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i grafici

Cosa ne è stato del governo gialloverde: i voti persi di Lega e 5 Stelle

Alessandro Villari

Dalla primavera 2018 all'autunno 2025, Conte e Salvini sono passati dal guidare il paese a inseguire gli alleati nelle rispettive coalizioni. Cosa è successo ai due partiti sette anni dopo e cosa ci hanno dimostrato le ultime regionali. I grafici

Dall'ultima tornata elettorale nelle Marche, in Calabria e in Toscana è emerso un dato: il Movimento 5 Stelle e la Lega sono lontanissimi dalle percentuali ottenute alle elezioni politiche del 2022 e ancor di più dalle politiche del 2018, quando insieme hanno formato il governo gialloverde. Sia il partito di Matteo Salvini che quello di Giuseppe Conte hanno perso voti in tutte e tre le regioni in cui si è votato nelle ultime tre settimane. In Toscana nel 2020 il Carroccio aveva preso il 21,78 per cento, mentre cinque anni dopo è sceso fino al 4,38 per cento. Quasi lo stesso risultato dei 5 Stelle (4,34 per cento) che però partivano da una soglia più bassa, il 7,01 per cento. Certo, in Toscana hanno pesato una serie di fattori: la regione è da sempre una roccaforte del centrosinistra, il Movimento ha passato gli ultimi cinque anni sedendo tra i banchi dell'opposizione in Consiglio regionale, per poi decidere di allearsi con lo stesso governatore che loro criticavano, Eugenio Giani appunto. Inoltre la Lega ha pagato la scelta di nominare l'ex generale Vannacci responsabile della campagna elettorale, affidandogli il compito di definire le liste, decisione che non è piaciuta alla base leghista. Nonostante queste particolarità, il crollo dei due partiti non è stato accidentale, ma fa parte di un trend.

 

 

Quando si fanno confronti di questo tipo bisogna considerare le differenze che intercorrono tra le elezioni politiche, le europee e le regionali perché a essere diversi sono i temi, le alleanze dei partiti e anche il tipo di elettorato che si mobilita. Ovviamente ogni elezione ha una storia a sé. Soprattutto, non bisogna dimenticare che il calo generalizzato dell'affluenza ha costituito un fattore importante (nelle Marche, in Calabria e in Toscana hanno votato rispettivamente il 50,01 per cento, il 43,15 e il 47,73), ma non può essere una giustificazione. A causa del calo dell'affluenza le percentuali prese dai partiti potrebbero non rendere l'idea dell'effettivo calo che Lega e 5 Stelle hanno subito, ma prendendo in considerazione i numeri degli elettori in valore assoluto possiamo avere un quadro più certo del trend

 

Lega

 

Nel grafico abbiamo raccolto i voti che la Lega ha preso alle politiche del 2022 nelle regioni che poi sono andate al voto nei tre anni successivi - Lazio, Lombardia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Calabria e Toscana - per confrontarli appunto con le ultime regionali. Abbiamo considerato solo i voti presi dalle singole liste, escludendo quelli presi dai candidati per rendere il risultato confrontabile. Dai dati ottenuti possiamo notare come, rispetto alle elezioni politiche del 2022, quando la Lega aveva preso circa 2,4 milioni di voti, corrispondenti all'8,79 per cento, il Carroccio sia calato in ogni regione in cui si è votato negli ultimi tre anni, a eccezione della Calabria, dove è passata da quarantamila voti a oltre settantamila. Il calo più evidente è stato in Lombardia, una storica regione a trazione leghista, dove il Carroccio ha perso quasi duecentomila voti passando dai 671mila del 2022 ai 476mila.

 

Movimento 5 Stelle

 

Abbiamo fatto la stessa operazione anche per il Movimento 5 Stelle: il risultato è che i voti presi dal partito di Conte sono calati in tutte le regioni. In Lazio e in Lombardia hanno perso rispettivamente 274mila voti (passando dai 406 mila del 2022 ai 132 mila delle elezioni regionali del febbraio 2023) e quasi 266mila (379mila nel 2022 e 113 mila nel febbraio 2023). 

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