
le manovre del generale
Road to remigration. Vannacci si prende la scena a Livorno. E la vecchia Lega osserva perplessa
Il convegno sulla remigrazione che mette insieme giovani trumpiani, podcaster, teologi e star del web. Il think tank per la vannaccizzazione
L’atmosfera, sulla carta, è da Vogliamo i colonnelli. Più che satira e fantasia, però, qui è metapolitica. Roberto Vannacci arriva sull’Antica via del Passeggio di Livorno insieme al generale Marco Bertolini. L’eurodeputato e vicesegretario della Lega si prende la scena nell’Hotel Palazzo. Fiintanto che fuori impazzano i contestatori e i cori per Gaza. E la vecchia Lega osserva (e, a quanto pare, rode).
E’ il Road to remigration: ultimo capitolo della vannaccizzazione del Carroccio. E' dunque il convegno organizzato dai giovani leghisti vannacciani che ha chiamato a raccolta europarlamentari e podcaster, direttori di think tank e giovanissimi statunitensi trumpiani. Uno su tutti Stefano Forte, il ventisettenne di padre italiano e madre greca, che presiede il club dei giovani repubblicani di New York.
Un convegno – a destra della destra e cioè a destra di Matteo Salvini – per discutere non più di figli e figliastri, di immigrati buoni e cattivi, come usa fare nei talk-show il segretario nazionale. Ma per discettare, appunto, di l’immigrazione in sé. Di strategie di rimpatrio e di concreti freni all'immigrazione di massa. Sicché da Petr Bystron, europarlamentare AfD a Ada Lluch, piacente podcaster catalana (variante “Maga” mediterranea), prende forma quello che chiamano “incontro metapolitico culturale” – così lo definisce Lorenzo Gasperini, leader del team Teseo Tesei. Giovane dirigente regionale della Lega che insieme ad Andrea Ballarati, già noto per l’organizzazione del convegno a Gallarate, ha messo in piedi l’evento livornese.
Un incontro di cui la stampa locale non ha parlato. Perché sul Tirreno di Vannacci non si scrive da un anno, per interdizione. Tra gli ospiti spicca la presenza del politico e teologo transilvano ortodosso Mihail Neamțu, del partito Alleanza per l’unione dei rumeni, affiliato ai Conservatori e riformisti europei. Ovvero alla famiglia politica di Giorgia Meloni. Il quale – si dice – è più facile che parli con Vannacci, generale nazionale e di mondo, che coi provinciali. Nel frattempo – a proposito di provincia, anzi di regione – la Lega toscana osserva. Non è propriamente esclusa, ecco. Ma neppure è formalmente invitata. Il simbolo del partito, per dire, manca. Vannacci si prende la scena e la confusione, ancora una volta, si prende i colleghi di partito.