
Ansa
"Buon vento"
E Croatti va. Ritratto dell'irriducibile senatore a Cinque stelle imbarcato con la Flotilla
Il parlamentare non si fermerà quando l’esercito israeliano intimerà l’alt. Mentre la nave forza il blocco, la tensione a bordo si fa “alta e palpabile”. E prosegue determinato, anzi determinatissimo
“Buon vento, caro Marco”, gli ha detto qualche giorno fa l’ex premier M5s Giuseppe Conte, e lui, Marco Croatti da Rimini, senatore a Cinque stelle imbarcato con la Flotilla, in fase di abbordaggio, va. Va anche ora, nelle ore più drammatiche, e va, contando i giorni di navigazione nelle dirette social del mattino e della notte. Irriducibile, anche dopo aver ricevuto la lettera di sconsiglio della Farnesina, irriducibile e collegato in diretta con l’accento romagnolo che in tempi di pace lo rendeva simpatico (trasversalmente) a mezzo parlamento, lui che la sera esce volentieri fino a tardi ma la mattina appare fresco come una rosa, come raccontano colleghi che lo hanno visto in versione movida e ora lo sostengono a distanza in versione “resistenza passiva”.
La chiama così, Croatti lo sportivo che oggi combatte tra timone e telecamera del cellulare: eccolo al sole e in maglia bianca, dopo la notte in cui misteriose imbarcazioni “a fari spenti” sono passate accanto agli attivisti. “Per spaventarci”, dice ascoltando il vento che increspa le onde. Ma eccolo anche alla luce fioca del telefonino, con giubbotto salvagente da procedura d’emergenza, sul piccolo veliero Morgana indebolito dalle avarie. Non avarie normali, ché i droni dal senatore documentati potevano fare peggio, fa capire con sguardo vigile, e lui ora ha paura, sì, ma va avanti, insonne e indomito: “Le nostre navi sono cariche di ragazzi e ragazze che vogliono pacificamente far capire che non possiamo più girarci dall’altra parte mentre migliaia di bambini muoiono di fame”, dice Croatti, e in nome del corridoio costante di aiuti umanitari usa tutto l’estro da ex grafico diplomato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, esperto di decorazione sperimentale che ora decora l’eloquio con metafore da combattimento pacifico.
“Sento la forza e l’energia della comunità a Cinque stelle, nostro equipaggio di terra”, dice dunque Croatti dopo che, all’una di notte, la randa colpita ha smesso di essere certezza tra i marosi. “La Flotilla non si gira dall’altra parte, continuate a condividerci”, chiede agli internauti il senatore e navigatore, narrando del collegamento radio che muore (“misteriose interferenze”) e delle “polveri urticanti sganciate su imbarcazioni vicine alla nostra” e dei “boati”, e mentre si dice “pronto a farsi arrestare”, ché il suo arresto “sarebbe un prezzo minimo da pagare rispetto a ciò che subiscono i palestinesi”. E dunque, a differenza del deputato Pd Arturo Scotto e dell’eurodeputata Pd Annalisa Corrado, Croatti non si fermerà quando l’esercito israeliano intimerà l’alt. Croatti va, dritto verso l’idea di forzare il blocco navale, mentre la tensione a bordo si fa “alta e palpabile”, dice, e lui teme “un possibile rapimento illegale in acque internazionali”, un “atto di pirateria”. Ed eccolo di nuovo in maglia chiara, pronto alla giornata decisiva “di testimonianza civile”, forte di varie (e minori) battaglie vinte ai tempi del Covid, per il sostegno alle imprese, e ancora prima ai tempi dell’ingresso in Senato con candidatura via parlamentarie, in un’altra era geologica grillina. Ed eccolo infine in controluce, sempre più “consapevole dei rischi”, ma anche convinto “di essere dalla parte giusta della storia”.
Dunque Croatti l’irriducibile prosegue, determinato anzi determinatissimo: “Nessun blocco potrà mai fermare la solidarietà”, è il concetto, espresso mentre spiega che sulle barche, in Flotilla, si è sempre più stipati, visto il salvataggio di altri compagni mezzi affondati dai misteriosi attacchi ibridi del 23 settembre, ma sempre più carichi di forza, oltre che di marmellate e cibi vietati da Israele, racconta, in nome del popolo che “soffre da troppo tempo sotto assedio”. Bisognava aspettarselo, d’altronde: un tempo Croatti l’irriducibile era capace di partire lancia in resta contro la creazione di un fantomatico centro commerciale a Misano Adriatico, e di restare in campo per un intero triennio di interrogazioni comunali, regionali e parlamentari, fino alla bocciatura del progetto. E dunque oggi, nel giorno e nella notte in cui tutto può accadere, la barca (con Croatti) va, irriducibilmente va.