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Gaza e i riformisti
Il Pd, la mozione di IV e la tenda che non basta. Parla Boschi
Quattro deputati e senatori dem votano un testo renziano: un messaggio per il centrosinistra? “Non basta piantare una tenda al centro e aspettare che qualcuno ci entri. La politica è visione, idee, lavoro faticoso per trovare i punti che uniscono”
È il giorno in cui la Camera approva con 182 voti a favore, 101 astenuti e nessun voto contrario la risoluzione di maggioranza e Azione per sostenere l’iniziativa di pace degli Stati Uniti per Gaza, ma è anche il giorno in cui viene approvata la mozione di Italia Viva, con parere favorevole del governo, 105 astenuti e il voto di quattro deputati dem. Stessa cosa in Senato. Per Iv è un successo, per il centrosinistra è un messaggio? “Abbiamo fatto politica”, dice l’ex ministra renziana Maria Elena Boschi, “perché chi è in Parlamento deve provare a trovare soluzioni e costruire mediazioni. E oggi l’unica possibilità perché si arrivi alla pace a Gaza è l’accordo proposto da Tony Blair e fatto proprio dalla Casa Bianca. I cittadini esprimono emozioni, manifestano, noi dobbiamo dare risposte politiche. E il nostro testo non ha avuto alcun voto contrario: questo è il dato più rilevante. C’è stata una maggioranza ampia a sostenerlo, e anche alcuni colleghi autorevoli del Pd lo hanno votato. Noi riformisti cerchiamo soluzioni concrete, possibili”. Paolo Mieli, sul Corriere della Sera di ieri, ha scritto un editoriale dal titolo eloquente: “Al centro non basta una tenda”. Che cosa ne pensate? “Ha ragione”, dice Boschi, “non basta piantare una tenda al centro e aspettare che qualcuno ci entri. La politica è visione, idee, lavoro faticoso per trovare i punti che uniscono. Non serve un cartello elettorale, ma proposte condivise. Noi abbiamo dimostrato di essere decisivi in tante città e regioni con i voti, ma anche con le proposte. E continueremo a farlo anche alla Leopolda, questo fine settimana”. Il Pd ha esitato a lungo sul voto comune con la maggioranza. Problema di alleanze o d’identità? “Non entro nel dibattito del Pd e rispetto le loro scelte. Noi abbiamo provato a costruire un percorso politico concreto, chiedendo anche agli altri partiti del centrosinistra di sostenere la proposta, partendo da punti che non appartengono a una bandiera, ma a chiunque voglia la pace e non si limiti a evocarla, e si ‘sporchi’ le mani con la mediazione per costruirla. A qualcuno può non piacere Blair; ad altri, noi compresi, Trump. Ma se questa proposta è l’unica che ha l’ok di Israele, dell’Anp e dei paesi arabi non si può fare altro che sostenerla. Non ci interessano i tatticismi politici, ci interessa provare a portare la pace a Gaza, nell’ottica dei due popoli e due stati”. A proposito di tende, come vedete il rapporto con i centristi ora? “La nostra Casa riformista non è il rifugio dei delusi, ma il motore del cambiamento. IV sta lavorando a un progetto credibile, alternativo a una destra che sta mettendo in ginocchio il paese. Il governo di riformista non ha nulla: solo slogan, ma di riforme vere non c’è traccia, e nel frattempo le famiglie non arrivano a fine mese e le nostre imprese fanno fatica. Ieri Confindustria ha certificato che senza i soldi del Pnrr saremmo in recessione, e il governo Meloni ha invece alzato pressione fiscale e debito pubblico”. Torniamo al piano Trump: opportunità, male minore o canovaccio da cui partire? “Il piano Trump viene dall’importante lavoro politico e diplomatico di Blair. Noi siamo i primi a essere critici con Trump e non accettiamo la posizione di subalternità di Meloni quando viene messo a rischio il nostro export con i dazi. Ma, di fronte a una proposta che può bloccare i carri armati israeliani a Gaza, disarmare Hamas, liberare gli ostaggi e creare le condizioni per due popoli e due stati non possiamo girarci dall’altra parte”. Di che cosa si parlerà alla Leopolda, oggi al suo avvio? “La Leopolda è sempre stata il luogo delle idee, non delle nostalgie. Quest’anno vogliamo parlare del futuro del lavoro, dell’IA, della transizione energetica. Lanceremo delle proposte per il paese, mettendo al centro tasse, giovani e giustizia. Proprio dalla Leopolda sono nati il Jobs Act, il Family Act, industria 4.0: da idee a leggi dello Stato. E i protagonisti quest’anno saranno ottocento ragazzi e ragazze che non si limiteranno ad ascoltare, ma diranno la loro. Alla Leopolda ho visto passare tante riforme, ma mai cosi tanti giovani”.

le mobilitazioni per Gaza