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Le piazze e il Pd

Schlein e le preoccupazioni di Prodi. Zampa: "La politica non può essere solo movimentismo"

Ruggiero Montenegro

La storica portavoce del professore e oggi senatrice Pd: "Non stiamo andando nella direzione giusta. Dobbiamo guidare, non inseguire M5s e Avs a sinistra". Lo sciopero? "Causa nobile, ma avrei scelto altre modalità". L'amarezza del fondatore dell'Ulivo

La politica non può essere solo movimentismo. E’ anche offrire soluzioni”. Dalle parti di Romano Prodi, nell’altra Bologna, non in quella di Elly Schlein, non sono mai stati troppo entusiasti del nuovo corso Pd. Al professore e fondatore dell’Ulivo capace di battere Berlusconi, la segretaria dem ha preferito già da tempo l’altro padre nobile della sinistra, Pierluigi Bersani. Nelle ultime settimane però, sulla spinta delle mobilitazioni per Gaza, il Partito democratico sembra assumere ancor di più un profilo battagliero, più vicino alle posizioni del Movimento 5 stelle e di Avs, che a quelle del riformismo. Se n’è avuta un’altra prova giovedì in Parlamento, in occasione del voto sulle risoluzioni per la Palestina. E anche ieri, con lo sciopero generale indetto da Cgil e sindacati di base dopo quanto accaduto alla Flotilla, al quale Schlein ha dato un convinto sostegno. 

“E’ un tema complesso e delicato”, premette Zampa, storica portavoce di Prodi e oggi senatrice del Pd. “Il fatto che la società italiana si mobiliti per una causa umanitaria, nobile, ha un suo grande valore. Personalmente però – aggiunge parlando con il Foglio – se fossi stata al vertice del partito avrei semplicemente chiesto a tutti di evitare anche un minuscolo incidente. Doveva esserci un appello, con molto più rigore ed enfasi, a evitare qualsiasi tipo di disordine. E’ questo che la politica deve fare”. E il Pd, lascia intendere la senatrice, talvolta abdica a questo ruolo di guida. 

 

E’ davvero così? “Grazie, ma preferisco non commentare”, risponde Prodi al Foglio, a proposito dello sciopero di ieri e di questa sinistra di piazza più che di governo. L’ex presidente del Consiglio ieri ha preferito non riaprire alcuna polemica. Ma nelle settimane passate ha chiarito più volte il suo pensiero. Zampa lo ribadisce: “Prodi l’ha detto apertamente, non stiamo andando nella giusta direzione. C’è molta preoccupazione, la sofferenza per quel che vedi e sembra che non vada bene”. Mentre anche la minoranza interna al Pd sembra pesare poco, al netto di qualche voto in dissenso. Energia popolare, l’area riformista lanciata dal presidente del partito Stefano Bonaccini, non è stata fin qui capace di incidere. E’ uno dei motivi che hanno spinto Zampa a lasciare la corrente un paio di settimane fa. “Non ha mai svolto la sua funzione”, si leggeva nella nota firmata dalla senatrice.

Dinamiche che aiutano a cogliere, una volta di più, il malcontento di una parte del partito e la direzione di Schlein, che ieri era in piazza a Roma con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Giuseppe Conte era invece in Calabria) per la mobilitazione generale che aveva “Blocchiamo tutto”, come parole d’ordine. “Ritengo – dice Zampa –­che un momento di silenzio, un’ora o due di sospensione del lavoro, avrebbero riassunto meglio un sentimento umanitario che è certamente molto nobile. Un altro tipo di iniziativa che forse avrebbe avuto anche una maggiore forza evocativa e sarebbe stata accolta con più favore dalla società italiana. Tentare di paralizzare le stazioni può essere controproducente. Bisogna stare attenti a non produrre una reazione avversa. Ci sono persone che sostengono la tua stessa causa ma vivono un disagio da queste manifestazioni”. La storica portavoce di Prodi specifica poi che lo sciopero di ieri, almeno dal punto di vista della Cgil di Landini, “aveva altre parole d’ordine, per cui non si può imputare a loro tutto questo”. Ma è pur vero che tutte le proteste di questi giorni, anche quella di oggi a Roma, seguono un fil rouge barricadero. Il Pd, a vario titolo e in varie forme, le ha spesso sostenute. “Il rischio – ragiona Zampa – è che anche questo tipo di mobilitazioni diventi elitaria, roba da ztl in un certo senso. Tanta gente deve lavorare, o comunque ha impegni. Non può permettersi di scendere in piazza o vivere disagi ogni giorno. Non bisogna inflazionare questa storia delle manifestazioni e occorre stare attenti: c’è un montare di rabbia che non va confuso con le nobile intenzioni di cui parlavo prima”.

La priorità di Schlein in ogni caso resta quel “testardamente unitari”, in nome del quale il Pd ha assecondato le posizioni degli alleati, anche a costo di snaturarsi. In quella che molti descrivono come una rincorsa a sinistra. “C’è una sorta di conformismo, che dovremmo evitare. Io non sono favorevole a inseguire nessuno. Bisogna invece guidare”. E numeri alla mano il Pd avrebbe le carte in regola per farlo. E’ quello che, più o meno esplicitamente, Prodi ha rimproverato a Schlein nei mesi scorsi. “L’unità – conclude Zampa – va costruita. Non si ottiene facendo la somma dei presenti ma condividendo degli obiettivi. Al momento tuttavia mi sembra che questi obiettivi non ci siano”.

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