito al ministro, ha un problema di crescita e di coesione sociale e dunque dobbiamo cercare di affrontare il tema dei salari e quello della coesione sotto tutti i profili. Il ministro ci ha detto che stanno lavorando sulla riduzione dell’aliquota Irpef, che è una proposta della Cisl, fino a 50 mila euro, noi abbiamo detto che invece bisogna estenderla a 60 mila per tenere dentro più persone e il ministro ci ha risposto che possono esserci margini per fare questo. La detassazione dei premi di risultato sulla contrattazione di secondo livello credo che sia un’importante apertura da parte del governo, perché noi dobbiamo incidere sempre di più nei luoghi della produzione dove ci sono le persone e farlo con la contrattazione. E’ un ulteriore passo in avanti.
Per anni abbiamo ribadito l’esigenza di dare delle risposte più compiute al tema della sanità. Anche su questo ci è stato detto che ci stanno lavorando. Ultimo punto che il ministro ha trattato, perché poi è chiaro che noi abbiamo ribadito le nostre ulteriori richieste, è un’attenzione particolare alla famiglia, alle donne, ai giovani, al sud e quindi alla Zes. Ha funzionato, ha dato dei risultati importanti e quindi noi siamo assolutamente favorevoli a che il governo si concentri su questi altri aspetti. E’ chiaro che noi abbiamo detto che è importante dare una risposta anche ai pensionati e quindi la detassazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati da subito e una rivalutazione delle pensioni all’inflazione, anche questo è un aspetto che a noi interessa molto. Abbiamo detto che bisogna avere un’attenzione particolare anche per i lavoratori che fanno il lavoro scomodo, penso ai turnisti, al lavoro notturno, al lavoro festivo, perché bisogna andare incontro alle esigenze di persone che sono, per il la tipologia di lavoro che fanno, obbligati a lavorare in quei contesti. Un’ulteriore richiesta che noi abbiamo rilanciato è quella di individuare un fondo di perequazione per i lavoratori degli enti locali perché, come sapete, tra i lavoratori del pubblico impiego sono coloro che hanno degli stipendi più bassi e quindi è importante elevare le retribuzioni anche di questi lavoratori.
Bisogna incidere sulla produttività. E nel momento in cui si realizza, la produttività va redistribuita sulle buste paga, perché come dicevo prima il tema sono i salari, e nel momento in cui si esercita produttività nelle imprese bisogna realizzare investimenti a 360 gradi, ma in maniera particolare sull’innovazione. Quando parliamo dell’innovazione subito ci torna alla mente la formazione e poi pensiamo anche a un aspetto, ovvero la possibilità, attraverso una buona contrattazione, di ragionare su buone flessibilità che devono necessariamente poggiare, attraverso la contrattazione, anche sulla partecipazione, quindi andare incontro alle esigenze di imprese che rispettano i contratti, che fanno partecipazione, che fanno innovazione e danno una speranza al nostro paese.

LR: L’atteggiamento della Cisl in questi anni è stato di dialogo e non di chiusura preventiva soprattutto sulle leggi di bilancio. Le altre sigle più grandi, Cgil e Uil, hanno avuto un atteggiamento diverso organizzando scioperi generali. Quest’anno è stata annunciata una grande manifestazione ancor prima che venisse presentata la legge di bilancio. Le chiedo, è un atteggiamento irresponsabile quello di chi cerca di fare opposizione politica cavalcando delle battaglie che magari sono interne alla sinistra e che magari hanno poco a che fare col sindacato?
DF: A me non piace giudicare le scelte e i comportamenti delle altre organizzazioni. Dico quello che pensiamo in Casa Cisl. Non abbiamo mai proclamato uno sciopero preventivo. Noi abbiamo sempre voluto entrare nel merito e cercare di capire che cosa ci fosse in quelle proposte, atteggiamenti diversi ci sembrano più poggiare su basi ideologiche che sul merito, cosa che ci ha separati in questi anni dalle altre confederazioni. Noi vogliamo continuare a stare sul merito, quindi credo che sia assolutamente sbagliato immaginare che il confronto che ieri abbiamo avuto sia un confronto così tanto devastante. Noi dobbiamo esercitare prima di tutto una responsabilità. Dobbiamo poter trovare il modo per dare le risposte alle persone che rappresentiamo, ma anche a quelle che non rappresentiamo. E’ sotto gli occhi di tutti il contesto nel quale noi stiamo vivendo, le guerre, le crisi economiche, i dazi dei quali ancora non sappiamo che tipo di ricaduta possono generare sull’economia del nostro paese. Sappiamo che c’è un patto di stabilità che zavorra la scelta di  orientarsi su delle priorità piuttosto che altre perché, come sapete, la manovra non si può fare in deficit e allora noi dobbiamo fare i conti con quello che è il contesto, ma lo dobbiamo fare stando sul merito, abbandonando ogni forma di ideologia, abbandonando ogni particolarismo. Diversamente, noi avremo tradito la fiducia delle persone che si iscrivono alle organizzazioni sindacali, io penso a Casa Cisl, ma soprattutto non avremmo contribuito a dare quella spinta per realizzare crescita, coesione sociale, per cercare anche di mettere a disposizione attraverso la nostra azione quel seme di speranza che stamattina il direttore ha chiamato ottimismo e io condivido moltissimo. Perché di narrazioni tragiche ne abbiamo tante, cioè le guerre, le morti, sì che sono delle tragedie, ma rappresentare un paese che nella condizione data cerca di offrire delle soluzioni, credo che sia sbagliato nell’approccio. Poi è chiaro che ognuno fa e dice quello che gli pare, ma noi della Cisl vogliamo cercare di vedere quel bicchiere mezzo pieno, così come diceva il direttore Cerasa.

LR: Vado alle piazze che sono state un altro aspetto che ha mostrato la differenza che in questo momento c’è tra la Cisl e le altre organizzazioni sindacali. Forse sulle piazze, sulle manifestazioni per la Palestina e per Gaza, si è notato addirittura un distanziamento tra la Cgil e la Uil, perché la Uil si è distanziata dalle posizioni di Landini. Le chiedo se anche quell’atteggiamento è stato uno scherzare col fuoco, cercando di aizzare gli animi delle piazze che molto spesso ci vuole poco a surriscaldare, soprattutto su temi sensibili, e soprattutto se quell’atteggiamento porta a una difficoltà di ricomporre la triplice che oramai su diversi dossier sembra parlare proprio una lingua diversa.
DF: Scioperare è un diritto costituzionale che è sacrosanto e quindi noi lo difendiamo. Così come io credo che sia importante guardare anche chi ha partecipato a quelle piazze: tantissimi giovani, pochissimi lavoratori, perché i dati dell’adesione allo sciopero sono veramente da zero virgola, ma è importante avere rispetto per tutte le persone che sono andate in piazza magari scevre da strumentalizzazioni, perché il rischio della strumentalizzazione noi l’abbiamo visto abbastanza vicino. Noi abbiamo scelto un altro profilo, siamo stati i primi, e non per metterci medaglie, a condannare l’aggressione di Putin nei confronti dell’Ucraina, della quale, guarda caso, non se ne parla. E invece noi pensiamo che non si possano considerare che si siano guerre di serie A e guerre di serie B, morti di serie A e morti di serie B, per cui l’Ucraina deve essere ricordata e mantenuta molto ferma nell’attenzione di ognuno di noi.
E poi c’è la guerra in medio oriente. Auspichiamo che questo accordo possa essere realizzato e, se c’è una critica che posso fare, bisogna che la comunità internazionale e l’Europa entrino in gioco in maniera più importante. C’è la guerra appunto in medio oriente, ma ci sono tantissime altre guerre e allora noi pensiamo che bisogna arrivare a risultati concreti. L’accordo che c’è stato è un risultato concreto. Diciamo che la flotilla lo è stato un po’ meno perché se l’obiettivo era quello di portare gli aiuti, quegli aiuti non credo che siano arrivati e questo è un peccato perché se magari dal punto di vista dei valori e del punto di vista anche mediatico aveva un senso, noi invece pensiamo che bisogna andare un po’ più in profondità. Per questo abbiamo avviato una raccolta di fondi da destinare alla Croce Rossa perché abbiamo verificato che la Croce Rossa ha diversi progetti concreti in Palestina e quindi abbiamo impegnato un’istituzione e poi abbiamo avviato nei giorni scorsi una maratona per la pace perché noi vogliamo andare in ogni luogo di lavoro, in ogni territorio a dire che bisogna ovunque raggiungere una pace che sia giusta e che sia duratura, ma farlo con azioni concrete.

LR: Si è detto in questi in questi mesi, in questi anni, che la mancata opposizione della Cisl nei confronti di questo governo derivava anche da un’adesione ideologica a quello che è il messaggio e il portato politico di questa maggioranza. All’incontro di ieri c’era il suo predecessore che in questo momento è al governo con delega al sud. Le volevo chiedere come risponde a quelli che accusano la Cisl di aver perso la propria autonomia politica e soprattutto se c’è qualche dato di realtà oppure è una suggestione che magari viene alimentata anche dalla destra.
DF: Ma intanto rispondo con una domanda. Se Luigi Sbarra avesse liberamente scelto di andare in un governo di centrosinistra, se la sarebbero posta questa domanda? Io penso di no. Allora, io sono molto orgogliosa di rappresentare un’organizzazione che al suo interno ha elettori di ogni forza politica. Noi siamo molto gelosi della nostra autonomia, io la difendo con i denti e chi ci vuole incastellare da qualche parte credo che abbia sbagliato e debba assolutamente cambiare registro. Noi abbiamo dimostrato con i fatti che parliamo con tutti i governi, tutti. Lo abbiamo sempre fatto, è la nostra storia. Parliamo con chiunque ci è accanto, perché il nostro obiettivo, come dicevo prima, è quello di dare risposte alle persone.
Oggi c’è questo governo e interloquiamo con questo governo, verifichiamo le proposte che ci fanno, verifichiamo i risultati che portiamo a casa e, quando le cose non ci piacciono, noi non abbiamo abbandonato le piazze perché è dimostrato che abbiamo fatto anche ultimamente scioperi, penso ai metalmeccanici e ai lavoratori dell’indotto. Noi lo sciopero e le piazze le utilizziamo per protestare quando non ci sono più margini di confronto con chiunque e ovunque, per cui se ne facciano una ragione. Io spesso mi sento dire che sarei una fascista e allora se ne facciano una ragione e magari guardino altrove, perché la Cisl rimane autonoma, pluralista ed è un’organizzazione pragmatica e riformista che non si fa condizionare da nessuno.
LR: Visto che il Partito democratico è sempre stato un interlocutore naturale anche della Cisl, le piace questo nuovo corso a guida Schlein? Perché, per esempio, non ha sostenuto la proposta per la partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali.
DF: Io ho detto alla segretaria Schlein che hanno perso un’occasione importante perché credo che ragionare di partecipazione sia necessario, soprattutto in questo contesto, ognuno ci deve mettere il proprio pezzo di responsabilità. E poi le ho detto, perché mi faceva notare che il testo iniziale era stato in qualche modo svilito, ‘ma se vi piaceva perché avete presentato 33 emendamenti per cambiarlo?’ Quindi anche qui vedo poco metodo, poco contenuto, ma più ideologia. Se poi così come avviene con tutte le altre forze politiche, ci sono degli argomenti sui quali noi ci ritroviamo, noi non abbiamo preclusione nei confronti di nessuno, però bisogna ritrovarsi sui temi. Siamo contrari al salario minimo legale, siamo contrari a una legge sulla rappresentanza, siamo contrari all’invadenza della legge sulle questioni lavoristiche.

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