
Delia è tornata in Italia il 28 per parlare con Tajani. Ma il 30 le scadeva l'aspettativa. Coincidenze
Maria Elena Delia, portavoce italiana, negoziava per la Flotilla, spediva pec o entrambe le cose insieme. Chissà
Segnare sul calendario. Ha incontrato i ministri il 28 settembre, il 30 settembre l’è scaduta l’aspettativa, il 2 ottobre la Flotilla viene fermata dai soldati israeliani. È questa la malizia che suggerisce l’accavallarsi di date: è tornata per Tajani o perché le scadeva il permesso? Maria Elena Delia – portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, da sempre attivista per la Palestina e docente di matematica e fisica in una scuola media torinese – è tornata in Italia a ridosso del termine ultimo. La scadenza dell’aspettativa non retribuita che le ha consentito di imbarcarsi sulla nave Morgana salpata da Siracusa l’11 settembre per portare gli aiuti umanitari a Gaza. A domanda: ma è vero che è tornata per questo? Delia risponde: “La mia aspettativa scadeva due giorni dopo…”. Appunto. “Ma è stata estesa!”. Fino a quando? “Fino al 30 ottobre. E non vedo l’ora di tornare a scuola”. Ricapitolando: la Flotilla viene fermata nottetempo il 2 ottobre, lei doveva tornare a scuola il 30 settembre, e dunque il 28 era già da Tajani. Negoziava per la Flotilla, spediva pec o entrambe le cose insieme. Chissà.

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