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Passeggiate romane

Schlein guarda lontano. L'abbraccio a Landini con vista primarie

La leader del Pd punta alle prossime sfide elettorali, dal referendum alla corsa su Milano con Paolo Romano. Intanto rafforza il legame con la Cgil di Landini in vista delle future primarie

Elly Schlein ha l’occhio puntato alle regionali, ma questo non le impedisce di guardare anche alle scadenze elettorali più lontane. La segretaria del Partito democratico dava per scontata la sconfitta in Calabria, come è certa della vittoria in Toscana e poi in Puglia e in Campania. Ma la leader dem ritiene che il Pd debba prepararsi per tempo anche per i prossimi appuntamenti. Il referendum sulla giustizia, innanzitutto. Su questo Schlein intende giocarsi le sue carte e sfruttare il fatto che sia un voto senza quorum per mobilitare tutti gli anti Meloni. Secondo lei una botta alla premier potrebbe essere un buon viatico per le elezioni politiche. 

Ma c’è anche un altro voto su cui la segretaria del Pd ha già messo la testa. Quello di Milano. E’ convinta che il centrodestra per quell’appuntamento non le farà il favore che le sta facendo in Puglia e in Campania e non vuole passare come la segretaria che dopo tanti anni di amministrazione di palazzo Marino si fa scippare la vittoria a Milano. Per questa ragione, pur riponendo la massima fiducia in Pierfrancesco Majorino sta cominciando a nutrire seri dubbi sul fatto che la sua candidatura possa raccogliere un’ampia messe di consensi. 

E se provassimo a rimescolare le carte? E’ stato questo, più o meno, l’interrogativo che la leader dem ha posto ai suoi. L’idea è quella di puntare su un giovane su cui Schlein fa grande affidamento e infatti manda spesso in televisione per mostrare il nuovo volto del Pd. Si sta parlando di Paolo Romano, il giovane consigliere regionale della Lombardia che alle scorse elezioni ha preso un bel numero di consensi, e che l’altro giorno la segretaria è andata ad abbracciare all’aeroporto perché reduce anche lui, come altri, dalla spedizione della flotilla. Certo, i tempi sono ancora prematuri e persino nella cerchia della segretaria c’è chi ha espresso qualche perplessità rispetto a questa soluzione, però Schlein ci sta pensando sul serio. 

Anche la decisione di astenersi sulla risoluzione di maggioranza che appoggiava il piano Trump è costata a Elly Schlein. Costata più che in termini di consensi (un sondaggio a riguardo dovrebbe arrivare a giorni), in termini di patemi d’animo. Infatti dopo quel voto la segretaria ha partecipato alla manifestazione della Cgil di sostegno alla flotilla e ha temuto di ricevere dei fischi dai manifestanti, per la maggior parte contrarissimi al piano Trump, da loro considerato come una sorta intrusione colonialistica in Palestina. Per questa ragione la segretaria, contrariamente al solito, non ha troppo pubblicizzato prima il suo arrivo nel corteo ed è stata sempre bene attenta a restare “attaccata” alla Cgil nella speranza di evitare così qualsiasi forma di contestazione. Una strategia, questa, che ha pagato, perché la leader non è stata fischiata. 

 E sempre a proposito di Cgil, c’è da dire che in questi ultimi tempi la segretaria del Pd ha cercato di fortificare il legame con Maurizio Landini e con il più grande sindacato italiano. L’obiettivo di questa rotta d’avvicinamento alla Cgil è legato anche alle prossime mosse della segretaria. Schlein è convinta che quando ci saranno le primarie per scegliere il candidato premier (e le primarie ci saranno perché ormai tutti danno per acquisito il fatto che Giorgia Meloni riuscirà a cambiare la legge elettorale), l’appoggio del potente sindacato di Landini potrà rivelarsi più che utile. Se infatti la Cgil desse indicazione, pur informale, perché ovviamente non potrebbe fare altrimenti, di votare Schlein nei gazebo, la vittoria della segretaria del Partito democratico sarebbe scontata.

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