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Le dichiarazioni

Fini sulla Flotilla: "Iniziativa lodevole". Stato di Palestina? "Sarebbe atto simbolico"

Redazione

L'ex leader di An: "Aiutare il popolo di Gaza è un dovere morale, non solo politico". Su Gaza: "La destra non è mai stata contro il diritto dei palestinesi ad avere la loro patria, e Giorgia lo sa" 

"Non userei il verbo 'attaccati', ma 'azioni di disturbo' più che comprensibili visto che si tratta di un'iniziativa umanitaria, lodevole sicuramente, ma chiaramente con insegne di tipo politico", ha detto l'ex leader di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, ospite a Otto e mezzo su La7 a proposito dei droni contro le barche della Flotilla, la missione che ha lo scopo di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese nella Striscia. Il fatto che sia un'iniziativa marcatamente politica, dice Fini, non ha "nulla di male, di politica ne ho fatta tanta per tanti anni" e aggiunge che "aiutare il popolo di Gaza è un dovere morale, non solo politico". Tuttavia, "le modalità con cui farlo diventano oggetto di valutazioni e discordie. Non drammatizziamo tutto ciò che accade, come i cortei dove ci possono essere cialtroni".

Solo poche ore prima, parlando da New York la premier Giorgia Meloni aveva definito gli attivisti "irresponsabili" affermando: "Non c'è bisogno di rischiare la propria incolumità infilandosi in un teatro di guerra per consegnare aiuti a Gaza che il governo italiano avrebbe potuto consegnare in poche ore". 

Per quanto riguarda il riconoscimento dello stato della Palestina, a New York Meloni aveva annunciato che il suo partito, Fratelli d'Italia, avrebbe presentato "una mozione in cui si dice: riconoscimento della Palestina a due condizioni: che vengano rilasciati gli ostaggi e che Hamas non governi la Striscia". E Fini ha commentato: “Sono pro al riconoscimento dello Stato palestinese, ma oggi sarebbe un gesto simbolico. Non c’è una leadership palestinese con cui Israele possa interfacciarsi. Non si possono liquidare questioni serie con alzate di spalle”, sottolineando la complessità del contesto internazionale". L'ex leader di An ha continuato: "La destra non è mai stata contro il diritto dei palestinesi ad avere la loro patria, e Giorgia lo sa benissimo. Riconoscere lo stato palestinese è un dovere, ma attenzione al contesto in cui accade. Farlo in questo momento è un gesto fortemente simbolico. Ma attenzione a un possibile rimbalzo negativo di un provvedimento giusto",

 

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