
Ansa
I flussi elettorali
Non è vero che in Calabria c'è scarsa partecipazione al voto. Ecco perché il campo largo ha perso
La regione ha due caratteristiche peculiari quando si tratta di elezioni regionali, evidenzia l'istituto Cattaneo: l'elevato numero di residenti all’estero aventi diritto al voto e la spinta centrista che premia le liste di orientamento moderato. Numeri
Due dati smontano parzialmente la narrazione che si è fatta sulle regionali in Calabria, dove ieri ha vinto il governatore uscente Roberto Occhiuto. La partecipazione politica è cresciuta e le elezioni, "pur segnando una netta sconfitta politica del campo largo, non rispondono al quesito riguardo alla sua capacità di presentarsi in futuro come un competitore adeguato del centrodestra". Sono questi gli elementi più importanti che l'Istituto Cattaneo ha rilevato nella sua analisi sui flussi elettorali.
Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, i cittadini calabresi che si sono recati alle urne per votare sono stati il 43,1 per cento degli aventi diritto. I numeri non sono sbagliati, ma, come sottolinea l'Istituto Cattaneo, non prendono in considerazione che nella regione "il numero degli aventi diritto al voto residenti all’estero è molto più elevato che in altre regioni: è pari in Calabria a circa il 20 per cento degli aventi diritto al voto". Infatti, alle regionali la partecipazione è "notevolmente cresciuta" rispetto alle elezioni politiche che si sono tenute nel 2022 e alle europee del 2024 se prendiamo in considerazione le percentuali di votanti su elettori residenti. Chi vive all'estero non è incluso "tra gli aventi diritto al voto nelle sezioni elettorali calabresi alle elezioni per il parlamento nazionale, perché in quel caso può votare in apposite circoscrizioni estere", ma lo stesso discorso non si può fare per le regionali perché, nel caso delle elezioni regionali e locali, si può "esprimere il voto solo recandosi al seggio nel comune di origine. Ma, ovviamente, non tornano in Italia per votare". Quindi i dati sulla partecipazione cambiano radicalmente, se escludiamo i residenti all'estero alle regionali è andato a votare il 54,4 per cento dei residenti. In questo modo si può notare come l'astensionismo non sia aumentato, ma diminuito: alle politiche del 2022 si è recato alle urne il 50,8 per cento, mentre alle europee del 2024 il 47,1 per cento.
L'altro dato rilevante che emerge dallo studio dell'Istituto Cattaneo è che in Calabria c'è un fenomeno ricorrente che "non è stato registrato, in questa misura e con la stessa ricorrenza, in nessuna altra regione. Con tutta evidenza, questo fenomeno, sottovalutato da altre analisi, è parte importante della spiegazione del risultato del 2025". In tutti gli altri cicli elettorali si sono osservate "vistose differenze" tra i risultati delle elezioni parlamentari (nazionali ed europee) e quelle regionali immediatamente successive". Differenze che sono sempre andate "a vantaggio del centrodestra", a eccezione del 2014, quando a guidare il Partito democratico era l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. In quell'elezione ha vinto il centrosinistra con il 63 per cento dei voti e Mario Oliverio del Pd è diventato il presidente di regione.
Un altro fenomeno ricorrente, legato a quello precedente, è "la crescita vistosa delle liste di orientamento moderato o centrista, a forte connotazione territoriale". Alle europee del 2019 le liste del centrodestra avevano ottenuto il 46 per cento dei voti e raccolsero il 57 per cento alle regionali dell'anno successivo. Simili sequenze sono state registrate anche tra il 2024 e il 2025 e il 2009 e il 2010. Questi dati mostrano che "molti elettori calabresi che domandano protezione sociale a partiti del centrosinistra e al Movimento 5 Stelle nelle elezioni parlamentari, tendano stabilmente a orientarsi, per la stessa ragione, verso candidati al consiglio regionale dell’area centrista, o meglio di candidati privi di una chiara connotazione ideologica, più presenti nel territorio". Per i 5 Stelle poi c'è da sottolineare che il calo dei voti è in parte anche dovuto "all’attrazione della lista 'Tridico Presidente'".
L'Istituto Cattaneo ha poi analizzato i flussi stimati nei tre comuni maggiori, Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, considerando il tasso di astensione "ufficiale". Le statistiche indicano che "con sufficiente chiarezza che in questo caso i maggiori flussi 'da sinistra a destra', nel complesso pari a non meno di cinque punti percentuali sui voti validi, vengano in parte dall’area 'liberal-democratica' (Azione, Italia Viva, +Europa) in parte da elettori che nel 2024 avevano votato per il M5s".