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il colloquio
Emanuele Fiano (Pd) ci dice cosa rischia la piazza che non rifiuta le parole di Hamas
"Cantare la frase 'Palestina libera dal fiume al mare', come si vede nel filmato in cui si scorge Antonio Decaro vuol dire cantare la volontà di distruggere Israele", dice l'ex deputato dem. Come si media tra il sentimento sincero di pietà e l'intolleranza verso chi nomina gli ostaggi e gli slogan incendiari
Gaza, le piazze e le parole che a volte trascendono il concetto stesso di pace. Emanuele Fiano, ex deputato del Pd ed esponente storico della comunità ebraica milanese, guarda le immagini e mette in guardia contro il rischio di banalizzare alcune prese di posizione. “Ci sono molte centinaia di migliaia di persone, in queste settimane” dice, “che nutrono un sentimento sincero di sgomento e rabbia per quello che succede a Gaza e vogliono manifestare la loro vicinanza alla popolazione e la loro volontà che la guerra finisca subito. Riconosco il loro sentimento genuino e condivido l'idea che la guerra debba finire e che alla popolazione di Gaza debba essere dato tutto l'aiuto possibile, che vengano liberati gli ostaggi e che si avvii un processo di pace per due popoli e due stati. Ma all'interno di queste manifestazioni, in molti casi, avvengono cose che non sono accettabili”. Per esempio? “Penso ci sia in giro molta ignoranza”, dice Fiano, “ma anche a volte un preciso disegno. Cantare la frase 'Palestina libera dal fiume al mare', come si vede nel filmato in cui a un certo punto si scorge l'ex sindaco di Bari Antonio Decaro – non si può dire se stesse cantando ma comunque stava battendo le mani – vuol dire cantare la volontà di distruggere Israele. È lo slogan di Hamas, presente nel suo statuto. Uno statuto in cui è scritto che lo stato plaestinese, sotto la sharia, dovrà andare da fiume al mare. Quindi non c'è alcuno spazio per uno stato di Israele nel disegno di Hamas, degli estremisti palestinesi ed evidentemente anche di coloro che cantano quella frase”. Una cosa “grave e che contraddice l'idea di pace”, per l'ex deputato: “Non si può volere contemporaneamente la pace esprimendo un sentimento di violenza verso otto milioni di israeliani. Una contraddizione presente in quella frase che chi canta non comprende. Espressioni del genere tradiscono un desiderio di sopraffazione: significa pace per i palestinesi e sopraffazione verso Israele, e comunque è la parola d'ordine dei terroristi di Hamas. Non so se anche chi urla 'free Palestine' lo dice magari rispetto a Gaza e alla Cisgiordania o abbia in mente una Palestina più estesa”. Fiano è stato colpito anche da un altro episodio: quello del sindaco di Reggio Emilia che, consegnando il tricolore alla relatrice speciale Onu Francesca Albanese, dice che per arrivare alla pace bisogna fermare immediatamente i massacri di Gaza e liberare gli ostaggi, e viene prima fischiato dal pubblico poi apostrofato da Albanese in modo offensivo: 'Io ti scuso'. Ma chi è lei per scusare? E per che cosa? Per il fatto di aver citato anche gli ostaggi? E' un discorso inconcepibile, questo, per cui la pace non dipende, così come non è dipesa neppure la guerra evidentemente secondo Albanese, anche dagli eventi del 7 ottobre e dalla sorte degli ostaggi ma deve arrivare perché si tolga di mezzo l'oppressore israeliano. Ecco, questo tipo di intromissioni la sinistra non dovrebbe accettarle nelle manifestazioni di massa”. Sono minoranze, spera tuttavia Fiano: “Nella maggior parte dei casi non ho sentito o visto cose del genere, ma ci sono frange estreme, in piazza, e la sensibilità suscitata da quello che succede a Gaza fa cancellare qualsiasi razionalità nell'analisi”.