Baruffa in Lombardia

Varese è No Vannacci. La capitale del leghismo respinge il generale

Francesco Gottardi

L'amministrazione leghista di Morazzone frena sull’evento del vicesegretario nelle sale comunali. “Non ci fermeremo”, ribattono i suoi emissari sul territorio. "La vannaccizzazione è inarrestabile, è già in atto" dice Bardelli

Son le baruffe varesotte. Protagonista Roberto Vannacci, e chi lo rappresenta. “L’esercito del generale”, puntualizza Stefania Bardelli, in prima linea per promuovere la visione del vicesegretario della Lega nel cuore geografico del Carroccio. Per intenderci: quando il governatore Fontana, in odor di Pontida, disse “col cazzo che ci facciamo vannaccizzare”, lei rispose a pieni polmoni che “la vannaccizzazione è inarrestabile, è già in atto”. E a chi non sta bene toccherà prenderne atto. La polemica delle ultime ore riguarda l’ennesimo incontro che il generale dovrebbe tenere in giro per l’Italia, nella fattispecie a Morazzone, a pochi chilometri da Varese. Il sindaco del paese è Maurizio Mazzucchelli, civico ma eletto con il sostegno della Lega – la vecchia Lega.

 

E mentre il Team Vannacci diffondeva via social i dettagli dell’evento previsto nelle sale comunali, il primo cittadino ha prontamente smentito. “Non ci risulta alcuna prenotazione, non ci vogliamo prestare ad alcuna polemica politica o personale. Morazzone è una comunità aperta e pluralista, dove il confronto civile e costruttivo tra opinioni diverse è sempre stato favorito nel rispetto delle regole e delle istituzioni. Invitiamo pertanto chiunque intenda organizzare dibattiti nelle nostre sedi a seguire i canali ufficiali”. Senza favoritismo alcuno. Non è la prima volta, da nord a sud, che le località designate si rifiutano di ospitare le filippiche del generale e dei suoi accoliti.

 

Ad Arezzo, nella sua Toscana, qualche mese fa una libreria Feltrinelli aveva negato la presentazione di un libro al coordinatore del comitato Il mondo al contrario. “Non vogliono chi non la pensa come loro”, s’era risentito Vannacci. Stessa storia a Venezia, tappa della tournée dopo Pontida: l’Ateneo Veneto – rinomata istituzione culturale da oltre due secoli – aveva negato l’accesso alla sala a Vannacci in quanto “esponente politico nazionale”. Così l’europarlamentare dovette ripiegare verso un hotel, togliendosi anche in quell’occasione più di un sassolino dalla scarpa – “Ci tappano la bocca, non si possono censurare le persone”. Oggi però è diverso: il fuoco è amico, o quantomeno leghista. “Se davvero Morazzone intende presentarsi come una comunità aperta e rispettosa del confronto”, ha ribattuto Bardelli, “non avrà difficoltà a ospitare un dibattito serio e civile sui temi della sicurezza e della remigrazione sul nostro territorio, al quale prenderà parte anche il generale Roberto Vannacci. Dunque andiamo avanti con coraggio e senza pregiudizi, augurandoci sinceramente che il tanto celebrato pluralismo trovi concreta applicazione”.

 

A sottolineare le frizioni nel centrodestra è intervenuto anche Davide Galimberti, successore di Fontana a Varese in quota Pd. “Colgo segnali sempre più forti da parte delle forze moderate che mostrano insofferenza all’interno di una coalizione sempre più marcatamente vannacciana”, diceva mercoledì a margine di una delibera in Consiglio comunale, con Forza Italia allineata nel caso specifico ai dem. Anche molte anime della Lega storica s’interrogano sulla transizione identitaria del partito: la provincia di Varese è il cuore dell’Alberto da Giussano, ma in tempi recenti ha registrato la nascita della prima “divisione Vannacci” sul territorio. Si tratta appunto del Team Vidoletti, capeggiato da Bardelli, la “bersagliera in mimetica” – così s’era presentata al raduno di Pontida – che dopo diverse esperienze (giornalista sportiva, portavoce al ministero dello Sviluppo economico ai tempi del pentastellato Patuanelli) ha deciso di fare le veci del generale in Lombardia. “Galimberti farebbe bene a occuparsi di Varese”, è arrivata subito la risposta. “Una città ormai insicura e lasciata al degrado: solo dopo, se vuole, potrà permettersi di giudicare il centrodestra che lui liquida come “vannacciano”. In realtà si tratta di un centrodestra varesino, patriota, vicino al malessere dei cittadini stanchi di essere abbandonati in mezzo a una delinquenza dilagante”.

 

Fontana e colleghi magari non saranno d’accordo. Ma il generale, per tutti loro, ha un messaggio chiaro: seguitemi o arrangiatevi. Senza pietà alcuna per chi decide di lasciare un partito in cui non si riconosce più. Proprio ieri, all’indomani del voto nelle Marche, Vannacci sbandierava su Instagram l’articolo di un quotidiano locale che raccontava come i sei consiglieri del Carroccio passati a Forza Italia e a Noi moderati non siano riusciti a venire rieletti. “Un semplice monito: d’altra parte chi tradisce sarà tradito”. A Varese alla fine ci andrà, di sicuro.

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