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il colloquio

Pombeni (Il Mulino): “Dare a Francesca Albanese la cittadinanza onoraria è contrario alla storia di Bologna”

Luca Roberto

Il direttore della rivista bolognese: "Una decisione che non fa onore alla classe politica che amministra la città. Uno scivolamento verso le dinamiche da talk show"

Dare la cittadinanza onoraria di Bologna a Francesca Albanese contraddice la storia di questa città, che è medaglia d’oro alla resistenza. E non fa onore alla classe politica che la amministra, così come alla classe politica del paese. Ma del resto, più che una vergogna è un ulteriore scivolamento della politica nelle dinamiche da talk show”. Paolo Pombeni è il direttore della rivista “Il Mulino”, vera e propria istituzione dell’accademia bolognese. Parlando col Foglio lo storico, professore emerito di Scienze politiche all’Alma Mater, non nasconde la sua contrarietà verso la scelta compiuta dall’amministrazione comunale di Matteo Lepore, che ha seguito quanto fatto già da altre città come Bari e Napoli. Una decisione ancor più discutibile perché avvenuta nella città in cui ci sono state manifestazioni per giustificare il 7 ottobre in quanto tappa della resistenza palestinese. “Io credo che il problema sia che la storia è una grande incognita, soprattutto per le nuove generazioni”, dice Pombeni, partendo proprio dalle piazze degli ultimi giorni. “In questa narrazione da fumetto si sta facendo strada una semplificazione: e cioè che in qualsiasi conflitto in cui ci sia un oppresso e un oppressore si possa applicare lo schema e la lettura della nostra resistenza. Eppure la nostra resistenza non ha fatto nulla di lontanamente paragonabile al pogrom compiuto da Hamas il 7 ottobre”. Questo perché, spiega ancora il direttore del Mulino, “in caso di guerre asimmetriche o di tipo partigiano ci sono state sì azioni violente che sfiorano la definizione di terrorismo. Ma un conto è se si rivolgono a obiettivi militari e come effetto collaterale colpiscono i civili. Tutt’altro è il caso del 7 ottobre, in cui si sono colpiti civili inermi, uccisi bambini, sono state stuprate le donne, per il solo fatto di essere ebrei. Ecco perché l’equiparazione è assolutamente impropria”.

 

Non la pensa in questo modo Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, che la sua ostilità è finita per esternarla in faccia a esponenti politici come il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari, che hanno commesso, a suo giudizio, l’errore di insistere sulla liberazione degli ostaggi israeliani da parte dell’organizzazione terroristica. E che ancora negli ultimi giorni è tornata a polemizzare con una personalità come la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto: “La pietra di inciampo della logica è che se una persona ha una malattia, non va a farsi fare la diagnosi da un sopravvissuto a quella malattia, ma da un oncologo. Ho grandissimo rispetto per la senatrice Segre, una persona che ha vissuto traumi indicibili e che è profondamente legata a Israele, per questo sostengo che ci sono gli esperti e che non è la sua opinione, o la sua esperienza personale, a stabilire la verità su quanto sta accadendo, c’è chiaramente un condizionamento emotivo che non la rende imparziale e lucida davanti a questa cosa”, ha detto Albanese a Fanpage. Anche per questo le opposizioni che siedono in Consiglio comunale a Bologna hanno gridato alla vergogna e allo scandalo per il conferimento della cittadinanza. Eppure il sindaco Lepore ha rivendicato la scelta: “Albanese è una persona che, tra le prime, ha denunciato il genocidio e anche l’economia della guerra. Cosa significa? Quelle aziende che supportando l’esercito e il governo israeliano hanno fornito armi o supporti tecnologici. E’ un punto importante perché se non avessimo avuto lei e altre voci, anche la società civile europea che è scesa in piazza, l’unico racconto che avremmo della follia che sta succedendo a Gaza sarebbe quello del governo Netanyahu, del governo Trump o dei governi che sostengono unilateralmente Israele. Credo sia importante ricordare oggi cos’è successo il 7 ottobre, ma anche che quanto successo dopo ha portato a più di 70.000 morti”, ha detto il sindaco.

 

Ripeto, conferirle la cittadinanza non c’entra niente con la storia di Bologna”, ribadisce allora Pombeni ripercorrendo la sua argomentazione logica. Eppure, facciamo notare, se scelte del genere ce le si potrebbe aspettare da partiti della sinistra radicale, non è preoccupante che invece vengano avanzate da sindaci del Pd come a Bologna, Bari e a Napoli? “Guardi, fosse solo questo il problema del Pd. Io credo che tocchi molte altre questioni. E abbia un senso molto più complessivo”, conclude sconsolato il direttore del Mulino.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.