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Verso il voto del 23-24 novembre

Lista Fico. Il candidato del campo largo in Campania presenta i suoi “presentabilissimi”

Cinque capilista civici, trovati sotto i buoni auspici del sindaco di Napoli Manfredi, e qualche nome digerito a forza

Marianna Rizzini

Cinque, quindi, provincia per provincia. Ed ecco, a Napoli, il quarantenne Giovanni Russo, responsabile di Masseria Ferraioli ad Afragola, grande bene confiscato alla camorra. “Questa lista è un grande risultato”, dice Fico, “perché è frutto del lavoro e della collaborazione all’interno della coalizione”. 

Con la Campania in testa e il Vesuvio alle spalle, calmo calmo, il candidato del centrosinistra ed ex presidente della Camera a Cinque stelle Roberto Fico mostra il simbolo della lista civica che porta il suo nome: giallo e blu, colori non si quanto volutamente vicini alla bandiera ucraina, per un simbolo che il candidato mostra nel day after della giornata in cui ha incontrato il governatore uscente dem Vincenzo De Luca, ispiratore della lista “Campania a testa alta” (il cui simbolo anche, fino a due giorni fa, e non senza irritazione a Cinque Stelle e della parte non deluchiana del Pd, recava il nome del suo demiurgo, d’ora in poi eliminato dalla vista ma non si sa quanto dalle intenzioni combattive. E’ il giorno della società civile, dei candidati iper-presentabili che rispondono al codice etico voluto da Fico e dal vertice del M5s Giuseppe Conte, ma è anche il giorno dei candidati scelti sotto i buoni auspici del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, primo cittadino, professore, titolare del modello di campo largo napoletano e civico per antonomasia, come presidente Anci e nume tutelare della rete che, con l’assessore romano Alessandro Onorato, la sindaca di Genova Silvia Salis, l’occhio favorevole di una parte del pd romano storico e la vicinanza di Matteo Renzi in modalità Casa Riformista, vorrebbe dare slancio al progetto della quarta gamba moderata della coalizione. E Fico dunque presenta i cinque suoi presentabilissimi capilista, quelli che, nelle intenzioni, dice un dem, “dovrebbero far fare bella figura per tutti”, cioè a dispetto di alcune presenze non gradite al M5s contiano e al Pd schleiniano sul lato del governatore uscente e su quello del grillismo campano d’antan, edulcorato da Fico stesso. Cinque, quindi, provincia per provincia. Ed ecco, a Napoli, il quarantenne Giovanni Russo, responsabile di Masseria Ferraioli ad Afragola, grande bene confiscato alla camorra. “Questa lista è un grande risultato”, dice Fico, “perché è frutto del lavoro e della collaborazione all’interno della coalizione”. Tradotto: il sindaco Manfredi ha aiutato a individuare personalità in area Libera, l’associazione contro le mafie, e nell’ambiente universitario (le liste complete usciranno a giorni), per controbilanciare, dicono in città, nomi molto politici. E cioé, ora che De Luca non è in campo, pur con la presenza sulla scena, nelle vesti di segretario locale dem, del figlio Piero, ci sono personalità che rispondono ai nomi di Clemente Mastella (in lista collegata) e di Armando Cesaro, figlio di Luigi (con la Casa Riformista renziana), oltre ai nomi dei consiglieri uscenti non incorsi nella scure del codice etico di Fico, codice che premia in primis gli altri quattro capilista: a Salerno Alfonso Annunziata, fondatore dell’Anpi a Scafati, a Caserta Virginia Anna Crovella, operatrice sociale, ad Avellino Maria Laura Amendola, giornalista e responsabile dell’associazione “Io voglio restare in Irpinia”, a Benevento Francesco Fiorillo, geologo stimato da Manfredi. Sono pronti a ufficializzare la candidatura anche nomi che vantano varie gamme di conformità al codice etico: si va dal consigliere comunale di formazione socialista Nino Simeone al consigliere comunale di estrazione cattolico-popolare Carlo Migliaccio a Davide D’Errico, fondatore dell’associazione “Vicolo della Cultura” per la rivalutazione dei beni confiscati alla camorra, a Rossella Solombrino, segretario nazionale del Movimento per l’equità territoriale a Giuseppe Ferrara, manager di Kineton (servizi di ingegneria), all’ex segretario dei Moderati Enzo Varriale e all’experto di marketing strategy Christian Cutino (quest’ultimo in quota Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro verde e consigliere ufficioso in area Cinque Stelle). Ma si attende anche l’ufficializzazione solenne per alcuni nomi al confine del gradimento dei puristi a Cinque stelle, tra cui Alfonso Longobardi, insider dell’altro mondo in quanto già consigliere regionale per De Luca, Luca Cascone, presidente regionale della Commissione Trasporti e Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale campano. E, a un certo punto, il segno della commistione tra mondi si fa palpabile: in sala, oltre allo spin doctor di Fico Ciro Borriello, appare Vincenzo Speranza, un tempo candidato dem, critico in passato con lo stesso ex presidente della Camera. E peccato che, nello stesso giorno, Chiara Appendino, già sindaca di Torino, sbotti davanti ai colleghi parlamentari del M5s, dicendosi pronta a dimettersi da vicepresidente del partito: la vicinanza con il Pd è troppa, è il concetto controcorrente rispetto all’umore campano, e così ci logoriamo. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.