
Il racconto
Il "margine" di Giorgetti. Corsa alla manovra, Irap, Ires, rottamazioni. Gasparri: "C'è un tesoretto"
Dati Istat positivi, scatta la gara dei partiti per l'ultima finanziaria elettorale. L'obiettivo pace fiscale, il contributo da chiedere alle banche. Il ministro: "Siamo come una barca a remi"
Roma. E’ vero. Non è vero. C’è? E’ il tesoretto del governo (chiamatelo “margine”). Vale 8 miliardi, servirà per l’ultima manovra “elettorale”. Esiste? Lo dice Maurizio Gasparri al Senato: “Esiste”. Viene definito dai tecnici “margine” ed è lo spazio che potrebbe avere il ministro dell’Economia, Giorgetti, per raggiungere gli obiettivi di governo: pace fiscale, taglio Irpef e Ires premiale. E Giorgetti lo vuole. Sta dichiarando che “ora il quadro è tale per cui l’obiettivo è arrivare alla pace fiscale”. Sono spazi di bilancio, magie da contabili.
E’ di fatto l’ultima della manovre finanziarie elettorali, l’ultima possibile per misurare gli effetti a ridosso delle prossime elezioni ecco perché le pressioni su Giorgetti salgono. Dalle cartelle da rottamare alle pensioni da aumentare. Ieri, al Senato, il ministro è intervenuto, ha parlato ancora, e non solo, del Dpfb (il Documento programmatico di finanza pubblica) definendolo “un manifesto di politica economica” e ha aggiunto “è bello superare in termine di crescita le previsioni del Fondo monetario internazionale”. Gli hanno chiesto di una possibile scalata di Crédite Agricole su Banco Bpm, sull’eventualità di applicare golden power e Giorgetti si è limitato a rispondere: “Io ho una legge che faccio rispettare, come l’ho fatta rispettare per altri”. In Europa sono cambiate le regole contabili. Spiega il senatore di Forza Italia, Dario Damiani, “adesso non occorre rifinanziare le missioni come si faceva ogni anno. Le spese vengono spalmate sui tre anni, si finanzia sulla traiettoria, questo permette di liberare risorse”. In realtà (con l’Europa è impossibile parlare ormai di tesoretti) se sia possibile liberare risorse o meno lo capirà la ragioniera dello Stato, il cigno di stato, Daria Perotta.
Tra il 30 settembre e il primo di ottobre il Dpfb dovrebbe essere “montato”, in gergo, licenziato in Cdm, e poi trasmesso in Parlamento. Giorgetti, al Senato, accompagnato dal sottosegretario Federico Freni, ha usato la metafora della navigazione: “Potevamo utilizzare un’imbarcazione a motore, andare veloci, ma non l’abbiamo fatto; potevamo scegliere una barca a vela, ma di questi tempi ci sono temporali, abbiamo scelto invece una barca a remi: si fa fatica ma siamo contenti ed è green”. Il ministro si è vantato ancora di aver messo fine al Reddito di cittadinanza, di aver chiuso la voragine del Bonus 110 tanto da provocare l’ironia di Matteo Renzi che gli ha risposto: “C’è un Giancarlo Giorgetti che ha firmato il verbale del Cdm che ha approvato il Reddito di cittadinanza. Io ammiro Giorgetti, riesce sempre a sembrare un passante. Potrebbe far parte anche del governo Fratoianni, a sorpresa”. Se i conti dovessero sorridere a Giorgetti (se è vero che c’è un “margine” da poter spendere) si prevede che un miliardo e mezzo venga destinato per la pace fiscale. Ci sarà da tenere conto delle spese per la Difesa, delle richieste necessarie del ministro Crosetto. Ogni partito ha le sue rivendicazioni. Forza Italia vuole il taglio dell’Irpef, la Lega è per la rottamazione delle cartelle esattoriali. Più abile è FdI che finora non ha parlato. Punta al mantenimento dell’Ires premiale, una battaglia del presidente della Commissione Finanze di FdI, Marco Osnato. E poi ci sono le banche. Forza Italia si è portata avanti, irritando il Mef. Giorgetti ha dichiarato: “Senza bullizzare nessuno, tutti diano un contributo per dare sollievo”. La mossa di Forza Italia, di convocare gli istituti di credito, è stata definita “irrituale”. A convocarli ufficialmente sarà il Mef a fine mese. Per il resto c’è Gasparri: “I bilanci? Diceva il grande Enrico Cuccia: ma i bilanci sono tutti falsi. I soldi si trovano. Li troveremo”. Ma questo, “a margine”…