
L'intervista
Bonelli: “Alla Flotilla sconsiglio di forzare il blocco navale, ma sta a loro decidere"
Il leader di Avs "apprezza" le parole di Mattarella, ma sostiene che non possano essere i partiti a dire alla Flotilla cosa fare: "Quasiasi nostro appello rischia di essere controproducente. Il problema è Israele che sparerebbe a navi che portano aiuti"
“Alla Flotilla sconsiglio ogni genere di forzatura del blocco navale israeliano, ma è l’equipaggio a decidere non noi da Roma. Sono valutazione che non spetta a noi fare”. Angelo Bonelli, capo del ramo verde di Avs, non cela una certa preoccupazione. Su una delle imbarcazione della Global sumud Flotilla che ieri ha rifiutato l’invito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad accettare la mediazione del Vaticano per portare gli aiuti a Gaza via Cipro, c’è anche l’europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi.
“Le parole di Mattarella - dice Bonelli - sono apprezzabili e riconoscono il valore umanitario e politico della missione, a differenza di quelle della presidente del consiglio Meloni che da New York ha definito irresponsabili i componenti della Flotilla, ma comunque spetta all’equipaggio fare la giusta valutazione sulla richiesta del Presidente della Repubblica”. E’ la linea Conte. Anche il capo del M5s ieri ha detto: “Ascoltare Mattarella, ma qualsiasi decisione prenderà la Flotilla avrà il nostro sostegno”.
Eppure voi che con i vostri partiti avete parlamentari a bordo potreste fare un’opera di moral suasion come sta facendo il Pd, no? Se le imbarcazione vanno avanti, superando le acque internazionali ed entrando in quelle israeliane la situazione può diventare molto pericolosa. Due giorni fa il portavoce dell’esercito israeliano ha detto che “la Marina israeliana è pronta a intercettare la flotilla che vuole rompere il blocco navale”. Con oltre 50 barche c’è il serio rischio che possa finire male. “E questo - replica il capo dei Verdi - perché sono dei terroristi. Dovreste cominciare a capirlo anche voi del Foglio: non si può sparare su imbarcazioni pacifiche che portano viveri e non hanno bordo armi. Loro invece, come terroristi appunto, sparano su qualunque cosa sia muova. Oggi Netanyahu, evocando inquietanti immagini del secolo scorso, ha fatto trasmettere il suo discorso alle Nazioni unite a Gaza, mentre una parte degli aiuti della Flotilla che arrivava via terra è stata respinta dall’esercito israeliano che li ha ritenuti troppo energici. Questo tentativo della Flotilla ha mostrato quello che il nostro governo non dice, e cioè che gli aiuti umanitari a Gaza non arrivano, è una finzione”.
Resta che se quelli della Flotilla non si fermano è a rischio la loro incolumità, compresa quella dei parlamentari, oltre al rischio di una crisi internazionale senza precedenti. Anche per questo la portavoce della delegazione italiana Maria Elena Delia rientrerà in Italia per avere un dialogo diretto con le istituzioni. “Ripeto - replica Bonelli - io sconsiglio qualsiasi forzatura perché, illegittimamente, Israele considera quelle acque sue, anche se in base al diritto internazionale sono acque sotto la sovranità dell’Autorità nazionale palestinese, ma non possono essere i partiti italiani a dire alla Flotilla cosa fare. Se fermarsi o andare avanti. I nostri parlamentari sono poche unità su sedici barche italiane, non abbiamo alcun potere di decisione. Né noi, né il Pd. Possono scendere i parlamentari, ma cosa cambierebbe?”. Cosa bisogna fare dunque? “Mancano ancora alcuni giorni di navigazione. Bisogna capire come dialogare con l’equipaggio con discrezione. E’ un bene su questo il ritorno qui della portavoce della delegazione italiana. Qualunque nostro appello o affermazione, però, invece che utile rischia di essere controproducente”.