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Regionali

Il campo largo naufraga ancora alle regionali. Giù il M5s. Vince Occhiuto (e vince pure un po' di garantismo)

Sergio Soave

Fino al giorno prima gli sconfitti avevano affermato che le elezioni avrebbero dimostrato la debolezza del centrodestra. Ma Elly Schlein dovrebbe riflettere sul fatto che ha perso nove competizioni regionali, vincendo in tre occasioni

Il presidente dimissionario e ricandidato della Calabria, Roberto Occhiuto, ha vinto con largo margine la sua battaglia. Gli sconfitti del “campo largo” ora sostengono che era tutto previsto, ma fino al giorno prima avevano affermato, come la settimana scorsa nelle Marche, che la stagione delle regionali avrebbe dimostrato la debolezza della coalizione opposta di centrodestra. Elly Schlein, che si è intestata la strategia della costruzione di una alleanza permanente con i 5 stelle e l’estrema sinistra in tutte le regioni come premessa a una vittoria elettorale alle politiche, dovrebbe riflettere sul fatto che, da quando ha assunto la leadership del Pd, ha perso nove competizioni regionali, vincendo in tre occasioni.

 

Dall’altra parte Giuseppe Conte, che continua a sostenere che l’alleanza vince solo se il candidato è dei 5 stelle, deve constatare che in Calabria, dove era candidato unitario un parlamentare europeo dei 5 stelle, Pasquale Tridico, il vantaggio del candidato del centrodestra è cresciuto rispetto all’esito delle elezioni precedenti. Oltre che una vittoria contro il concorrente politico, l’affermazione di Occhiuto ha anche un significato particolare per le ragioni che lo hanno indotto a convocare elezioni anticipate, il rifiuto della logica giustizialista secondo cui un avviso di garanzia segna il destino di una personalità politica (come accadde a suo tempo al presidente della stessa Calabria Mario Oliverio che fu abbandonato dal suo partito, il Pd, ma poi risultò innocente). I risultati dei partiti delle coalizioni sono difficili da interpretare anche perché sono state presentate più liste per la stessa area, due per i 5 stelle, addirittura tre per Forza Italia, che comunque risulta la forza più votata e in forte crescita rispetto alle elezioni precedenti, mentre questa volta l’esito di Fratelli d’Italia è insoddisfacente.

 

Quella che però si trova in una situazione più critica è la segretaria del Pd, non tanto per l’esito del suo partito, quanto per le evidenti difficoltà della sua strategia del campo largo, che se non funziona nelle elezioni regionali, dove i temi di politica internazionale non sono rilevanti, è poi ancora più difficile da proiettare nella dimensione di un governo nazionale che non può oscillare tra Putin e Zelensky.

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