
Trattativa attivisti-Pd
Orfini: “La Flotilla non è il Pd”. Gli attivisti respingono Zuppi, e Provenzano chiede tempo
L'equipaggio della Global sumud Flotilla boccia la proposta di mediazione del Vaticano per gli aiuti a Cipro: "Andiamo avanti". I dem a bordo provano invano la mediazione. Gli uomini di Schlein divisi tra il supporto all'operazione e la consapevolezza dei rischi indicati dal ministro della Difesa Crosetto
“La Flotilla non è il Pd”, dice sconsolato il deputato dem Matteo Orfini. I portavoce della Global sumud Flotilla hanno appena annunciato: “Andiamo dritti verso Gaza”, bocciando la proposta del presidente della Cei Matteo Zuppi per fare arrivare gli aiuti alla Striscia via Cipro, con il supporto del patriarcato di Gerusalemme e del cardinal Pierbattista Pizzaballa. Una proposta che, invece, convinceva almeno una parte degli eurodeputati e parlamentari delle opposizioni a bordo di una delle 52 navi della Flotilla. Una di loro, l’europarlamentare del Pd Annalisa Corrado, interpellata dalla Stampa in mattinata, prima che l’assemblea della Flottilla decidesse di rifiutare la proposta, diceva: “Personalmente credo che l’apertura di un canale umanitario reale, sotto la garanzia del Vaticano, che rimette al centro il ruolo delle Nazioni Unite nella distribuzione degli aiuti nella Striscia sarebbe un risultato storico”. Sempre in mattinata d’altronde il ministro della Difesa Guido Crosetto – in un intervento apprezzato anche dai parlamentari del Pd – ha ricordato come il governo, dopo l’attacco subito da una delle navi della Flotilla, abbia inviato subito una nave della Marina italiana a supporto, ma ha anche spiegato come, superate le acque internazionali ed entrati in quelle israeliane, la Difesa italiana non possa fare niente. Il ministro ha chiesto aiuto anche ai partiti di opposizione per cercare una soluzione che non metta a rischio l’incolumità degli attivisti a bordo. Israele ha annunciato di essere “pronta a intercettare la Flotilla diretta a Gaza con l'obiettivo di rompere il blocco navale”. E con 52 navi da intercettare i rischi sarebbero davvero altissimi.
“Purtroppo – dice Peppe Provenzano, deputato del Pd e responsabile Esteri del partito – le parole di Meloni da New York, proprio mentre era in corso la trattativa, non hanno aiutato”. In pratica, il Pd accusa la premier di essersi intestata la trattativa del Vaticano con Israele sugli aiuti e di aver attaccato gli attivisti, rendendo molto complicata per gli eletti dem a bordo l’opera di moral suasion per far accettare la proposta al resto dell’equipaggio. Arturo Scotto, l’altro deputato dem su una delle navi della Flotilla, spiega al Foglio: “Per adesso la linea prevalente è quella di non accettare, ma ci sono ancora almeno cinque giorni di navigazione... vediamo”.
I partiti di opposizione d’altronde oscillano tra il supporto all’operazione e la consapevolezza dei rischi che il tentativo di forzare il blocco navale israeliano comporta, anche per l’incolumità degli stessi parlamentari. “E’ chiaro – dice Orfini – che lo scopo di quella missione non è solo quello di portare gli aiuti, ma anche di forzare quel blocco navale che consentirebbe davvero agli aiuti internazionali di entrare a Gaza ogni giorno. E però servirebbe che l’Italia e l’Europa supportino questa operazione, altrimenti la situazione diventa molto pericolosa”. Anche il capo del M5s Giuseppe Conte ne è consapevole. Per il Movimento a bordo della Flotilla c’è il parlamentare Marco Croatti: “Lui e i parlamentari – dice – si sono si sono uniti a questa iniziativa umanitaria, non la governano. Non abbiamo nessun ruolo di direzione e di indirizzo, sono molto preoccupato”. Anche se, dall’altra parte, il capo del M5s ci tiene a ribadire: “Quel blocco navale è illegale, quelle non sono acque israeliane, ma palestinesi”. Intanto, nel dubbio, i 5 stelle, con altri cinquanta europarlamentari di Left, Verdi e socialisti hanno inviato una lettera a Ursula von der Leyen per chiedere l’intervento di Frontex in aiuto della Flotilla. C’è grande confusione. Le fila le tira una vecchia volpe dem: “Per parlare con chi comanda questa operazione e impedire che accada un pasticcio bisognare guardare alla Spagna: si chiama Flotilla d’altronde”.