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Divergenze
Non solo Salis. Dalla Manovra a San Siro fino alle banche: tutte le tensioni tra Lega e Forza Italia
I due partiti hanno posizioni sempre più distanti su molti dossier. Intanto sul voto per l'immunità all'eurodeputata di Avs volano accuse e controaccuse: "Vergogna", scrive Salvini. "Non accettiamo insulti" risponde Tajani
"Vergogna", scrive Matteo Salvini su X. "Le calunnie e gli insulti non li accettiamo", risponde Antonio Tajani. Dopo l'esito della votazione al Parlamento europeo che ha confermato l'immunità a Ilaria Salis - il risultato è stato 306 a 305 - ai gruppi di centrodestra è apparso subito evidente che qualcuno delle loro fila abbia votato in favore dell'eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra, anche grazie al voto segreto. Per questo il vicepremier del Carroccio ha attaccato i franchi tiratori con un post sui social: "Col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di 'centrodestra' ha votato per salvare la signora Salis dal processo". Tajani ha prontamente risposto rispendendo le accuse al mittente e dicendo che la posizione di Forza Italia era chiara fin dall'inizio: "Non avevamo posizioni ambigue. Un Parlamento di oltre 700 persone a scrutinio segreto ha deciso così. Non si devono cercare tra di noi quelli che hanno votato a favore del mantenimento dell’immunità. Sono deputati di tutta l’Europa", ha detto il ministro degli Esteri.
Prima gli extraprofitti, poi il Salva Milano e ora il voto su Salis. Le turbolenze tra Forza Italia e Lega, insomma, non si fermano. Anzi, accrescono di settimana in settimana. Dopo la votazione di ieri, subito nel centrodestra italiano è iniziata la caccia ai franchi tiratori. Dopo Salvini, è stato il turno della vicesegretaria leghista SIlvia Sardone, anche lei con un seggio a Bruxelles, che ha accusato direttamente il partito del ministro degli Esteri. "Possiamo certamente affermare che il Partito popolare europeo, del quale Forza Italia fa parte, ha salvato Ilaria Salis da quello che sarebbe stato giusto, il processo in Ungheria. E' chiaro da dove siano arrivati i voti. D’altronde, sappiamo bene che il Ppe e Forza Italia qui al Parlamento europeo governano con la sinistra ed è quindi facile capire chi ha salvato l’europarlamentare di estrema sinistra". Il Ppe è il gruppo più numeroso all'Eurocamera e, visti i risultati, si calcola che almeno una settantina dei deputati abbia votato contro le indicazioni formali della direzione. D'altro canto, da Forza Italia l'europarlamentare Flavio Tosi ha sostenuto che se Salis ha mantenuto l'immunità è stato anche grazie all'astensionismo dei Patrioti, di cui la Lega fa parte: sul voto "hanno inciso le tante assenze dei Patrioti, ben 15 eurodeputati su un totale di 84. Tra loro, un italiano", Aldo Patriciello, un tempo esponente di Forza Italia, oggi col partito di Salvini. "Era malato", hanno fatto sapere dal Carroccio.
Salva Milano e San Siro
Quanto accaduto ieri all'Europarlamento, è però, come detto, solo l'ultima delle diversità di vedute che ci sono state tra i due vicepremier e i rispettiti partiti. Su Milano, le tensioni ci sono state sia sull'inchiesta urbanistica sia sulla vendita di San Siro. Tajani ha proposto di nominare un commissario straordinario per far ripartire i circa 150 cantieri fermi da oltre un anno. "Ci sono dei cittadini onesti che hanno fatto gli investimenti e i loro soldi rischiano di andare in fumo. Non possiamo accettare che la città si fermi perché ci sono dei problemi all'interno della maggioranza di centrosinistra". Ma oltre al parere contrario del sindaco dem Beppe Sala, la proposta si è dovuta scontrare anche con la contrarietà della Lega. Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha scritto su Facebook che "Tajani doveva dire a quelli di Forza Italia di votare contro la delibera sulla vendita di San Siro e ora Sala sarebbe a raccogliere margherite”. Infatti settimana scorsa la decisione di Forza Italia di uscire dall'aula al momento del voto sulla vendita dell'impianto in Consiglio comunale ha favorito l’approvazione della delibera, aiutando l’amministrazione e rendendo vani i voti contrari di Lega e Fratelli d'Italia.
Extraprofitti
Anche sulle banche le posizioni tra Lega e Forza Italia divergono, con il Carroccio che vorrebbe tassare gli extraprofitti degli istituti di credito. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, infatti, parlando della Manovra ha detto che "nel momento in cui si fa uno sforzo di sistema è giusto che tutti facciano una parte di questo sforzo e chi ha la possibilità di farlo di più lo faccia di più". Ma FI non è d'accordo: "Un paese come il nostro non può fare a meno di un sistema bancario forte". Bisogna, dice Tajani, evitare di dare loro "la caccia" perché significherebbe "dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano".