Foto Ansa

Il racconto

Trattativa Flotilla: Meloni fa ponte con Mattarella e ringrazia le opposizioni. La sinistra si spacca

Carmelo Caruso

L'appello del capo dello stato alla Flotilla, il no della nave, lo sgomento di Schlein. Il M5s: "Stiamo con la Flotilla". Il negoziato di Tajani che continua e l'avviso ancora: "Se forzate a vostro rischio e pericolo"

È un naufragio di coscienze. La Flottila ora è ignoto, pianto, dolore su dolore. “Fermatevi”. Una trattativa dramma, il Pd di Elly Schlein straziato, Sergio Mattarella che implora con un appello “le donne e gli uomini della Flotilla, di accogliere la disponibilità offerta dal patriarcato di Gerusalemme”, non sconfinate, mediate, consegnate gli aiuti a Cipro. La svolta è la telefonata da notte della repubblica, giovedì, fra Meloni e Mattarella con Meloni che condivide la linea del presidente: “C’è unità di vedute”. Lo sposa e ringrazia le opposizioni che “hanno raccolto le parole sagge di Mattarella e invitato gli attivisti della Flotilla ad accettare soluzioni alternative. Forzare il blocco israeliano sarebbe una scelta estremamente pericolosa”. Peppe Provenzano, il responsabile esteri del Pd, condivide le parole di Mattarella, lo fa anche Avs, ma il M5s risponde: “Deve decidere la Flotilla” Si spaccano. Fermatevi. 


Si spaccano anche a bordo della nave, una nave con ammutinati, romantici, esaltati, generosi. I parlamentari a bordo, del Pd, Arturo Scotto e Annalisa Corrado, sono per ascoltare Mattarella, l’altra deputata di Avs, anche lei sulla Flotilla, Benedetta Scuderi fa sapere che “è imbarcata con Marco Croatti del M55, che non c’è intenzione di sbarcare dalla Flotilla e che io e Croatti siamo in contatto con Scotto e Corrado”. Si parlano ma a distanza e sono sullo stesso mare. Antonio Tajani, di mattina, prima dell’appello del presidente Mattarella, riallaccia la trattativa con Schlein, Provenzano, la Cei del cardinal Zuppi e con il patriarca Pizzaballa. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, anche lui, è per riaprire il negoziato. Il Pd rimprovera Meloni perché “è stata lei a far saltare la trattativa, ha sabotato anche Tajani e Crosetto” e ricorda che 300 tonnellate di cibo sono ancora ferme al porto di Genova, che gli aiuti via terra non arrivano, non entrano perché Israele mente, non apre i corridoi. I canali italiani con il governo israeliano, per capire le intenzioni, qualora ci fosse lo sconfinamento della Flotilla, confermano: “Gli israeliani attaccheranno”. Si cercano le rassicurazioni. Che tipo di risposta si avrà da parte di Israele? Alla Farnesina viene comunicato che non si permetterà l’ingresso delle Flotilla in acque presidiate dai militari dell’Idf. Il discrimine è: ci sarà un attacco di tipo militare? Quando la Flotilla è partita nessuno avrebbe immaginato questo scenario. Sono 46 navi, per un gruppo diviso in 33 componenti, 12 sono le barche di nazionalità italiana, 60 sono i connazionali a bordo. Il vero leader della flotta è l’attivista brasiliano Thiago Avila, uno dei più duri, dell’opinione che non serva solo consegnare gli aiuti, ma scendere in spiaggia, appena arrivati a Gaza, compiere un’azione dimostrativa. Non lo controlla nessuno.

 

Anche Schlein è sconvolta, preoccupata. Il Pd si stringe intorno a Mattarella, europarlamentari, consiglieri comunali, a raffica, invitano la Flotilla: “Fermatevi”. Nel pomeriggio riparte la trattativa. La riprende con pazienza Tajani, l’unità di crisi, il suo capo di gabinetto Genuardi, dall’altra parte nel Pd, Provenzano, che fa ponte con Scotto. Nulla. La Flotilla chiede in cambio al governo italiano o le sanzioni o il riconoscimento della Palestina o la rottura di qualsiasi rapporto commerciale o ancora la chiusura degli spazi aerei per Netanyahu. La maggioranza risponde a quel punto: “Non ascoltano Mattarella. Non è più una missione umanitaria è un atto da Black block”. Interviene anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini: “Il presidente Mattarella ha voluto riconoscere il valore della Flotilla”. Fermatevi.

 

Il M5s oscilla come un pendolo. Giuseppe Conte dice prima “chiedo un supplemento di riflessione”, ma poi aggiusta e promette: “Qualunque decisione prenderà la Flotilla avrà sempre sostegno del M5s”. Salta tutto. Si ricomincia. La portavoce della delegazione italiana della Flotilla, Maria Elena Delia, rientra in Italia, per “condurre un dialogo diretto con le istituzioni”. Con Tajani. Alle 18,30 non ci sono ancora telefonate Meloni-Schlein. Italia viva di Matteo Renzi si allinea sul “fermatevi”. Avanzano. Meloni spariglia e comunica di aver avuto una telefonata con la madre di Alberto Trentini, l’italiano detenuto in Venezuela, e stupisce ringraziando (in particolare il Pd) le opposizioni perché “in questa fase è fondamentale lavorare per garantire l’incolumità delle persone coinvolte, non assecondare chi sostiene che l’obiettivo dell’iniziativa debba essere forzare il blocco israeliano”. Si è mobilitata la Spagna che ha inviato una fregata, c’è quella italiana, ma non solo. Portogallo, Francia, Belgio e Svezia, Messico hanno chiesto la disponibilità italiana ad assistere i propri cittadini in caso di necessità. Ma si può tutelare adesso l’incoscienza, una battaglia che ormai è “globale”? Dice Matteo Orfini del Pd, che ci soffre: “Su quella barca ho amici, compagni, anche io faccio mio l’appello di Mattarella, ma non può passare l’idea che la Flotilla è illegale. Di illegale c’è l’operazione di Israele”. Nulla. Mancano tre giorni, forse meno, e la Flotilla si avvicinerà a Gaza. L’ignoto. Si tratta. Fa sapere il governo che se la Flotilla rifiuterà qualsiasi compromesso si ribadirà che il proseguimento dell’iniziativa avviene a rischio e pericolo dei partecipanti e che altro non resta che garantire la “piena disponibilità ai connazionali che vogliono sbarcare”. Si complica. Maurizio Landini, il segretario della Cgil, incendia dicendo: “Se qualcuno attacca la Flotilla sarà sciopero generale”. Matteo Piantedosi gli replica: “Si vuole trasformare la Flotilla in qualcosa che si rifletterà nelle piazze”. Due giorni per arrivare a Gaza. Avanzano. Fermatevi.

 

Di più su questi argomenti:
  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio