
(foto Ansa)
Il racconto
A Roma Landini porta in piazza i pro Pal (ma over 50). Scene da uno sciopero generale
Nella capitale al mattino tanti pensionati e pochi giovani. Poi a Termini l'arrivo degli studenti e dei sindacati di base. In piazza anche Schlein, Fratoianni e Bonelli (mentre Conte è in Calabria). Il leader della Cgil bisticcia con Salvini ed esulta per le adesioni: "Siamo 100 mila"
Le casse suonano la locomotiva di Francesco Guccini e Bella Ciao, le bandiere sono sempre quelle palestinesi e al collo si porta la kefiah, ma a piazza Vittorio, a Roma, rispetto alle manifestazioni dei giorni scorsi il colore dei capelli che prevale è il grigio. Ore 8.45 del mattino, allo sciopero generale della Cgil, nella capitale, ci sono prevalentemente lavoratori e pensionati. Il corteo parte da piazza Vittorio. Ed è solo uno dei tanti che convergeranno a ora di pranzo a piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. I pochi studenti presenti si guardano intorno confusi. Le varie federazioni della Cgil sono divise in blocchi, ciascuno con la propria bandiera - Fiom, Flai, Fp, etc - che si mescolano con quelle palestinesi. Alla testa c’è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, accanto a lui la portavoce italiana della Global sumud Flotilla, Maria Elena Delia. Reggono un grande striscione con scritto “Stop al genocidio. Siamo tutti global sumud Flotilla”. La segretaria del Pd Elly Schlein, i capi di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni sono invece, insieme alle bandiere e i pochi militanti dei loro partiti, in fondo al corteo. Giuseppe Conte non c’è. Il capo dei 5 stelle è alla manifestazione di Reggio Calabria perché oggi pomeriggio alle ore 18 a Corigliano calabro ci sarà la chiusura della campagna elettorale di Pasquale Tridico, dove lo raggiungeranno gli altri leader del campo largo.
Schlein Bonelli e Fratoianni, come Landini, interpellati dai cronisti, proseguono nella polemica a distanza con Giorgia Meloni e il vicepremier leghista Matteo Salvini sullo sciopero. “Giù le mani dal diritto allo sciopero”, dice Schlein. Mentre Landini attacca: "Io nella mia vita non avevo mai visto un rappresentante dello stato minacciare i suoi cittadini se esercitano un diritto sancito dalla costituzione, il diritto di sciopero. E Meloni? Non sa come funziona lo sciopero, non ne ha mai fatto in vita sua. Quando un lavoratore sciopera rinuncia allo stipendio, è un grande atto di solidarietà per difendere i valori in cui credi". Ma è al microfono, parlando dal camion scoperto che dà il ritmo al corteo, che Landini teorizza: “Sono i giovani che ci hanno risvegliato ed è per loro che siamo in piazza oggi. La loro partecipazione di questi giorni non ha precedenti. Noi rispetto a loro siamo stati fortunati. Non abbiamo dovuto affrontare né la precarietà né la guerra. Ma se lo abbiamo fatto è grazie alle lotte che avevano fatto prima di noi, per questo oggi sta a noi aiutarli”.
I famosi “giovani” evocati dal leader della Cgil arrivano quando il corteo giunge a piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, dove convergono anche quelli di Usb, studenti medi, universitari e diversi altri presidi spontanei. La folla si moltiplica. I leader di partito e Landini lasciano la piazza (il segretario della Cgil, ci spiegano i suoi luogotenenti, è tornato a Corso Italia per verificare i dati di adesione allo sciopero). E così l’ordinato e un po’ attempato corteo della Cgil cambia all’improvviso natura. Ai blocchi ordinati delle federazioni sindacali si sostituiscono, decisamente più caotici, studenti con i volti dipinti con la bandiera palestinese e manifestanti con tamburi e abiti circensi e da giocolieria. La playlist un po’ datata del sindacato - tutta Bella ciao e Modena city Ramblers - viene sovrastata dai cori in inglese “Free, free palestine….”. È una sorta di improbabile staffetta pro Pal tra Cgil e studenti. I giovani del Pd, ringalluzziti dalla piazza, rimangono con le loro bandiere anche senza Schlein. A un certo punto uno di loro al megafono intona: “Bandiera rossa la trionferà, bandiera rossa la trionferà…”. Un manifestante dell’Usb li sbeffeggia: “Attenti che così vi espellono!”. Sicuramente lo striscione dei dem è l’unico che chiama quello che sta accadendo a Gaza “massacro” e non “genocidio”.
La questura accorda: il corteo può proseguire fino a piazza di Porta Pia, sotto il ministero guidato da Matteo Salvini. Poi il percorso viene ulteriormente allungato. Sempre in accordo con la questura ai pro Pal viene concesso di andare fino alla tangenziale, passando da via Tiburtina. Si replica quanto avvenuto allo sciopero indetto dall’Usb lo scorso 22 settembre quando, sempre in accordo con la Questura, era stato occupato, seppur partendo dal lato opposto, lo stesso identico tratto di tangenziale. La Cgil esulta: “Siamo 100 mila”. L’Usb rilancia: “Macché, siamo 300 mila”. Intanto arrivano i primi dati sull’adesione allo sciopero. I più soddisfati sono quelli della Fiom: “In alcune aziende adesione sopra l’80 per cento”.

le mobilitazioni per Gaza