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L'intervista

Casini: "I disordini su Gaza favoriscono Meloni. Schlein? Non è ancora l'alternativa. Albanese? Parole orribili"

Carmelo Caruso

"Sul Piano Trump l'opposizione è caduta nel tranello di governo, serve credibilità. Forza Italia attrae i moderati. Salis? "Non la conosco. Se Meloni cambia la leggere elettorale commette il suo grande errore". Le parole dell'ex presidente della Camera

Lo sciopero generale per Gaza? “Distinguiamo subito. Una cosa è la mobilitazione, un popolo, che è sempre da applaudire e rispettare, altra cosa è il disordine, il disagio, che rischia di sporcare quel popolo”. Elly Schlein? “Ha rivitalizzato il Pd ma non basta per essere alternativa di governo. Le elezioni si vincono se sei credibile con aggiunte di pezzi che mancano. Al momento l’opposizione non è credibile”.  I consigli di Pier Ferdinando Casini. “Gli anziani offrono consigli soltanto quando vengono chiesti. Se me li chiede il Foglio…”.

 

Il senatore indipendente Casini, eletto nel Pd, l’ex presidente della Camera che ha votato la risoluzione del governo sul Piano di pace Trump. Casini eroe? “Io sono il più filopalestinese del Parlamento. Io credo che il governo si sia mosso tardivamente,  che l’opinione pubblica italiana sia largamente a favore al riconoscimento dello stato di Palestina …”. Serviva uno sciopero generale ? “Lo ripeto. Il popolo che è sceso in piazza, un milione di italiani, va rispettato e dico di più, applaudito, in un’epoca di astensione al voto ma esiste un rischio, serio. Quando gli italiani vedono treni fermi, aeroporti bloccati, cassonetti incendiati, non basta dire e però ‘è solo una minoranza’. Certe modalità, e non lo sciopero, rischiano di danneggiare le buone ragioni di chi si batte per la Palestina e giocare a favore di Meloni”. Schlein dice che Meloni ha sabotato l’accordo. E’ colpa di Meloni? “Onestamente i toni della maggioranza non hanno aiutato. La frase sul week-end lungo della premier non ha favorito la convergenza”. Ma Tajani e Crosetto hanno teso la mano erano pronti a votare la risoluzione di Pd, M5s, Avs… “Sono stati seri. Il tema vero è: quanti di coloro che dicono di volere la convergenza nazionale la vogliono davvero? A volte è solo un mondo per salvarsi la coscienza anche nelle fila della maggioranza”. Il Foglio ha parlato dell’amarezza di Mattarella. Cosa ne pensa del suo appello alla Flotilla? “L’appello più credibile, autentico. Per convergere ci vuole una postura istituzionale. L’appello di Mattarella era da ascoltare. Ecco cosa intendo per credibilità”. Il Pd doveva votare con Meloni anziché astenersi? “Prima di tutto l’opposizione non dovrebbe cadere in tutte le trappole della maggioranza. Se lo fa c’è un problema, Watson”.  Pd, M5s, Avs  sostengono lo sciopero, cavalcano cortei. Nelle Marche lo chiamavano “Effetto Gaza” ma a  Casini che effetto fa? “E’ solo la spinta alla radicalizzazione,  a salire sulle barricate, a lacerare il laccio del dialogo”. Dove stanno i moderati? “Guardate la crescita di Forza Italia sulla Lega. E’ un dato interessante. Ho parlato con dei miei cari amici tedeschi stupiti del successo di FI. Credevano che sarebbe scomparsa con la morte di Berlusconi e invece, per paradosso, oggi è più dinamica di qualche anno fa perché i moderati, che non si riconoscevano in Berlusconi, possono  riconoscersi in Forza Italia. Sono questi i  voti che fanno la differenza, che permettono  vincere le elezioni”. Cosa avrebbe dovuto fare il Pd, e l’opposizione, sul piano Trump? “Essere più veloci del governo. Chi sta all’opposizione deve avere un supplemento di furbizia e anche trangugiare qualche tono fuori luogo se la finalità serve a consolidare la propria credibilità”. Chi è Meloni, dopo tre anni di mandato? “Una premier con una leadership riconosciuta, capace di contenere anche Salvini e Vannacci e le loro posizioni filorusse. Buca l’opinione pubblica. Ha dimostrato di sapere stare sulla scena internazionale con un governo palesemente inadeguato”. La linea dell’opposizione, su Gaza, l’ha dettata Conte e Schlein l’ha subita? “Non l’ha subita. E’ la linea che Schlein voleva assumere. Ed è comprensibile. E’ quella che le ha fatto vincere le primarie. Io do un giudizio positivo sulla segretaria del Pd. Ha raggiunto il primo step. Ha rivitalizzato il Pd, e anche Avs. Ha trovato con fatica un’intesa con Conte, ma adesso c’è il secondo step. Raggiungere il governo. E’ adesso che viene la parte difficile”. Schlein premier non è una fantasia? “Può arrivarci solo se è credibile. Oggi l’opposizione non è un’alternativa ma se Meloni commette l’errore di cambiare la legge elettorale, e inserire l’indicazione del premier, chi ci dice che non si possa sviluppare un processo virtuoso? Ci saranno le primarie”. Premieranno Silvia Salis? “Non la conosco, l’ho vista solo in foto. So che la politica è imprevedibile. Nel 1993, quando la Dc cambiò la legge elettorale, un deputato mi disse: caro Pier, beato tu che tornerai in Parlamento, io vedrò questi scranni con il binocolo”. Chi era? “Gianfranco Fini, il secondo azionista del primo governo Berlusconi. A scomparire fu la Dc. Chi è sicuro di vincere può perdere e chi perde non si rassegni perché può sempre vincere. Basta solo farsi capire”.  Le parole di Francesca Albanese al sindaco di Reggio Emilia? “Sono parole orribili”. La linea Casini? “Ho sempre votato insieme al Pd, il 99 per cento delle volte. Ma sulla politica estera esistono per me dei paletti insuperabili. L’Ucraina è per me un problema vitale. Non lascerò mai che i miei figli e i miei nipoti siano sudditi felici. Chi è suddito non è mai felice. La mia vita è cominciata in nome della libertà e la finirò così”.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio