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Il ritratto

Nelle Marche vince la generazione Meloni. Chi è Francesco Acquaroli

Redazione

Il governatore, vecchio amico della premier, fa parte di una lunga schiera di politici che partiti da Azione Giovani e cresciuti con le feste di Atreju sono diventati la vera classe dirigente di Fratelli d'Italia

"Dedico questa vittoria a chi ha creduto prima di tutti in me, il presidente Meloni". Così ha iniziato la conferenza stampa Francesco Acquaroli rieletto per la seconda volta presidente delle Marche con il 52,43 per cento dei voti, ringraziando un'amica di vecchia data, la premier Giorgia Meloni appunto. La storia del governatore, che ha rivinto in una regione storicamente rossa superando sia l'europarlamentare Matteo Ricci che, cinque anni prima, Maurizio Mangialardi, inizia infatti con la militanza tra le fila del Movimento Sociale Italiano e poi, dopo la svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini, dentro Alleanza Nazionale. Acquaroli fa parte di ua lunga schiera di politici che da ragazzi frequentavano Azione giovani, la giovanile di An. Con lui c'erano anche Galeanno Bignami, Giovanni Donzelli, Giovan Battista Fazzolari, Carlo Fidanza, Paolo Truzzu e Marco Marsilio. Tutti loro sono diventati esponenti di primo piano di Fratelli d'Italia e sono stati i protagonisti dell'ascesa di un partito che, partendo dal 4 per cento, è arrivato fino al 26 e che hanno fatto diventare la prima forza della coalizione che oggi governa in Italia.

Alcuni  hanno avuto un'ascesa continua come Bignami che è stato prima consigliere comunale a Bologna, poi consigliere regionale ed è attualmente il capo delle truppe meloniane alla CameraDonzelli invece, oltre a essere uno dei volti televisivi del partito, è il capo dell'organizzazione di FdI. Marsilio, che dal 1996 al 2000 è stato vicepresidente di Azione Giovani, proprio negli anni in cui la premier cominciava la sua ascesa dentro la giovanile del partito, ora è governatore dell'Abruzzo (l'unica altra regione, oltre alle Marche, dove governa Fratelli d'Italia). La storia di Fidanza è invece particolare perché nel 2004 era candidato contro Meloni, che aveva però l'appoggio di due big come Ignazio La Russa e il leader dei Gabbiani Fabio Rampelli, alle elezioni per la presidenza di Azione Giovani. Fidanza perse in quell'occasione, ma poi è diventato un meloniano convinto seguendo la leader nella scissione dal Pdl. Dal 2024 è il capo della delegazione europea di FdI a Strasburgo. Inoltre, è vicepresidente di Ecr, il partito dei conservatori europei di cui fa parte FdI. Il suo è un nome da tenere d'occhio, molti infatti immaginano che sarà lui il primo candidato di FdI alla guida della regione Lombardia.

Ma la "generazione Atreju" non ha incassato solo vittorie. Il più celebre sconfitto tra i meloniani per anagrafe e vicinanza politica è l'ex sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. L'unica scomessa persa, per adesso, dalla presidente del Consiglio. La premier ha voluto con forza il sul suo nome  per la corsa sarda, facendolo ingoiare alla Lega che avrebbe voluto ricandidare il governatore uscente Christian Solinas. Nel 2024 però, l'ex sindaco di Cagliari ha perso contro la candidata del campo largo Alessandra Todde (M5S), determinando la prima vittoria di un candidato del M5s in una regione.

 

Gli inizi in politica e la "Generazione Atreju"

Fin dalla giovinezza tra Acquaroli e la leader del partito è nata una profonda amicizia, consolidata grazie alla militanza nella cosidetta "Generazione Atreju", composta da uomini e donne nati tra la seconda metà degli anni '70 e la fine degli anni '80 che nell'organizzazione di quelle feste, col tempo, sono diventati la classe dirigente di Fratelli d'Italia. Atreju è la manifestazione politica gestita dall'organizzazione giovanile prima da Alleanza Nazionale, poi dal Pdl e infine da FdI. Originario di Macerata, laureato in Economia e amministrazione dell'impresa all'Unirversità Politecnica delle Marche e proprietario di una azienda agricola di famiglia, Acquaroli ha lavorato all'inizio come consulente finanziario. Nel 1999 si presenta in una lista civica e viene eletto come consigliere nel consiglio comunale di Potenza Picena, incarico che ricoprirà anche dopo le elezioni del 2004. Cinque anni dopo, si candida a sindaco, sostenuto dalla lista civica di centrodestra "Acquaroli sindaco", ma ottiene solo il 33,7 per cento dei voti e viene sconfitto dal primo cittadino uscente Sergio Paolucci e resterà consigliere comunale per la terza volta.

Nello stesso anno, segue il partito che confluisce nel Popolo della libertà di Silvio Berlusconi. E si candida per le elezioni regionali del 2010 nelle liste dell'ex sindaco di Civitanova Marche Erminio Marinelli entrando nel consiglio regionale. Due anni dopo è dalla parte di Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto nella scissione del Pdl ed entra in Fratelli d'Italia. 

 

Da sindaco a deputato

Nel 2014 si è dimesso da consigliere regionale dopo essere diventato sindaco di Potenza Picena, comune di 15 mila abitanti, vincendo al ballottaggio contro il candidato del centrosinistra Fausto Cavalieri con il 57,3 per cento dei voti. L'anno successivo, corre per la presidenza della regione con il sostegno di Fratelli d'Italia e della Lega Nord, ma arriva terzo con il 19 per cento dei voti ed è superato dal candidato di centrosinistra, e vincitore, Luca Cariscioli e da quello del Movimento 5 Stelle Giovanni Maggi.

A un anno dalla fine del suo mandato lascia il posto da sindaco alla sua vice Noemi Tartabini perché alle elezioni politiche è eletto alla Camera dei deputati. Diventa capogruppo per FdI nella Commissione parlamentare per le questioni regionali e componente della Commissione Finanze e quella delle Attività produttive, commercio e turismo. Alle europee del 2019 Fratelli d'Italia lo candida al Parlamento europeo: riesce a ottenere più di novemila preferenze, ma non viene eletto.

 

Presidente delle Marche

Nel 2020, appoggiato da una coalizione composta da Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e Udc, diventa il primo presidente di centrodestra delle Marche dall'introduzione del sistema a elezione diretta nel 1994, vincendo contro il candidato di centrosinistra Maurizio Mangialardi e quello del Movimento 5 Stelle Gian Mario Mercorelli. E' stata Giorgia Meloni a sceglierlo personalmente preferendolo all'altro nome fatto da Forza Italia, Guido Castelli (ora in FdI).

Dopo la fine del suo mandato, viene ricandidato per sfidare Matteo Ricci, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Pesaro. Durante la campagna elettorale, Meloni prima gli ha affiancato il giornalista Italo Bocchino come spin doctor e poi ha annunciato la decisione di inserire le Marche, insieme all’Umbria, nella Zona economica sociale (Zes) per il rilancio dell’economia nei territori: in questo modo le due regioni potranno accedere ad alcune agevolazioni amministrative ed economiche. Terminato lo scrutinio, Acquaroli viene riconfermato alla guida della regione con il 52,43 per cento dei voti.

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